Vasta eco nel mondo per il Documento pontificio su
 Chiesa e media: «Il rapido sviluppo»

Il commento di Mons. Boccardo, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali

Nell’ampio e articolato mondo delle comunicazioni sociali ha suscitato impressione e dibattiti la Lettera apostolica di Giovanni Paolo II dedicata ai media, intitolata “Il rapido sviluppo”. Presentato ufficialmente ieri ai diretti interessati, i giornalisti, il documento pontificio abbraccia il macrocosmo mediatico e si interroga sul rapporto che esso ha non solo con la società ma soprattutto con la fede e l’etica. Sui contenuti della Lettera, ecco un commento del vescovo Renato Boccardo, fino a ieri segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali:

D. - Il Papa sottolinea la grande potenzialità che la comunicazione contemporanea offre alla diffusione del messaggio evangelico. Nessuno degli strumenti della comunicazione, da quelli più classici come la stampa e la radio, fino a quelli più attuali e moderni, come internet - dice il Papa - può essere escluso dall’attenzione della Chiesa per la diffusione del messaggio evangelico. Questi mezzi non sono buoni o cattivi in sé, lo diventano secondo l’uso che l’uomo ne fa. E allora, l’appello a tutti coloro che fanno comunicazione a promuovere e a favorire una informazione e una formazione attraverso il rispetto della verità, della dignità della persona umana, del suo inserimento nella società per la costruzione di un mondo che sia migliore: quello che è uno dei temi carissimi al Santo Padre, lo sappiamo, la costruzione della civiltà dell’amore. Per ottenere tutto questo, il Papa sottolinea allora che già 15 anni fa, nella sua enciclica “Redemptoris Missio”, aveva detto che la Chiesa deve essere presente in uno di questi areopaghi più attuali della vita del mondo moderno, proprio nell’areopago della comunicazione. Lì, i figli della Chiesa sono chiamati a rendere la loro testimonianza e ad avere la fantasia per inventare diverse forme di presenza e raggiungere il mondo intero, con il messaggio di cui sono portatori.

D. - Quali sono le preoccupazioni del Santo Padre, adombrate in questo documento?

R. - Direi innanzitutto il rispetto della verità nell’informazione, e il rispetto della persona che rischia tante volte di essere manipolata, orientata, strumentalizzata proprio dagli stessi mezzi dell’informazione. L’attenzione alle grandi questioni sociali: attraverso i media, tutto diventa immediato ed attuale: la promozione della pace, la promozione della vita, la difesa della libertà, la ricerca della giustizia e della comprensione tra i popoli possono avere nei media - ricorda il Papa - dei grandi promotori, particolarmente efficaci, ma anche dei grandi nemici, proprio per il modo in cui l’informazione viene gestita. Infine, una esortazione che richiama quella che 27 anni fa, sulla piazza della Basilica di San Pietro, Giovanni Paolo II ha lanciato al mondo: non abbiate paura, siate fiduciosi. Il Papa conclude il suo messaggio rivolgendosi direttamente agli operatori della comunicazione, dicendo: non abbiate paura delle nuove tecnologie, non abbiate paura delle difficoltà che incontrate, non abbiate paura nemmeno della vostra debolezza quando affrontate tutto il mondo della comunicazione che tante volte assume delle dimensioni che possono, in qualche modo, intimorire. Il Papa richiama la Parola di Gesù: “Io ho vinto il mondo, io sono con voi tutti i giorni!”.

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[Fonte: Radio Vaticana 25 febbraio 2005]

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