La Fraternità, composta da cinque religiosi e che dipende direttamente dal ministro
generale, vuole essere una presenza orientata al dialogo. Domenica scorsa, inoltre, una delegazione dei Frati minori si è
recata in visita al patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.
«Essere Fraternità di dialogo, luogo di incontro
e di dialogo con l'Islam e con la Chiesa ortodossa - ha spiegato padre Carballo nell'omelia - è l'obiettivo fondamentale
della vostra presenza qui ad Istanbul, è la vostra vita e missione principale nell'incontro con il cuore dell'ortodossia e
in casa dell'Islam». «Siete dunque chiamati a rispondere a una delle esigenze fondamentali della nostra vocazione e
missione come Frati minori: essere artifici di dialogo e di comunione con i "vicini" e con i "lontani":
con i fratelli che professano la stessa fede (la Chiesa ortodossa), ma la esprimono in modo diverso dal nostro». «Il
dialogo - ha poi precisato il Ministro generale - è parte del nostro Dna di Frati minori.
Il dialogo ecumenico e
interreligioso è parte essenziale della nostra vocazione e impegno ineludibile della nostra missione come Frati minori. Per
difficoltoso che sia, non vi possiamo rinunciare. Rinunciare al dialogo come cammino di incontro e di comunione con l'altro,
significherebbe compromettere seriamente la nostra fedeltà al Vangelo».
La Turchia ha una popolazione composta per il 99% da musulmani e meno dell'1% da cristiani, che appartengono sia alla Chiesa
ortodossa, rappresentata dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, sia alla Chiesa cattolica di rito armeno, bizantino e
latino. «I frati - spiega un comunicato della Curia - valuteranno, poi, come poter rispondere alle richieste di impegno e
aiuto nelle scuole, negli ospedali, nel quartiere, agli studenti e ai poveri presenti tra loro».
La Curia generale inoltre
rende noto che «quando il vicario apostolico di Istanbul per la Chiesa di rito latino, monsignor Louis Pelâtre, ha
visionato il progetto della Fraternità, ha commentato: i Francescani hanno presentato un progetto attento e rispettoso
delle diverse comunità religiose della Turchia».
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