L’incontro, in
corso a Faisalabad, è stato voluto dalla Chiesa locale. Apprezzamenti
per l'iniziativa dalla comunità musulmana: il testo integrale
dell'intervento di Benedetto XVI a Regensburg verrà tradotto in urdu,
in modo che i religiosi islamici possano approfondirne la
comprensione. È un segnale positivo che fa ben sperare.
In Pakistan studiosi ed esponenti religiosi della comunità
cattolica e musulmana stanno studiando insieme il testo del discorso
del Papa a Regensburg, all'origine delle proteste islamiche. Promotori
dell’incontro, in corso oggi al vescovado di Faisalabad, sono il
vescovo locale, mons. Joseph Coutts e p. Aftab James Paul,
responsabile diocesano per il dialogo interreligioso e l’ecumenismo.
Per l’occasione è stato formato un comitato sotto la guida dello
stesso Coutts; tra i membri il musulmano Pir Muhammad Ibrahim, quattro
ulema e due sacerdoti cattolici.
Aprendo l’evento, mons. Coutts ha espresso “gioia” nel vedere
riuniti musulmani e cristiani, ma allo stesso tempo, “dispiacere”
per il generale fraintendimento delle parole del Papa in Germania.
“Abbiamo voluto questo appuntamento – ha spiegato il presule -
proprio per chiarire ai nostri fratelli musulmani il reale significato
dell’intervento del pontefice”. Mons. Coutts ribadisce che la
discussa affermazione di Manuele II Paleologo, secondo il quale
“dall’Islam non è venuto niente di buono”, è solo una
citazione e non il pensiero personale del pontefice.
Il vescovo di Faisalabad ha poi attaccato i media, che “hanno
giocato un ruolo negativo” nel riportare il discorso, senza
considerare che “la Chiesa cattolica ha buoni rapporti non solo con
i musulmani, ma con tutte le religioni”. Giovanni Paolo II,
sottolinea il presule, ha svolto un ruolo importante nel dialogo
interreligioso, “quello che ha fatto non può finire in pochi
minuti!”.
I membri della comunità musulmana hanno apprezzato l’iniziativa
della Chiesa locale. Secondo Rana Khalid Mehmood è necessario dare
“immediatamente” alla stampa pakistana le parole di mons. Coutts,
in modo che “la gente capisca la situazione reale”. Pir Muhammad
Ibrahim è convinto dell’urgenza di procedere con logica:
“Individuare per prima cosa la questione reale, poi, se ci sono
problemi, chiarirli attraverso il dialogo con i nostri fratelli
cristiani”. “Abbiamo deciso - aggiunge - di tradurre il discorso
originale del papa in urdu, in modo che i religiosi musulmani possano
studiarlo e comprenderlo meglio”. Secondo diversi studiosi
intervenuti, al momento esistono degli elementi che vogliono
distruggere l’armonia interreligiosa e i buoni rapporti tra
cristiani e musulmani e a questo scopo aizzano le folle. “Per questo
– dice Ibrahim – i cristiani, attraverso i media, devono spiegare
al mondo il reale significato della riflessione del papa ed evitare
altre incomprensioni”.
Da parte cattolica, p. Khalid Rasheed, tra i partecipanti
all’incontro di oggi, ricorda che Benedetto XVI ha lavorato molto a
fianco di Giovanni Paolo II per il dialogo tra le religioni: “Il suo
imminente viaggio in Turchia è finalizzato proprio a rafforzare
questo processo, ma c’è chi lo vuole vanificare”.
Al termine dell’incontro al vescovado, domani i partecipanti
terranno una conferenza stampa.
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[Fonte: AsiaNews 20 settembre 2006]