Meeting internazionale sulle migrazioni

Loreto, 26-31 luglio 2005 - I figli degli immigrati protagonisti nell'Europa di oggi e di domani


A conclusione del Meeting

Quando un flusso migratorio si stabilizza e la presenza degli stranieri diventa funzionale alla società ospitante, si passa da una situazione di “lavoratori stranieri” alla presenza di una popolazione immigrata complessa ed organica: si moltiplicano i ricongiungimenti familiari, si formano nuove famiglie, si consolida la presenza dei figli di immigrati.

 Nasce, così, il fenomeno della “seconda generazione”: i figli degli stranieri nati e scolarizzati nel Paese di immigrazione dei loro genitori. Per le politiche migratorie dei singoli Paesi di immigrazione si dovrebbe passare dall’assistenza e dall’emergenza a vere e proprie politiche di inserimento e di integrazione. 

La seconda generazione in Europa: L’apparire ed il consolidarsi della seconda generazione si manifesta, prima di tutto, con l’incidenza dei figli degli stranieri sulle nascite: nei nostri Paesi europei in netto regresso demografico, la crescita della popolazione residente e l’equilibrio all’invecchiamento si verificano attraverso le nuove entrate (flussi miratori e ricongiungimenti familiari) ed il saldo positivo tra le nascite e le morti, grazie alla maggiore fecondità delle famiglie immigrate. E’ stato il caso dei Paesi tradizionali di immigrazione come la Francia, la Germania, l’Inghilterra, il Belgio, il Lussemburgo e l’Olanda ed oggi si verifica anche per i nuovi Paesi di immigrazione quali la Grecia, la Spagna, il Portogallo e l’Italia. 

Così, dopo qualche anno, la presenza della seconda generazione diventa visibile nella scuole e, successivamente, nella formazione professionale e sul mercato giovanile del lavoro: i figli degli immigrati diventano parte integrante della complessa problematica giovanile di ogni Paese e della stessa Europa. La situazione giovanile locale si colora e si complica proprio a causa della presenza di ragazzi e di giovani che vivono problematiche particolari, legate alla loro situazione di figli di stranieri. Essi vivono una duplice appartenenza: sono contemporaneamente “giovani” e “figli di stranieri”.

 Respirano l’aria della realtà giovanile, che hanno assorbito nella scuola ed in tutti gli ambienti di socializzazione giovanile nei quali sono inseriti ed ai quali partecipano con i loro coetanei: sono portati a vestire allo stesso modo degli altri giovani, ad amare la stessa musica, ad appassionarsi agli stessi idoli, ad assumere gli stessi atteggiamenti, a condividere i valori e gli interessi della maggioranza dei giovani, ad entrare nelle stesse problematiche, a subire le stesse incertezze e paure, a coltivare le stesse speranze e prospettive per il futuro.


Nello stesso tempo hanno “radici” diverse, dalla struttura fisica e morfologica alla prima inculturazione familiare: figli di immigrati, al di là delle legislazioni più o meno favorevoli e anche se possono ottenere una “naturalizzazione” (la cittadinanza del Paese di immigrazione), rimangono, nel loro profondo e nella percezione della società, “figli di stranieri” e, quindi, “stranieri” essi stessi. Da qui la “fragilità” e la complessità della loro identità personale e sociale. Sono soggetti ad una altalena di identificazioni: una specie di movimento “pendolare” di appartenenza, che li porta ad identificarsi in modo estremo con la società di residenza e, a volte, di contrapporsi ad essa, sottolineando ed esasperando la loro estraneità. Da parte sua anche la società ha atteggiamenti schizofrenici nei loro confronti: li ingloba o li rigetta, a seconda delle situazioni e degli umori sociali, economici e politici. Se non si vuole creare una nuova problematica sociale (una specie di bomba ad orologeria), le società europee sono obbligate di affrontare con serietà il problema della seconda generazione, mettendo in atto politiche organiche di integrazione, rivolte sia a questa categoria sociale di giovani, che fanno parte integrante della situazione giovanile di ogni singolo Paese, come pure nei confronti delle loro famiglie e della popolazione immigrata in generale.

I minori immigrati in Italia

In Italia siamo proprio all’inizio della presenza della seconda generazione dei figli degli immigrati e, probabilmente, questo tema non è ancora entrato nell’agenda delle preoccupazioni e degli studi della nostra società. In questi anni siamo stati occupati e preoccupati dall’emergenza, dalla regolamentazione di un fenomeno per il quale non eravamo preparati sia mentalmente che strutturalmente: negli ultimi anni, inoltre, si è verificato una involuzione culturale e legislativa, riportando il dibattito in modo fin troppo esclusivo sulle regolarizzazioni, sull’emigrazione clandestina, sulla criminalità, proprio mentre si doveva premere l’acceleratore sulle politiche di integrazione, perché la popolazione residente immigrata stava aumentando e consolidandosi. 

Ci siamo svegliati con una presenza sempre più consistente e rilevante dei figli degli immigrati nelle nostre scuole elementari, ancora una volta sostanzialmente impreparati: si ci affida alla buona volontà degli insegnanti e delle istituzioni scolastiche periferiche, alla ricerca sempre più affannosa di fondi, agli interventi spesso caotici e comunque non sempre organici e coordinati delle associazioni di volontariato. 

Se da una parte non possiamo che annotare la ormai tradizionale politica di delega e scaricamento delle responsabilità e dei problemi, dall’altra dobbiamo rilevare la necessità di un studio ed approfondimento sistematici delle problematiche legate a questo fenomeno, al fine di trovare politiche adeguate di intervento. Le istituzioni scolastiche periferiche e centrali stanno finalmente prendendo coscienza della presenza consistente dei figli degli stranieri nelle nostre scuole, le università ed i ricercatori stanno iniziando a studiare la nascente seconda generazione anche in Italia. Probabilmente, ci potrà aiutare l’esperienze di altre nazioni europee che sono molto più avanti di noi nella rilevazione e nello studio come pure nella ricerca di soluzioni strutturali.

L’ottavo Meeting Internazionale delle Migrazioni
Dal 26 al 31 luglio prossimo a Loreto, nell’ambito dell’ottavo MIM, vogliamo affrontare le tematiche della seconda generazione in Europa. Daremo spazio alla rilevazione, allo studio ed alla presentazione delle situazioni nella Regione Marche e cercheremo di fare il quadro della situazione in Italia; cercheremo di inquadrare la problematica nostrane nell’ambito della ricerca in Europa, con l’aiuto di studiosi internazionali del fenomeno. Questo il nostro piccolo contributo per affrontare una tematica di attualità. Si continua a ripetere, credo senza troppa convinzione, lo slogan che “il futuro dell’Europa è in mano ai giovani”. 

Ora, una parte importante della gioventù europea è formata dai figli degli emigrati e, quindi, una parte di tale futuro è proprio nelle loro mani. Per questo da Loreto lanciamo anche noi uno slogan, che è il titolo del 8° MIM di Loreto: “I figli degli immigrati, protagonisti nell’Europa di oggi e di domani”. L’edizione 2005 del Meeting Internazionale sulle Migrazioni sarà dedicata a P. Antonio Perotti, missionario Scalabriniano, che ha seguito in prima persona i Meeting precedenti, da molti considerato il maestro dell’intercultura in Europa, che purtroppo però ci ha lasciato lo scorso 3 settembre. Un Meeting che dura un anno e che fa il “giro d’Italia”: Il 2005 è l’anno del Centenario della morte di Mons. Giovanni Battista Scalabrini Vescovo di Piacenza, fondatore dei Missionari Scalabriniani, Padre degli emigrati, ispiratore di un “carisma” della Chiesa di Dio, quello del servizio per e con i migranti. Proprio per questo l’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS) ha voluto organizzare una serie di manifestazioni in tutta Italia: proporre in 20 città italiane una riflessione storica sull’emigrazione italiana della fine XIX ed inizio XX secolo (l’epoca di Scalabrini), rilanciare un dibattito sull’attualità migratoria in Italia ed in Europa.


Tutte le manifestazioni di questo speciale “giro d’Italia” avranno il marchio MIM (Meeting Internazionale delle Migrazioni): il marchio tradizionale del Meeting di Loreto. Celebreremo, quindi, venti Meeting a partire dal mese di aprile 2005 fino al mese di gennaio 2006 e, nell’anno “eccezionale” del Centenario, esporteremo il Meeting di Loreto in altre Regione d’Italia: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria al Veneto, dall’Emilia Romagna alla Toscana, dalla Puglia, alla Calabria ed alla Sicilia. In ogni città, accanto alla “memoria” sull’emigrazione italiana ed al dibattito sull’attualità migratoria locale, verrà proposta una sensibilizzazione per i giovani sulle problematiche legate alle migrazioni, all’accoglienza ed all’integrazione, ed uno spettacolo musicale sulla vita e l’opera di Giovanni Battista Scalabrini (“Per terre lontane”) realizzato dalla compagnia teatrale amatoriale Scalabrini & Friends di Bassano del Grappa.
A completare il quadro delle manifestazioni e dare ad esse una dimensione di mondialità, è prevista una mostra fotografica (“Limes”) di Giuseppe Lanzi sulle frontiere migratorie nel mondo. Ecco, in linea di massima, il luogo delle manifestazioni: Piacenza, Roma, Milano, Padova, Como, Manfredonia, Foggia, Firenze, Genova, Loreto, Rimini, Lucca, Brescia, Torino, Lecce, Palermo, Cremona, Pisa,Treviso, Cosenza, Vibo Valentia, Bassano del Grappa (cfr. www.ascs.it)
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[Fonte: Europa cristiana 26 luglio 2005]

 

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