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Papa: per l’unità dei cristiani “ogni nostra energia e sforzo”, ma soprattutto preghiera
 

La ricerca dell’unità dei cristiani deve impegnare “ogni nostra energia e sforzo”, e da tempi in effetti accomuna i seguaci di Gesù, ma è opera troppo grande per poter essere compiuta solo dagli uomini, essa sarà un “dono di Dio”: è da questa convinzione che nasce l’appello a tutti i cristiani a pregare e che quest’anno, che ricorda anche il bimillenario paolino, si concretizza nella scelta del suo “pregate continuamente” come tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, giunta quest’anno alla sua centesima edizione.

Le parole di San Paolo sono state il centro della riflessione svolta da Benedetto XVI oggi pomeriggio nella basilica romana di San Paolo fuori le mura, ove si è recato per la tradizionale celebrazione dei secondi Vespri, appuntamento conclusivo della Settimana. Il centesimo anniversario della celebrazione ha reso, quest’anno, particolarmente significativa la consueta partecipazione, in basilica, di esponenti delle altre confessioni cristiane, a partire dal segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, Samuel Kobia. La presenza del reverendo Kobia, come ha ricordato il Papa, è servita anche a festeggiare i 40 anni esatti nei quali “le comunità cristiane di tutto il mondo ricevono per la Settimana meditazioni e preghiere preparate congiuntamente dalla commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani”.

L’odierna festa della conversione di San Paolo, nelle parole di Benedetto XVI, deve far riflettere sul fatto che lo stesso apostolo, convinto di essere stato convertito per intervento divino e “animato sempre dalla profonda persuasione che tutta la sua forza proveniva dalla grazia di Dio operante in lui”, esortava i cristiani alla preghiera continua. “Le parole dell’Apostolo sul rapporto tra sforzo umano e grazia divina risuonano colme di un significato del tutto particolare. A conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, siamo ancor più coscienti di quanto l’opera della ricomposizione dell’unità, che richiede ogni nostra energia e sforzo, sia comunque infinitamente superiore alle nostre possibilità. L’unità con Dio e con i nostri fratelli e sorelle è un dono che viene dall’Alto”. “Non è in nostro potere decidere quando o come questa unità si realizzerà pienamente. Solo Dio potrà farlo!”.

Già evocato nel discorso di mercoledì scorso per l’udienza generale, l’invito che Paolo rivolge ai cristiani di Tessalonica, “Pregate continuamente”, dà “forza e coerenza” alle esortazioni contenuta nella stessa epistola, a “favorire la partecipazione di tutti, a sostenere i deboli, ad essere pazienti, a non rendere male per male ad alcuno, a cercare sempre il bene, ad essere sempre lieti e a rendere grazie in ogni circostanza (cfr 1 Ts 5,12-22)”.

La preghiera riguarda in particolar modo il movimento ecumenico. “Il nostro desiderio di unità non dovrebbe limitarsi ad occasioni sporadiche, ma divenire parte integrante di tutta la nostra vita di preghiera. Sono stati uomini e donne formati nella Parola di Dio e nella preghiera gli artigiani della riconciliazione e dell’unità in ogni fase della storia. È il cammino della preghiera che ha aperto la strada al movimento ecumenico, così come lo conosciamo oggi”. Il Papa, in proposito, ha ricordato che “cento anni fa, Padre Paul Wattson, all’epoca ancora ministro episcopaliano, ideò un ottavario di preghiera per l’unità, che fu celebrato per la prima volta a Graymoor (New York) dal 18 al 25 gennaio 1908”. “Negli anni trenta del secolo scorso, l’ottavario di preghiera conobbe importanti adattamenti dietro impulso soprattutto dell’Abbé Paul Couturier di Lione, anch’egli grande promotore dell’ecumenismo spirituale. Il suo invito a ‘pregare per l’unità della Chiesa così come Cristo la vuole e secondo i mezzi che Lui vuole’, permise a cristiani di tutte le tradizioni di unirsi in una sola preghiera per l’unità. Rendiamo grazie a Dio per il grande movimento di preghiera che, da cento anni, accompagna e sostiene i credenti in Cristo nella loro ricerca di unità. La barca dell’ecumenismo – ha concluso - non sarebbe mai uscita dal porto se non fosse stata mossa da quest’ampia corrente di preghiera e spinta dal soffio dello Spirito Santo”.

Del cammino ecumenico Benedetto XVI aveva parlato già questa mattina, ricevendo i membri del gruppo misto di lavoro del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e del Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra, riuniti a Roma. Il Papa ha rilevato che Consiglio ecumenico delle Chiese e Chiesa cattolica godono i “frutti delle relazioni ecumeniche che datano dal Concilio Vaticano II” e che il “dialogo ecumenico ha dato frutti abbondanti nel secolo passato”. “La ricezione di tali frutti - ha detto - è essa stessa un importante gradino nel processo di promozione dell'unità dei cristiani e questo gruppo di lavoro congiunto è studiato soprattutto per incoraggiare tale processo”.


[Fonte: AsiaNews 25 gennaio 2008]

   
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