Cattolici,
ortodossi e musulmani appendono nelle loro case l’immagine del papa
defunto
Decine di cittadini antiocheni hanno espresso le loro condoglianze
per la scomparsa di Giovanni Paolo II visitando la chiesa cattolica
della città e manifestando il proprio dolore per la morte del papa.
“Vi siamo vicini nel dolore” il ritornello più ricorrente,
accompagnato dalla consapevolezza che ora il “Santo Padre” riposa
nella Luce di Dio.
Tra gli altri si sono
presentati il capo della comunità ebraica vestito a lutto; i pastori
protestanti, americani e coreani, gli abuna (sacerdoti)
ortodossi, i religiosi alowiti, oltre alle autorità civili,
diplomatiche e varie personalità politiche locali.
Sorprendente la
commozione, la solidarietà e la partecipazione di tanta gente.
Trascorsi gli 8 giorni di lutto, come si conviene nella cultura
orientale, le visite di cordoglio sono andate via via scemando. Nel
quaderno in cui sono raccolte le firme di cordoglio si leggono anche i
ritagli dei giornali locali, che non si sono risparmiati in foto e
dettagli sulla notizia della morte e dei funerali del pontefice. Mai
un Papa ha destato così grande interesse in Turchia: in tutta la
nazione le bandiere sono state messe a mezz’asta.
L’8 aprile la comunità
cristiana si è radunata per un momento di preghiera in suffragio del
papa, in concomitanza con i funerali in piazza san Pietro a Roma. Con
il parroco p. Domenico Bertogli, e il piccolo fratello di Charles de
Foucould, il francese p. Francois, erano presenti i tre abuna
greco-ortodossi, ma anche il rabbino ebreo e il capo della comunità
ebraica antiochena, il muftì della città, i pastori
protestanti. Tra le autorità, il prefetto, il sindaco della città e
il rettore dell’Università locale.
Sono intervenute anche
centinaia di persone che, in pieno giorno lavorativo, non hanno
esitato a lasciare il lavoro, la scuola e a chiudere negozi per
testimoniare di aver preso sul serio il sogno del papa: “Vivere la
pace in un Medio Oriente riconciliato”.
In un mosaico
variopinto di lingue e di invocazioni corali si è pregato Dio in
turco, in ebraico, in arabo, ognuno a modo suo in un’unica voce,
ringraziandolo per il dono di Giovanni Paolo II e invocandolo perché
sul suo esempio ci sia sempre il dialogo e il rispetto per ogni essere
umano al centro dell’esistenza di ogni uomo.
In ricordo di un
incontro storico per la città, numerosi antiocheni – cattolici,
ortodossi, musulmani - hanno appeso in casa l’immagine del papa
stampata per l’occasione.
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[Fonte. AsiaNews del 13 aprile
2005]