Pontificio Consiglio per
la promozione dell'Unità dei cristiani
PRESENTAZIONE DEL CARD.
WALTER KASPER
Retrospettiva e prospettiva sul cammino
ecumenico
Non è facile riassumere la nostra Conferenza.
Senza pretendere di essere completo, vorrei rilevare tre punti, che mi
sembrano essere essenziali.
1. La scelta ecumenica di "Unitatis
redintegratio" quaranta anni fa è irreversibile e la sua
validità è permanente, sia per l'oggi che per il futuro:
- essa è conforme alla volontà di Gesù
Cristo;
- conforme alla volontà di un Concilio universale approvato dai Papi
Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II;
- corrisponde ai segni dei tempi,
all'evangelizzazione e alla nuova evangelizzazione alla quale oggi siamo
chiamati;
- essa ha già portato molti e buoni frutti nella vita della Chiesa, frutti
che sono un dono dello Spirito del Signore, per i quali dobbiamo ringraziarLo. Questi stessi frutti ci obbligano e ci impongono di andare
avanti e di continuare nel nostro impegno ecumenico.
2. Nei quaranta anni trascorsi la situazione
ecumenica ha subito un grande cambiamento, con luci ed ombre:
2.1. Le luci:
- Abbiamo raggiunto una situazione intermedia,
in cui la ricezione e la consapevolezza ecumenica nella Chiesa è cresciuta;
sono cresciute anche le attese e talvolta l'impazienza. Soprattutto Papa
Giovanni Paolo II, dal primo giorno del suo lungo pontificato, ha fatto suo
l'impegno ecumenico e lo ha promosso con parole incoraggianti ed atti
convincenti.
- Tramite i dialoghi, sia a livello
internazionale, che a livello regionale e locale, abbiamo eliminato molti
malintesi e pregiudizi, abbiamo superato differenze del passato, approfondito
ed arricchito la comunanza nella fede, e abbiamo stretto molte amicizie.
- Nella maggior parte delle situazioni nella
Chiesa, la convivenza e la collaborazione ecumenica appartengono alla vita
ecclesiale quotidiana delle parrocchie e delle diocesi; l'ecumenismo fa
integralmente e normalmente parte della vita della Chiesa.
- Siamo innanzitutto grati per i gruppi di
preghiera ecumenica e la rete spirituale fra monasteri, conventi, comunità e
movimenti. Grazia a Dio l'ecumenismo spirituale sta crescendo. Non esiste una
epoca ecumenica "glaciale".
2.2. Le ombre:
- Talvolta persistono antichi pregiudizi;
spesso la memoria del passato pesa sul presente ed impedisce un futuro comune.
Si devono anche lamentare pigrizie e ristrettezze, ed un ripiegamento delle
Chiese e Comunità ecclesiali su se stesse. Inversamente, l'ecumenismo diventa
a volte preda di un attivismo superficiale o una questione di rapporti
puramente formali di cortesia, di diplomazia ovvero di burocrazia.
- L'immagine dell'ecumenismo, così come esso è
compreso dalla Chiesa, è talvolta distorto da malintesi ed abusi, che non
soltanto non aiutano, ma provocano reazioni contrarie e sono controproducenti.
Soltanto un ecumenismo basato sulla dottrina e la disciplina della Chiesa avrà
un futuro.
- Oggi siamo confrontati a nuove sfide: da una
parte, il relativismo e pluralismo qualitativo postmoderno, che non pone più
la questione della verità, e dall'altra, un fondamentalismo aggressivo
esercitato da sette antiche e nuove sette, con le quali non è possibile per la
maggior parte dei casi stabilire un un dialogo improntato a rispetto.
- In alcune Comunità ecclesiali si constata una
sorta di un liberalismo dottrinale e soprattutto etico, che crea nuovi
dissensi sia all'interno di queste Comunità, che tra di esse e la Chiesa
cattolica. Tali sviluppi così detti progressisti minano di fatto il progresso
ecumenico. Il vero ecumenismo è ecumenismo nella carità e nella verità.
3. I buoni frutti fino ad ora raggiunti e le
nuove sfide richiedono una chiara e concordata concezione del futuro del
movimento ecumenico.
- Si rende necessaria una riflessione
approfondita e condivisa sulle basi dell'ecumenismo: il Battesimo comune e la
fede battesimale: la professione del Dio trinitario e di Gesù Cristo quale
unico Salvatore e Redentore unita all'impegno di vivere secondo i comandamenti
di Dio e lo spirito del vangelo. Non basta un vago spirito di famiglia.
Dobbiamo promuovere la formazione ecumenica su ciò che ci unisce e ciò che ci
divide ancora. L'ignoranza e l'indifferenza della propria fede e della fede
d'altrui sono ostacoli per un vero ecumenismo.
- Bisogna chiarire lo scopo delle attività
ecumeniche: la comunione piena nella fede, nei sacramenti e nel ministero
apostolico. Tale comunione non è da confondere con l'uniformità; essa dà
spazio a una legittima diversità di espressione, di spiritualità, di rito, di
teologia, di inculturazione ecc. Nel frattempo l'ecumenismo avanza grazie allo
scambio dei doni, che non consiste in un impoverimento, ma che costituisce un
arricchimento. Così il movimento ecumenico aiuta a raggiungere la concreta e
piena realizzazione della cattolicità.
- L'ecumenismo non è un scopo in se stesso,
esso è legato all'evangelizzazione. Il movimento missionario e il movimento
ecumenico sono dall'inizio quasi gemelli e rappresentano insieme il dinamismo
storico della Chiesa, tramite il quale Dio, secondo il suo disegno salvifico,
raduna il suo popolo da tutti i popoli della terra. Il percorso ecumenico si
colloca in questa dinamica escatologica e vive di una speranza che non può
deludere.
- In ultima analisi, il processo ecumenico è
un'avventura dello Spirito Santo e un processo spirituale.
L'ecumenismo spirituale è dunque il cuore
stesso dell'ecumenismo: cioè conversione e rinnovamento, santità e vita
secondo il vangelo, preghiera privata e comune. Perciò siamo grati a tutti
colore che pregano privatamente per l'unità, ai gruppi di preghiera comune,
alle reti spirituali che uniscono monasteri, conventi, comunità e movimenti
spirituali. Siamo decisi a promuovere tale ecumenismo spirituale. Il
Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani intende
preparare e pubblicare un Vademecum della spiritualità ecumenica, che
dovrà essere concretizzato secondo le diverse situazioni e circostanze della
vita ecclesiale.
Le situazioni - e non soltanto le situazioni
ecumeniche - sono molto variegate nella Chiesa di oggi.
Un programma comune non è possibile né esso
sembra necessario o desiderabile. Delle Conferenze, come questa che ci ha
riunito in questi giorni, permettono di rafforzare la nostra decisione comune
di percorrere la strada ecumenica; approfondiscono la nostra comune
consapevolezza e comprensione ecumenica; offrono un comune orientamento
ecumenico per il futuro. A conclusione di questo raduno e nel separarci siamo
convinti che l'ecumenismo con l'evangelizzazione sono la via della Chiesa
verso il futuro. L'uno e l'altra costituiscono la volontà del Signore e il
dono dello Spirito. Ringraziamo il Santo Padre che ci ha confermato in questa
convinzione e ci ha indicato questo cammino.
21.11.2004