«Il dialogo in Europa. Cristiani in un'Europa pluralista»
Gniezno (Polonia) 16-18 settembre 2005

"L’Europa del dialogo. Essere cristiani in un’Europa pluralistica" è il tema del congresso delle associazioni laicali cristiane europee, organizzato dalla Fondazione Sant’Adalberto, a Gniezno (Polonia) dal 16 al 18 settembre.


Radio Vaticana: 
  
Servizio 18 settembre 2005 Intervista Cardinale Walter Kasper

'Unità dei cristiani' non significa rinunciare alle proprie peculiarità, ma agire in comunione per la difesa dei valori e dei principi cristiani in Europa. Così il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, nel discorso di apertura della seconda giornata dei lavori della Conferenza internazionale “Il dialogo in Europa” in corso a Gniezno, in Polonia. 

L’incontro riunisce circa 800 partecipanti, tra responsabili di oltre 250 organismi cristiani europei, autorità religiose e civili, docenti universitari ed esperti. Insieme riflettono sul dialogo tra il Cristianesimo, la cultura contemporanea e le altre religioni; nel corso del dibattito verrà anche evidenziato un argomento di particolare attualità, quello che riguarda il rapporto di collaborazione tra le Chiese e le istituzioni dell’Unione europea, garantito dal nuovo Trattato costituzionale.

Il congresso si tiene in una città dalle tradizioni millenarie, e intende essere un "laboratorio di confronto" tra cristiani dell’Est e dell’Ovest europeo sul "tenore spirituale" dell’Europa del futuro. Sabato 17, si celebra la "Festa della Bibbia" con la presenza del card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, del vescovo Hilarion, rappresentante della Chiesa ortodossa russa presso le Istituzioni europee, e del vescovo Wolfgang Huber, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania. Intervengono anche l’ex rabbino di Roma, Elio Toaff, ed esponenti dell’Islam.

Il cammino ecumenico ha compiuto enormi progressi tanto in Occidente, quanto in Oriente, con il riavvicinamento alla Chiesa ortodossa, e l’arcivescovo Hilarion, rappresentante della Chiesa ortodossa russa a Bruxelles, auspica un’immediata unità d’azione per contrastare le istanze anticristiane in Europa. 

I cristiani devono lavorare insieme per far riattecchire le radici cristiane dell’Europa e farle germogliare nuovamente. Con questo auspicio il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, si è rivolto alla platea di un migliaio di persone che prendono parte ai lavori della Conferenza internazionale di Gniezno dedicata al dialogo ecumenico ed interreligioso. L’ecumenismo - ha sottolineato il porporato - non ha soltanto una motivazione religiosa o spirituale, ma anche ripercussioni molto concrete sulla vita quotidiana che i cristiani europei sono chiamati ad affrontare. Così anche la tesi dell’integrazione europea è molto più che un problema soltanto economico, è anche un problema ecumenico. I cristiani devono operare su valori comuni ed in unità per poter rinsaldare i principi di diritto e promuovere la pace in tutto il mondo. Non si tratta - ha sottolineato il cardinale Kasper - di fare dell’Europa un ‘club cristiano’, ma di garantire il rispetto dei valori cristiani così come quelli delle altre confessioni e religioni. I cristiani, pertanto, potranno godere appieno della propria libertà soltanto se saranno capaci di porsi in difesa anche delle libertà religiose degli altri. L’Europa non deve solo essere una grande democrazia, ma deve avere anche una forte spiritualità, ha concluso il porporato.

Un messaggio questo che è stato pienamente condiviso anche dal vescovo Hilarion, rappresentante della Chiesa ortodossa di Mosca a Bruxelles, che ha auspicato una nuova alleanza tra le due Chiese per far sì che cattolici ed ortodossi possano contrastare le derive liberaliste e la secolarizzazione sempre più forti in Europa. Un’alleanza che dovrà andare molto al di là di quelle che sono le competenze della Commissione teologica mista, cattolica e ortodossa. Forse, per l’unità delle Chiese ortodossa e cattolica dovremo aspettare ancora decenni – ha sottolineato l’arcivescovo Hilarion –, ma nulla ci impedisce di agire nel frattempo come una sola Chiesa per la difesa della cristianità in Europa.

Nel pomeriggio i lavori della Conferenza proseguiranno con un dibattito sui rapporti tra Polonia e Germania 40 anni dopo il memorandum congiunto dei vescovi dei due Paesi sul perdono reciproco. Al dibattito prenderanno parte anche l’ex Cancelliere tedesco, Helmut Kohl, e l’ex ministro degli Esteri polacco, Wladislaw Bartoszewski.

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Servizio Radio Vaticana 18 settembre 2005 

Con una solenne messa nella cattedrale di Gniezno, in Polonia, si sono conclusi i lavori della VI conferenza dei movimenti e delle associazioni cristiane, prevalentemente dell’Europa centro-orientale. Nel messaggio finale, gli oltre 800 partecipanti si impegnano a proseguire gli sforzi nel dialogo ecumenico ed interreligioso in quanto fattore di sviluppo del processo di integrazione europea e garanzia di pace. In un messaggio indirizzato a Papa Benedetto XVI, l’arcivescovo Muzynski, metropolita di Gniezno, annuncia una nuova primavera per il cristianesimo in Europa.

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Siamo alla vigilia di una nuova primavera per il Cristianesimo in Europa. Con questa convinzione espressa dall’arcivescovo Muzynski, metropolita di Gniezno, in un messaggio indirizzato al Santo Padre Benedetto XVI, si sono conclusi ufficialmente i lavori della VI Conferenza internazionale dei movimenti e delle associazioni cristiane. Per tre giorni oltre 850 partecipanti in rappresentanza di circa 200 movimenti, del mondo culturale e politico europeo e delle Chiese cristiane, con la partecipazione di rappresentanti dell’Islam e dell’ebraismo, si sono confrontati sul tema del dialogo in Europa come fattore di arricchimento comune. 

Nel documento finale della conferenza si sottolinea come il dialogo ecumenico ed interreligioso avviato a Gniezno in Polonia possa essere esempio per un fruttuoso cammino sulla strada dell’integrazione europea. Un’Europa - viene notato dai partecipanti - che sempre più appare in forte crisi d’identità e che si allontana progressivamente da quelli che sono i valori comuni del cristianesimo europeo. Ma allo stesso modo viene enfatizzato il dialogo tra religioni diverse come fattore di pace tra i popoli, nel mondo, come in Europa. 

Un particolare ringraziamento per la vicinanza spirituale dimostrata viene rivolto al Papa Benedetto XVI al quale si annuncia l’inizio di una nuova primavera cristiana in Europa, grazie in particolare al contributo che in questo evento ecumenico polacco è stato dato dai giovani della Chiesa. L’esperienza di Gniezno – dichiara l’arcivescovo Muzynski – è stata una vera scuola di dialogo per tutti. 

La giornata odierna si è infine conclusa con un ultimo dibattito sul dialogo interreligioso al quale ha preso parte il vescovo Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, il rabbino Jack Bemporad e il Gran muftì di Bosnia Herzegovina Mustafà Ceric.

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Intervista di Radio Vaticana al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani:

R. – Il cristianesimo ha plasmato l’Europa. L’Europa non esisterebbe senza il cristianesimo. Il cristianesimo è però diviso in ortodossi, cattolici ed evangelici. Quindi, questo ha diviso l’Europa. Quindi, l’avvicinamento fra le diverse Chiese in Europa sarebbe di aiuto all’integrazione europea. Questa integrazione europea non può essere solo economica, ma anche ecumenica, perché l’Europa ha bisogno di un’anima, che non può che essere cristiana.

D. – L’Europa orientale sembra molto attratta dall’Unione Europea, tuttavia i cittadini dell’Europa orientale sembrano un po’ disorientati da questo laicismo e secolarismo che avanza nell’Unione Europea…

R. – Sì, sono preoccupati di questo sviluppo nell’Europa occidentale, ma non si deve dimenticare che anche nell’Europa orientale è presente la secolarizzazione. I 70 anni di propaganda a favore dell’ateismo, ai tempi del comunismo, e l’educazione atea nelle scuole, hanno lasciato le loro tracce. C’è, perciò, secolarizzazione sia nell’Europa orientale che nell’Europa occidentale. E’ una sfida comune e dobbiamo provare a superare queste nuove sfide per il futuro dell’Europa e degli uomini europei.

D. – È stato detto: agire come una Chiesa unica è possibile, anche se l’unità non è stata ancora raggiunta. È stata proposta addirittura un’alleanza cattolico-ortodossa…

R. – Io non parlo di un’alleanza, ma di una cooperazione. La cooperazione è possibile ed esiste da molti anni. Per esempio, nella mia patria, in Germania, con i protestanti, in campo sociale, in campo politico, possiamo fare molte cose, particolarmente con gli ortodossi, perché abbiamo gli stessi valori. Posso, quindi, prendere questa idea di cui ha parlato il vescovo Ilarion, di una cooperazione in Europa orientale e in Europa occidentale.

D. – Comunque, da Gniezno viene un segnale incoraggiante per l’Europa?

R. – Sì, viene un segnale incoraggiante e sono molto contento che qui in Polonia ci sia tanto interesse per l’Ecumenismo.
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[Fonte: Radio Vaticana 17/18 settembre 2005]

 

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