“Il nuovo dialogo interreligioso del
terzo millennio dovrebbe partire dal conoscere
il profilo reale dei soggetti con cui
interagiamo. Una premessa importante per ogni
forma di confronto, soprattutto se
l'interlocutore è musulmano”. Il professor
Adel Jabbar porta alla platea del Meeting di
Loreto la sua esperienza di straniero
perfettamente integrato. Il profilo del
“musulmano d'oggi” che traccia nel corso
della sua relazione coincide un po' anche col
suo. “Spesso i giudizi espressi sugli islamici
rispondono a cliché basati su testi di secoli
fa. Non si tiene conto che anche noi abbiamo
vissuto la globalizzazione, e che alcune prassi
e concezioni della realtà musulmana sono state
riviste, aggiornate”.
Dunque il mondo islamico accetta la modernità,
la affronta a pieno, anche se la vive come
decadenza. “Un tempo, il mondo arabo era il
centro del pianeta, un fulcro pulsante di
commerci, culture, ricchezze. Oggi tutto questo
non esiste più. Gli equilibri del mondo si sono
spostati, e il musulmano d'oggi si ritrova
scisso tra un presente d'emarginazione
economico-culturale e un passato di grandezza,
di cui oggi è prigioniero”.
Il musulmano che arriva oggi in Italia “è,
prima che musulmano, un immigrato, alla ricerca
di un'emancipazione sociale che non trova nel
proprio paese e che proietta in una nuova terra
promessa. Arrivato nel paese straniero, però,
si trova a dover affrontare marginalità,
sconfitte, solitudine. Vive così una nuova
scissione: tra il sogno della terra promessa e
la sua nuova, dura condizione di migrante”.
Adel Jabbar si sofferma sul tema del rapporto
storico e culturale tra religioni diverse,
proposto da Padre Beniamino Rossi, moderatore
della tavola rotonda. “La religione musulmana,
l'ebrea, la cristiana. Qual è quella vera? Vi
propongo una storia. “Un uomo possedeva un
anello d'oro, su cui era incastonata la pietra
più preziosa del mondo. Costui aveva tre figli,
e ognuno di loro reclamava per sé l'anello.
L'uomo allora, convocò un suo gioielliere di
fiducia e gli fece creare due copie perfette del
prezioso. Solo il proprietario sapeva
dell'esistenza delle due riproduzioni, e solo
lui riusciva a riconoscerle dall'originale. In
gran segreto, consegnò un anello per ciascuno
dei figli. Così che ognuno era convinto d'avere
quello vero. Vedete, quell'uomo è Dio, e quei
tre anelli sono le nostre tre religioni”
_____________________
[Fonte: Vita
- no profit on-line]
| home
| | inizio pagina |
|