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È giunta l'ora della chiarezza
Scrive
Leo:
Vorrei evidenziare ai lettori il chiaro intervento di Baronio
(abbiamo notato che l'articolo è stato cancellato... a nostro parere era un
po' forte nei toni, ma esatto nella sostanza! -ndR) su Papanews.it
a proposito della disobbedienza al papa di Korazym professata
nell'editoriale
del 27 dicembre, già stigmatizzata dagli animatori de nostro
Weblog.
Nel rilevare la sinergia tra le analisi fatte sul blog(1) e le
osservazioni critiche di Baronio, non si può che essere d'accordo con quanto
si scrive a proposito dell'esistenza di una vera e propria cordata anti-papa
di cui fanno parte cardinali, vescovi e preti dello schieramento cosiddetto
progressista.
[Korazym ora ha replicato alle critiche,(2)
citando non l'articolo da noi evidenziato ma un altro che non conoscevamo, dal titolo
"Giuda o Papaboys". - ndR]
Questi 'dissidenti' sono evidentemente dimentichi sia del giuramento al Pastore supremo
della Chiesa, sia del motto di Sant'Ignazio "perinde ac cadaver" che non
dovrebbe valere solo per i gesuiti ma per tutti i ministri della Chiesa.
Una cosa non si spiega: perchè i disobbedienti al Papa non temono di
esternare la loro impudenza in ogni circostanza (sulla rete, in televisione,
sui giornali e riviste) mentre i fedeli al Papa se ne stanno in silenzio?
A parte le sortite di cardinali come Mons. Ranjith e Arinze, non si vede una
schiera altrettanto numerosa ed esplicita nel difendere la ragioni del Papa
e del suo pontificato. Vi è forse il timore di mostrare una Chiesa spaccata
e divisa? Oppure un calcolo personale di alcuni per non esporsi, nel braccio
di ferro tra opposti schieramenti?
Perché, i loro antagonisti si pongono forse il problema allorquando
esplicitano senza alcuna vergogna e pudore le loro critiche velate o meno
alle iniziative del Papa? Non so cosa accade negli appartati uffici
vaticani, ma chi si sente dalla parte del Papa deve dimostrarlo anche
pubblicamente e con limpide prese di posizione e non solo nel riserbo delle
discussioni tra porporati, di cui il popolo dei fedeli non sa niente.
In questa vicenda il silenzio non è d'oro ma di piombo perchè fa il gioco
degli avversari interni ed esterni di Benedetto XVI, i quali disseminano sul
suo percorso sassi, paletti e spine.
Come fedeli, abbiamo la necessità di sapere chi sta con il Vicario di Cristo
nella Chiesa cattolica, poiché la Verità è di Dio e il mascheramento di
Satana.
Aggiunge A.NC:
Ma ho anche bisogno che ci siano pronunciamenti chiari da parte della Chiesa
Cattolica, soprattutto riguardo a quella parte del clero che celebra nel Cn.
Le chiacchiere stanno a zero: alcuni tra i sacerdoti, vescovi, cardinali
appoggiano e celebrano nel Cn.
Kiko è un laico, Carmen pure, Padre Pezzi no ma sembra comunque avere un
ruolo marginale.
È la confusione!!!! Serve chiarezza ed è tempo che si faccia. Non ha più
senso parlare di piccoli nel Cn; è tempo che ci sia una pronuncia chiara ma
diretta al clero e non alla triade. La confusione non deve essere
alimentata, come invece avviene adesso.
Le considerazioni qui riportate pongono un interrogativo non più
differibile: un conto - anche se conta in ogni caso visti i suoi effetti - è
la disobbedienza di laici come Kiko Argüello e Carmen Hernandez, un conto è
la disobbedienza di sacerdoti...I sacerdoti, o meglio i presbiteri,
neocatecumenali prima o poi dovranno rendere pubblica ragione della loro
scelta di aver intrapreso un "cammino" a tappe, dimenticando, disprezzando,
o comunque, dileggiando - come abbiamo sentito con le nostre orecchie - la
formazione cattolica ricevuta in seminario, almeno quelli che non sono stati
formati nei "Redemptoris Mater".
Se dovessimo seguire e giustificare l'esempio di questi sacerdoti, noi,
fedeli laici "della domenica", dovremmo trarre la consequenziale valutazione
che quanto insegnato dalla Chiesa, se non ha alcun valore per i sacerdoti, a
maggior ragione non dovrebbe averne per noi; ma è proprio questo a cui non
siamo rassegnati e non ci rassegneremo...
Per questo chiediamo chiarezza ai vescovi ed ai responsabili della gerarchia
apostolica.
(1) Stralcio della riflessione dal Weblog:
Come interpretate queste parole di consuntivo del pontificato attuale tratte
dall'articolo odierno (27 dicembre scorso) di Korazym, che potete leggere
integralmente a questo indirizzo?
http://www.korazym.org/news1.asp?Id=26872
"Un’erma bifronte, suo malgrado, questo pontificato, che se per un verso
mostra netto un orientamento al recupero del ruolo della fede nella società
attraverso il dialogo e la chiarezza, d’altra parte ha il volto sfigurato da
distorsioni e travisamenti. Che anziché aprire spazi di autentica apertura
nel confronto, prestano il fianco a rigidi barricamenti nell’ideologia e a
logiche di contrapposizione. Anche – nessuno si scandalizzi – nel mondo
cattolico...."
"Erma bifronte" è il pontificato di Benedetto XVI o la realtà che è
costretto a vivere e con cui deve misurarsi? Oppure l'erma bifronte sarebbe
come a dire "né carne né pesce"?.
Il taglio dell'articolo di Korazym.org, anzi l'umore, tra gli altri passaggi
lo può evidenziare il seguente: "Con il rilancio della messa di San Pio V,
Benedetto XVI rinfocola le speranze delle frange più tradizionaliste e
impomatate del mondo cattolico".
Un pezzo traboccante di astio immotivato e
di livore altrettanto gratuito verso un
pontificato già grandissimo... da notare
anche l'immagine che illustra l'articolo:
una pseudocattedrale altissima e diroccata.
Una metafora della Chiesa di Benedetto XVI,
secondo la "redazione" di Korazym.org?
Il pezzo in ogni caso è "cervellotico", se
non altro perché si tratta di un discorso
fumoso che cerca di dare un colpo al cerchio
e uno alla botte e alla fine il giudizio che
si ricava, accompagnato dell'inquietante
immagine di una chiesa di cui è rimasto solo
l'involucro esterno privo dei passati
splendori, è certamente non positivo...
Almeno questa è la prima impressione.
Ci sembra che, mettendo come soggetto della
frase il Pontificato, si attribuiscono ad
esso caratteristiche o addirittura
responsabilità che fanno invece parte della
realtà che abbiamo di fronte. Come si
possono attribuire al Pontificato di
Benedetto XVI le "distorsioni e i
travisamenti" che costituiscono il problema
della Chiesa e del mondo di oggi?
E, per quale arrogante saccente e anche
ignorante visione delle cose, si definiscono
"frange più tradizionaliste e impomatate del
mondo cattolico" - e non sono pochi di cui
molti giovani - coloro che, accogliendo il
Motu proprio, amano la Messa di sempre
senza rinnegare il NO celebrato come si
deve?
Davvero la "Redazione" che ha scritto
l'articolo, di cui Korazym non potrà certo
vantarsi, mostra essa stessa di avere una
chiave di lettura delle cose "ideologizzata",
mentre attribuisce ad altri "barricamenti
nell'ideologia" e "logiche di
contrapposizione".
Una delle "logiche di contrapposizione" cui
ci si riferisce, potrebbe in qualche modo
essere rappresentata da questa nostra
esperienza; ma ne converrete tutti che è una
contrapposizione non precostituita, ma
"registrata" perché è nei fatti e non nella
nostra interpretazione di essi: ci sono
"fatti" (prassi e insegnamenti non
ecclesiali e, diciamolo, NON cattolici) che
ci pongono per forza di cose su fronti
contrapposti.
L'abbiamo dovuto constatare con sofferenza e
rammarico nel corso del nostro percorso che
non avevamo né previsto né precostituito, ma
che è andato dipanandosi così com'è in base
alla realtà dei "fatti" e delle "idee" che
ci sono venuti incontro... alla fine il
nostro desiderio d'incontro si è rivelato
uno scontro, perché tale è la situazione,
non certo creata, ma solo messa allo
scoperto, dalla nostra azione di
informazione e confronto...
Continuiamo ad affidarla e ad affidarci al Signore della
Vita che fa Nuove tutte le cose...
(2) Korazym reagisce alle critiche:
http://www.korazym.org/news1.asp?Id=26947
"...Nodo del contendere, il nostro editoriale
"Morte del secolarismo e altre storie", dedicato
ad un'analisi sul pontificato di Benedetto XVI e
alle tante forzature e distorsioni a cui è
sottoposto fuori e dentro il mondo cattolico.
Con semplicità, abbiamo voluto stigmatizzare
alcune spinte, denunciate del resto dallo stesso
cardinale Tarcisio Bertone. Ovvero quelle
contrapposizioni interpretative su quanto il
papa fa e dice, che giorno dopo giorno tendono a
fare del pontificato una clava da usare in base
ai propri fini. Un esempio? Il caso del Motu
proprio sulla liberalizzazione della messa
tridentina, che a detta del segretario di Stato,
ha ricevuto "reazioni scomposte". "Qualcuno –
spiega Bertone - è arrivato ad accusare il Papa
di aver rinnegato l'insegnamento conciliare.
Dall'altra parte c'è stato chi ha interpretato
il 'motu proprio' come l'autorizzazione al
ritorno del solo rito pre-conciliare''.
''Posizioni entrambe sbagliate - commenta
Bertone -, episodi esagerati che non
corrispondono alle intenzioni del papa''. E se
una decisione viene interpretata oltre le
intenzioni di chi l'ha voluta, si è in presenza
di una distorsione bella e buona..."
Si salvano in corner riallacciandosi alle
dichiarazioni del card Bertone, che sono giuste
ed equilibrate; ma dimenticano di aver
dichiarato testualmente "Con il rilancio della
messa di San Pio V, Benedetto XVI rinfocola le
speranze delle frange più tradizionaliste e
impomatate del mondo cattolico". In questo modo
ci
era sembrato - e forse non a torto - fossero
schierati nella prima categoria di detrattori
del motu proprio stigmatizzata dal cardinale.
Le "Forzature e distorsioni" che stigmatizzano,
non hanno mancato di alimentarle anche loro sia
con l'editoriale in questione che con la loro
partigianeria per i neocatecumenali. Tant'è che
sentono bisogno di dire, come ci siano sentiti dire tante volte sul nostro blog: "noi non siamo
neocatecumenali, ma che male ci sarebbe ad
esserlo"? Qualcuno lo ha dimostrato... Ci
risulta che Caredda ha intervistato persino don
Elio Marighetto; ma loro il 'male' continuano a
non vederlo...
Comunque, auguriamo loro un buon lavoro (il loro
impegno è di solito encomiabile) e una maggiore
obiettività
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