Il testo integrale della "Dichiarazione dei teologi italiani"

Cattolici e protestanti si impegnano a proseguire il dialogo nello spirito del Vaticano II e delle Assemblee di Basilea e Graz

Scelta ecumenica irreversibile


Dopo il Vaticano II s'è venuta creando anche in Italia, su più fronti e in diversi ambiti del vasto campo della teologia, una fitta rete di rapporti ecumenici (collaborazioni di varia natura, occasionali o permanenti; incontri di studio e di formazione a diversi livelli; iniziative comuni non solo di singoli cristiani e comunità particolari ma anche di enti e istituzioni), che costituiscono non solo per coloro che vi hanno partecipato e tuttora vi partecipano ma anche per le rispettive comunità ecclesiali di appartenenza, un ricco e prezioso patrimonio di ecumenismo vissuto, di amicizie vere sbocciate e coltivate nella reciproca fiducia, di problemi e progetti condivisi ai quali ciascuno porta il contributo, critico e costruttivo insieme, della propria storia, della propria fede e della propria speranza, in un clima di fraternità e sororità reali, ormai collaudate negli anni, sulle quali è davvero possibile, nella forza dello Spirito e confidando nelle promesse di Dio, partecipare insieme all'edificazione di quella "casa comune" della cristianità europea, di cui le assemblee di Basilea (1989) e Graz (1997) sono state - a livello di chiese - momenti significativi e promettenti.

Non è possibile qui elencare tutto ciò che in campo teologico è stato fatto e si va facendo di ecumenicamente rilevante nel nostro paese, oltre che in Europa. Basti pensare, a livello mondiale, alla "Dichiarazione comune sulla giustificazione per fede" della Chiesa cattolica e della Federazione delle Chiese luterane, oppure, nel nostro paese, al "Testo comune sui matrimoni misti" approvato dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa valdese, dopo anni di dialogo ufficiale felicemente concluso. Ma non intendiamo proseguire l'elenco che, alla fine, risulterebbe troppo lungo.
Intendiamo invece dire che tutto questo lavoro è stato fatto e continua ad esserlo proprio in quello spirito e quella pratica di fraternità e sororità cristiane, sulle quali la recente "Nota sull'espressione 'chiese sorellè" e la Dichiarazione Dominus Jesus della Congregazione per la Dottrina della fede sembrano voler gettare qualche ombra nel timore che vengano dimenticate le prerogative che la Chiesa cattolica romana rivendica rispetto alle altre e che l'espressione "chiese sorelle" venga utilizzata in forme ritenute improprie. La fraternità e sororità vissute tra noi in tutti questi anni non giustifica né alimenta timori di questo genere.
Intendiamo perciò perseverare nella via sin qui percorsa. La scelta ecumenica è irreversibile per tutti. Da parte cattolica è stato autorevolmente affermato: "Con il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica si è impegnata in modo irreversibile a percorrere la via della ricerca ecumenica, ponendosi così all'ascolto dello Spirito del Signore, che insegna come leggere attentamente i 'segni dei tempi' (Ut unum sint, n.3).

Uno di questi è certamente la fraternità e sororità cristiane realmente vissute e praticate, di cui rendiamo insieme testimonianza perché la sperimentiamo nel lavoro teologico comune e nel cammino che stiamo percorrendo: un cammino impegnativo per tutti, ma anche ricco di promessa, che ci ha già offerto numerose occasioni di intesa e di comunione in una ricerca comune che non intende ignorare o minimizzare i fattori di divisione, ma neppure può tacere la reale condivisione degli elementi fondamentali della fede cristiana in cui tutti ci riconosciamo.
Con questa dichiarazione sottoscritta intendiamo affermare la nostra certezza che il futuro della Chiesa non è nostro ma di Dio e verso questo futuro aperto alle novità dello Spirito creatore noi siamo insieme in cammino. Ribadiamo la nostra piena disponibilità di cristiani e di teologi a cercare insieme una comunione sempre più ampia in Cristo, certi che in questa ricerca continueremo a vivere la fraternità e la sororità che ci hanno accompagnati e allietati in questi anni. (pel)

Elena Milazzo Covini, presidente SAE; Letizia Tomassone, pastora valdese; Sergio Rostagno, Yann Redalié, Daniele Garrone, professori della Facoltà valdese di teologia; Bruno Gabrielli, pastore valdese; Centro culturale Palazzo Cavagnis, Venezia; Stefano Mercurio, pastore valdese; Franco Giampiccoli, pastore valdese; Aldo Visco Gilardi; Giorgio Chiaffarino; Pawel Gajewski, pastore battista; don Giuseppe Ruggieri, teologo cattolico; Brunetto Salvarani, teologo cattolico, direttore della rivista "Qol"; Stefano Ercoli, responsabile del gruppo romano del SAE; Doriana Giudici, presidente FDEI; Liliano Frattini, giornalista; don Olivo Bolzon,; Pasquale Pirone, responsabile adulti Azione cattolica, ass. "Pier Giorgio Fossati", Bagnoli; Antonio Aquitieri, pastore metodista, direttore Villaggio evang., Monteforte; Giovanni Sarubbi, redattore "Il dialogo".

(Tratto dal NEV n. 39 e da Riforma del 13 ottobre 2000)


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