5 gennaio 2005. Giovanni Paolo II sta
trascorrendo in modo tranquillo questa quarta giornata di ricovero al Policlinico Gemelli. Stamani, quasi cento vescovi
provenienti da 40 Paesi di tutto il mondo si sono riuniti in preghiera al Gemelli e una delegazione ha potuto incontrare
il Papa.
Al Policlinico Gemelli, oggi è stato il momento della vicinanza ecumenica a Giovanni Paolo II. 82 vescovi di diverse
confessioni cristiane - cattolici, ortodossi ed evangelici - hanno voluto esprimere il loro sincero affetto al Papa per
augurargli una pronta guarigione. I presuli si sono riuniti in preghiera nella cappella del 3° piano dell’ospedale
romano. Un’iniziativa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. Dopo il momento di raccoglimento, una delegazione
guidata da mons. Paglia, vescovo di Terni, e composta dal metropolita del Patriarcato romeno ortodosso, Joanta, da mons.
Lobo, vescovo di Islamabad e dal vescovo anglicano Richard Clarke si è recata dal Pontefice per consegnargli un
messaggio. Al termine dell’incontro con il Papa, mons. Paglia ha rilasciato ai nostri microfoni queste incoraggianti
parole:
“Abbiamo potuto presentare la lettera con le firme degli 82 vescovi
presenti all’incontro, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio; il Papa è stato molto contento di sapere della
preghiera, di sapere della presenza dei vescovi. Ha voluto vedere le firme e quindi abbiamo dovuto sfogliare vari fogli
per vederli. Poi, lui ci ha pregato di salutare tutti e ha ringraziato: ha ringraziato molto di questa vicinanza che è
tutta particolare, appunto perché è una vicinanza che viene non solo dai cattolici, ma anche dagli ortodossi, dagli
anglicani, dai luterani e anche da tante altre parti del mondo. Il Papa migliora, è contento e noi speriamo che possa
tornare presto in Vaticano per riprendere le attività normali”.
“In queste ore – si legge nel messaggio dei presuli al Papa -
vorremmo che la nostra preghiera e la nostra fraternità la raggiungessero in un abbraccio corale verso di Lei, Padre
infaticabile”. I vescovi augurano al Pontefice di riprendersi quanto prima affinché “possa essere restituito al
più presto al suo impegno, tanto decisivo per l’intera Chiesa di Cristo”. E ancora, sottolineano come “nella
debolezza e nella fragilità”, Giovanni Paolo II abbia lasciato abitare la “forza dello Spirito e la testimonianza
del Vangelo”. Come vescovi, conclude il mesaggio, “ci sentiamo tutti personalmente esortati dal Suo esempio a
maggiore amore e alla profondità di quella comunione nutrita dalla parola di Dio, che Lei in tanti modi e ovunque nel
mondo ha voluto suscitare e cercare”. Tra i vescovi cattolici che hanno pregato qui al Gemelli anche mons. Pascal N'Koue,
del Benin. Il “Papa è un amico dell’Africa – ha dichiarato - è un nostro amico abbiamo il dovere, come segno d’amore,
amicizia e affetto, di pregare per il nostro Pastore”. Anche oggi, d’altro canto, continuano le manifestazioni d’affetto
della gente comune: poco fa, due bambini polacchi hanno portato al Papa dei fiori bianchi e gialli, colori della
bandiera della Città del Vaticano. Un sacerdote che li accompagnava ci ha detto che si tratta del gesto semplice di
fedeli che in queste ore, anche tra i più piccoli, vogliono fare sentire al Papa quanto gli siano vicini nella speranza
di poterlo rivedere al più presto.
Un messaggio augurale per il Papa giunge anche dal Patriarca ortodosso di
Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, che assicura la propria “fraterna preghiera” per una pronta guarigione di
Giovanni Paolo II. Alessio II invoca “il Signore misericordioso” perché “doni la guarigione” al Papa e “consolidi”
le sue forze affinché possa “proseguire nell’alto servizio pastorale di Pontefice della Chiesa cattolica”, per il
bene del suo gregge e “a favore del comune impegno cristiano per la pace e la giustizia”. “Nell’amore di Cristo”,
il Patriarca Alessio II, appone infine la sua firma al messaggio, pubblicato oggi sul sito ufficiale del patriarcato di
Mosca.