Ricordare,
oggi
Certo del nazismo ci inorridisce e ci spaventa il massacro programmato, l'orrore pianificato, la disumanità divenuta drammaticamente 'normale' in quei giorni e in quel contesto, una delle pagine più terribili della storia. E la consapevolezza dell'accaduto e dei pericoli rappresentati da ogni ideologia dovrebbe radicarsi fortemente nelle coscienze e non rimanere confinata al giorno della commemorazione. Tuttavia io, donna di questo tempo, non posso dimenticare e, senza perdermi nella citazione di cifre purtroppo altrettanto drammaticamente rimarchevoli, vorrei nominare le vittime delle persecuzioni in URSS, in Ucraina, in Turchia (il genocidio degli Armeni), in Cina, in Vietnam, in Cambogia, nell' Est Europeo, quelle in America Latina, quelle in Africa, quelle in Afghanistan, in Iraq, nei Balcani (con riferimento a tutte le etnie coinvolte), nel Sudan, in Timor Est. E, oggi, i Cristiani e i Curdi in MO e in Asia. Mi spiace per chi non nomino per ignoranza o per disattenzione. Per non parlare di altre morti, che restano sconosciute perché si perdono nella fretta indifferente di una quotidianità che fagocita le coscienze, frutto di un odio e di una violenza che si manifestano sotto altre etichette o giustificazioni ideologiche o politiche con un sottofondo spesso economico dal travestimento umanitaristico, ma la cui matrice è sempre riconoscibile nello stesso "Male", che ha nomi diversi: odio, divisione, terrorismo, pretesa di possesso, manipolazione, massificazione, strumentalizzazione, indifferenza, che diventano disumanità. Non è mia intenzione scatenare in questa occasione una polemica sui totalitarismi; desidero soltanto che il 27 gennaio sia veramente il giorno della Memoria, e quindi che si accomunino nel ricordo tutte le vittime del Novecento: il secolo, che è stato definito della massima violenza dello Stato sull'uomo; ma ad esse vorrei fossero accomunate anche le vittime di ogni generazione che ci ha preceduti nella storia che di genocidi, senza nulla togliere al dramma degli ebrei, ne ha visti davvero tanti. Tutti dovremmo comunque ricordare che per avere un futuro bisogna guarire dal passato... e la memoria deve essere sana e responsabile consapevolezza e non il "sacrario dell'odio" dal quale tirar fuori ogni possibile ricatto morale nei confronti del resto del mondo chiamato a testimone. Non può restare senza conseguenze asserire che “la shoah” segna “il vertice del cammino dell’odio”, che voleva “uccidere Dio”. Occorre invece respingere la tendenza odierna - che va generalizzandosi sempre di più - di conferire portata teologica e “neo-dogmatica” ad un fatto storico come la shoah (che significa sterminio) quale “nuovo Olocausto”, visto che l'unico Olocausto è quello di Cristo Signore che nulla e nessuno può rimpiazzare. Infatti, per la Fede cattolica, l’odio di satana ha mosso degli uomini (Sinedrio con il popolo ebraico a lui sottomesso con la connivenza de dominatori Romani, senza dimenticare i nostri peccati) ad uccidere Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nella sua natura umana. Questo è il vero vertice dell’odio contro Dio. Da ultimo spero che non si faccia ideologia nel giorno della memoria (non è certo questo l'intento della legge; ma sono sempre possibili strumentalizzazioni di ogni genere, che sarebbero ciniche quant'altro mai) ma che si aiutino i giovani e in fondo tutti noi a comprendere che ricordare il male presente nella storia deve servire a prenderne le distanze, a partire da ognuno, per costruire un mondo di pace in cui i valori cristiani, inverati da uomini di autentica buona volontà, siano il fulcro imprescindibile di ogni convivenza non soltanto formalmente civile, che voglia essere anche "umana" nel senso pieno del termine.
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