Nasce, così, il fenomeno della “seconda generazione”:
i figli degli stranieri nati e scolarizzati nel Paese di immigrazione
dei loro genitori. Per le politiche migratorie dei singoli Paesi di
immigrazione si dovrebbe passare dall’assistenza e dall’emergenza
a vere e proprie politiche di inserimento e di integrazione.
La
seconda generazione in Europa: L’apparire ed il consolidarsi della
seconda generazione si manifesta, prima di tutto, con l’incidenza
dei figli degli stranieri sulle nascite: nei nostri Paesi europei in
netto regresso demografico, la crescita della popolazione residente e
l’equilibrio all’invecchiamento si verificano attraverso le nuove
entrate (flussi miratori e ricongiungimenti familiari) ed il saldo
positivo tra le nascite e le morti, grazie alla maggiore fecondità
delle famiglie immigrate. E’ stato il caso dei Paesi tradizionali di
immigrazione come la Francia, la Germania, l’Inghilterra, il Belgio,
il Lussemburgo e l’Olanda ed oggi si verifica anche per i nuovi
Paesi di immigrazione quali la Grecia, la Spagna, il Portogallo e
l’Italia.
Così, dopo qualche anno, la presenza della seconda
generazione diventa visibile nella scuole e, successivamente, nella
formazione professionale e sul mercato giovanile del lavoro: i figli
degli immigrati diventano parte integrante della complessa
problematica giovanile di ogni Paese e della stessa Europa. La
situazione giovanile locale si colora e si complica proprio a causa
della presenza di ragazzi e di giovani che vivono problematiche
particolari, legate alla loro situazione di figli di stranieri. Essi
vivono una duplice appartenenza: sono contemporaneamente “giovani”
e “figli di stranieri”.
Respirano l’aria della realtà
giovanile, che hanno assorbito nella scuola ed in tutti gli ambienti
di socializzazione giovanile nei quali sono inseriti ed ai quali
partecipano con i loro coetanei: sono portati a vestire allo stesso
modo degli altri giovani, ad amare la stessa musica, ad appassionarsi
agli stessi idoli, ad assumere gli stessi atteggiamenti, a condividere
i valori e gli interessi della maggioranza dei giovani, ad entrare
nelle stesse problematiche, a subire le stesse incertezze e paure, a
coltivare le stesse speranze e prospettive per il futuro.
Nello stesso tempo
hanno “radici” diverse, dalla struttura fisica e morfologica alla
prima inculturazione familiare: figli di immigrati, al di là delle
legislazioni più o meno favorevoli e anche se possono ottenere una
“naturalizzazione” (la cittadinanza del Paese di immigrazione),
rimangono, nel loro profondo e nella percezione della società,
“figli di stranieri” e, quindi, “stranieri” essi stessi. Da
qui la “fragilità” e la complessità della loro identità
personale e sociale. Sono soggetti ad una altalena di identificazioni:
una specie di movimento “pendolare” di appartenenza, che li porta
ad identificarsi in modo estremo con la società di residenza e, a
volte, di contrapporsi ad essa, sottolineando ed esasperando la loro
estraneità. Da parte sua anche la società ha atteggiamenti
schizofrenici nei loro confronti: li ingloba o li rigetta, a seconda
delle situazioni e degli umori sociali, economici e politici. Se non
si vuole creare una nuova problematica sociale (una specie di bomba ad
orologeria), le società europee sono obbligate di affrontare con
serietà il problema della seconda generazione, mettendo in atto
politiche organiche di integrazione, rivolte sia a questa categoria
sociale di giovani, che fanno parte integrante della situazione
giovanile di ogni singolo Paese, come pure nei confronti delle loro
famiglie e della popolazione immigrata in generale.
I minori immigrati in Italia
In Italia siamo proprio all’inizio della presenza della seconda
generazione dei figli degli immigrati e, probabilmente, questo tema
non è ancora entrato nell’agenda delle preoccupazioni e degli studi
della nostra società. In questi anni siamo stati occupati e
preoccupati dall’emergenza, dalla regolamentazione di un fenomeno
per il quale non eravamo preparati sia mentalmente che
strutturalmente: negli ultimi anni, inoltre, si è verificato una
involuzione culturale e legislativa, riportando il dibattito in modo
fin troppo esclusivo sulle regolarizzazioni, sull’emigrazione
clandestina, sulla criminalità, proprio mentre si doveva premere
l’acceleratore sulle politiche di integrazione, perché la
popolazione residente immigrata stava aumentando e consolidandosi.
Ci
siamo svegliati con una presenza sempre più consistente e rilevante
dei figli degli immigrati nelle nostre scuole elementari, ancora una
volta sostanzialmente impreparati: si ci affida alla buona volontà
degli insegnanti e delle istituzioni scolastiche periferiche, alla
ricerca sempre più affannosa di fondi, agli interventi spesso caotici
e comunque non sempre organici e coordinati delle associazioni di
volontariato.
Se da una parte non possiamo che annotare la ormai
tradizionale politica di delega e scaricamento delle responsabilità e
dei problemi, dall’altra dobbiamo rilevare la necessità di un
studio ed approfondimento sistematici delle problematiche legate a
questo fenomeno, al fine di trovare politiche adeguate di intervento.
Le istituzioni scolastiche periferiche e centrali stanno finalmente
prendendo coscienza della presenza consistente dei figli degli
stranieri nelle nostre scuole, le università ed i ricercatori stanno
iniziando a studiare la nascente seconda generazione anche in Italia.
Probabilmente, ci potrà aiutare l’esperienze di altre nazioni
europee che sono molto più avanti di noi nella rilevazione e nello
studio come pure nella ricerca di soluzioni strutturali.
L’ottavo Meeting Internazionale delle
Migrazioni
Dal 26 al 31 luglio prossimo a Loreto, nell’ambito dell’ottavo MIM,
vogliamo affrontare le tematiche della seconda generazione in Europa.
Daremo spazio alla rilevazione, allo studio ed alla presentazione
delle situazioni nella Regione Marche e cercheremo di fare il quadro
della situazione in Italia; cercheremo di inquadrare la problematica
nostrane nell’ambito della ricerca in Europa, con l’aiuto di
studiosi internazionali del fenomeno. Questo il nostro piccolo
contributo per affrontare una tematica di attualità. Si continua a
ripetere, credo senza troppa convinzione, lo slogan che “il futuro
dell’Europa è in mano ai giovani”.
Ora, una parte importante
della gioventù europea è formata dai figli degli emigrati e, quindi,
una parte di tale futuro è proprio nelle loro mani. Per questo da
Loreto lanciamo anche noi uno slogan, che è il titolo del 8° MIM di
Loreto: “I figli degli immigrati, protagonisti nell’Europa di oggi
e di domani”. L’edizione 2005 del Meeting Internazionale sulle
Migrazioni sarà dedicata a P. Antonio Perotti, missionario
Scalabriniano, che ha seguito in prima persona i Meeting precedenti,
da molti considerato il maestro dell’intercultura in Europa, che
purtroppo però ci ha lasciato lo scorso 3 settembre. Un Meeting che
dura un anno e che fa il “giro d’Italia”: Il 2005 è l’anno
del Centenario della morte di Mons. Giovanni Battista Scalabrini
Vescovo di Piacenza, fondatore dei Missionari Scalabriniani, Padre
degli emigrati, ispiratore di un “carisma” della Chiesa di Dio,
quello del servizio per e con i migranti. Proprio per questo
l’Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS) ha
voluto organizzare una serie di manifestazioni in tutta Italia:
proporre in 20 città italiane una riflessione storica
sull’emigrazione italiana della fine XIX ed inizio XX secolo
(l’epoca di Scalabrini), rilanciare un dibattito sull’attualità
migratoria in Italia ed in Europa.
Tutte le manifestazioni
di questo speciale “giro d’Italia” avranno il marchio MIM
(Meeting Internazionale delle Migrazioni): il marchio tradizionale del
Meeting di Loreto. Celebreremo, quindi, venti Meeting a partire dal
mese di aprile 2005 fino al mese di gennaio 2006 e, nell’anno
“eccezionale” del Centenario, esporteremo il Meeting di Loreto in
altre Regione d’Italia: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria
al Veneto, dall’Emilia Romagna alla Toscana, dalla Puglia, alla
Calabria ed alla Sicilia. In ogni città, accanto alla “memoria”
sull’emigrazione italiana ed al dibattito sull’attualità
migratoria locale, verrà proposta una sensibilizzazione per i giovani
sulle problematiche legate alle migrazioni, all’accoglienza ed
all’integrazione, ed uno spettacolo musicale sulla vita e l’opera
di Giovanni Battista Scalabrini (“Per terre lontane”) realizzato
dalla compagnia teatrale amatoriale Scalabrini & Friends di
Bassano del Grappa.
A completare il quadro delle manifestazioni e dare ad esse una
dimensione di mondialità, è prevista una mostra fotografica (“Limes”)
di Giuseppe Lanzi sulle frontiere migratorie nel mondo. Ecco, in linea
di massima, il luogo delle manifestazioni: Piacenza, Roma, Milano,
Padova, Como, Manfredonia, Foggia, Firenze, Genova, Loreto, Rimini,
Lucca, Brescia, Torino, Lecce, Palermo, Cremona, Pisa,Treviso,
Cosenza, Vibo Valentia, Bassano del Grappa (cfr. www.ascs.it)
______________________________
[Fonte: Europa cristiana 26 luglio 2005]