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VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA
a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello
Solo il Sacrificio rende possibile il banchetto
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Benozzo Gozzoli Agnello
Mistico |
Nell’Omelia per la Solennità del
Corpus Domini 2009, il Santo Padre Benedetto XVI ha nuovamente richiamato
l’attenzione di tutta la Chiesa sul rischio della “secolarizzazione” anche tra i
fedeli, e perfino tra il Clero, e ribadito la coessenzialità tra sacrificio e
banchetto, nell’Eucaristia.
Ha affermato il Papa: “celebrando la Pasqua con i suoi, il Signore nel mistero
anticipò il sacrificio che si sarebbe consumato il giorno dopo sulla croce.
L’istituzione dell’Eucaristia ci appare così come anticipazione e accettazione
da parte di Gesù della sua morte. Scrive in proposito sant’Efrem Siro: ‘Durante
la cena Gesù immolò se stesso; sulla croce Egli fu immolato dagli altri’.“
Oggi è quanto mai urgente, anche in vista di un recupero della dimensione del
sacro tanto necessario in Europa, aiutare tutti i fedeli a comprendere o
ri-comprendere la universale dimensione sacrificale della liturgia eucaristica.
Senza cedimenti alla religiosità “pagana” pre-cristiana, ma favorendo una
corretta comprensione del sacrificio espiatorio di Cristo Signore, il quale ha
offerto se stesso per noi e per la nostra salvezza.
A tutti i fautori della riduzione della Santa Messa a banchetto, è però
necessario ricordare come esso sia unicamente la conseguenza del Sacrificio.
Senza la morte di Cristo in Croce, mai gli uomini sarebbero potuti divenire
“commensali di Dio”, né avrebbero potuto vivere una comunione anche fisica con
Lui, attraverso la Comunione eucaristica, che è anticipazione della condizione
di risorti, capace di superare i vincoli spaziali e temporali.
In tal senso la dimensione sacrificale mai è da contrapporre a quella della
“cena del Signore”, ma semplicemente la prima è la stessa condizione di
possibilità della seconda. Non c’è “cena” senza Sacrificio!
Ha affermato ancora il Santo Padre: “C’è oggi il rischio di una secolarizzazione
strisciante anche all’interno della Chiesa, che può tradursi in un culto
eucaristico formale e vuoto, in celebrazioni prive di quella partecipazione del
cuore che si esprime in venerazione e rispetto per la liturgia. È sempre forte
la tentazione di ridurre la preghiera a momenti superficiali e frettolosi,
lasciandosi sopraffare dalle attività e dalle preoccupazioni terrene”.
La corretta comprensione dell’Eucaristia come Sacrificio mette al riparo da tali
superficiali interpretazioni e, soprattutto, l’auspicata reciproca fecondazione
tra la forma ordinaria e quella straordinaria dell’unico rito latino, potrà, nel
tempo, permettere, anche a livello liturgico, quel “recupero teologico” oggi
quanto mai necessario.
Perché “Con l’Eucaristia dunque il cielo viene sulla terra, il domani di Dio si
cala nel presente e il tempo è come abbracciato dall’eternità divina”.
© Copyright Agenzia Fides 12/6/2009
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