angolo
   

Tiene il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah

Da ieri mattina alle 5.00 c’è silenzio sul fronte israelo-libanese. La tregua delle armi voluta dall’Onu con la risoluzione 1701 e accettata dai governi di Beirut e Tel Aviv, conclude una guerra durate un mese, che è costata la vita a più di 1000 libanesi a 155 israeliani. Poche ore prima della tregua, da entrambe le parti vi sono state violente azioni militari. Aerei israeliani hanno colpito alcune sedi Hezbollah nella Bekaa e un campo palestinese nel sud Libano, mentre per tutta la notte l’artiglieria ha avuto scontri fuoco sul confine israelo-libanese. Per tutta la giornata di ieri almeno 250 razzi Hezbollah hanno raggiunto città del nord Israele, facendo vittime. Attualmente non si segnalano scontri su nessuna parte del fronte.

Il portavoce di Tsahal (l’esercito israeliano), ha precisato che Israele manterrà il blocco aereo e navale sul Libano per prevenire l’arrivo di armi agli Hezbollah.

Intanto a Beirut, un incontro del governo, che doveva decidere l’invio di truppe libanesi nel sud e il disarmo degli Hezbollah, è stato rimandato. Il ritardo potrebbe compromettere l’attuazione del cessate-il-fuoco e della risoluzione Onu, che prevede il ritiro di Israele dal Libano nel momento in cui 15 mila soldati libanesi si insediano nel sud e disarmano gli Hezbollah. Hassan Nasrallah, leader della milizia sciita, ha detto che gli Hezbollah rispetteranno il cessate-il-fuoco, ma che resisteranno alla presenza di Israele in Libano, dopo il varo della risoluzione.

La diplomazia mondiale si appresta intanto a varare la forza internazionale che dovrebbe andare a rafforzare le truppe Onu (Unifil), con il mandato di far attuare il cessate il fuoco. Francia, Italia, ma anche Turchia e Malaysia si sono dette pronte a inviare le loro truppe. Per il loro dispiegamento sarà necessario attendere settimane, facendo aumentare i timori che il fragile cessate-il-fuoco non sarà mantenuto.

   
angolo