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Un testo interessante scritto da due vaticanisti
 

Autori: Gnocchi Alessandro, Palmaro Mario
Editore: Piemme, 2006 Pagine: 206, €12,50
Genere: teologia, morale cristiana
Argomento: fede, laicismo

Portate un Crocifisso in bella evidenza? Non fate gli straordinari perché c'è una funzione della Settimana Santa? Dite che l'aborto è un omicidio? Difendete il magistero della Chiesa e l'autorità del Papa? Questo manuale è stato scritto per tutti coloro che vogliono essere ancora cattolici vecchio stampo nel terzo millennio, per tutti coloro che non si vergognano della propria fede e, proprio per questo, vengono accusati di intolleranza. La confezione contiene: le schede della nazionale dei laicisti e il test per capire se sei un cattolico capace di sopravvivere al laicismo moderno.


 

dal Capitolo:

Calano le vocazioni? Facciamo un bel convegno
E scopri che «le sfide del presbitero del terzo millenio» stanno nelle «scelte relazionali»

pagg.145-146

Diminuiscono i preti? E noi li rimpiazziamo con dei laici. Oppure con delle suore tuttofare, trascinate loro malgrado a fare le "parroche". Oppure, ecco saltar fuori dal cilindro i diaconi permanenti, giovanotti attempati che vengono "usati" sull'altare per fare un po' di tutto, a eccezione della consacrazione. Senza dimenticare i "ministri straordinari dell'eucaristia" - uomini e donne senza colpa, precettati dal parroco fra i professionisti, artigiani e ortolani della comunità - che si mettono a distribuire la comunione «perché bisogna finire prima la messa».

Direte: è facile criticare. Verissimo. Tuttavia, bisognerebbe almeno affrontare il toro per le corna. Se vengono meno i preti, bisognerà rimboccarsi le mani per capire la causa, e rimettersi al lavoro proprio nella formazione dei sacerdoti. È forse troppo pretendere che si proceda a una seria verifica, che abbia come oggetto: 1. come funzionano i seminari; 2. quale dottrina viene insegnata; 3. chi sono oggi i docenti dei seminaristi; 4. che libri di testo si studiano; 5. quanto e come si prega?

Quali erano i presupposti delle vocazioni religiose fino a qualche decennio fa? Noi ci permettiamo di ricordarne due: la famiglia e il prete della parrocchia. Da un lato, ci vogliono coppie che facciano figli, e che si sforzino di educarli alla fede sin dalla più tenera età. Ci vogliono soprattutto mamme cattoliche, che tornino ad appassionarsi innanzitutto per i propri figli, piuttosto che mettere in cima a ogni pensiero la propria realizzazione professionale. Quante volte abbiamo sentito un prete, un vescovo, un frate raccontare che hanno scoperto Cristo e la sua chiamata grazie alla mamma. Per tutta risposta, noi continuiamo a bearci del femminismo politicamente corretto, quello che si taglia a chili nei mass media, e poi ci meravigliamo che le vocazioni spariscono.

Ma c'è una seconda "leva" che proietta il ragazzo almeno a pensare al sacerdozio: ed è l'incontro con un prete che lo affascina. Nella storia di ogni sacerdote c'è il nome di un prete di fronte al quale uno dice in cuor suo: vorrei essere come lui. Ora, come è possibile questo se ci sono preti, troppi, scontenti di sé, disamorati del sacerdozio, inariditi dal tran tran burocratico?

E poi, ultima ma non ultima, ci sembra fondamentale la preghiera. Qui bisogna tornare a chiedere vocazioni mettendosi in ginocchio. La smania del fare, fare, fare ha messo in crisi la vera sorgente di questa vocazione. Non si può pensare ai preti come funzionari di cui abbiamo bisogno per occupare il territorio: il prete è dono che Dio fa a un popolo che glielo domanda. Non per farne un "operatore pastorale", ma un alter Christus.

   
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