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Chi ha paura del Culto
Divino?
Francesco Colafemmina
Il Culto Divino attende un nuovo riassetto secondo le indiscrezioni delle
ultime settimane. E in Vaticano sono all’opera gli sponsor dei diversi
schieramenti. Tra di essi, tuttavia, sono in molti a temere il nuovo
segretario che potrebbe affiancare il Cardinal Canizares alla guida del
dicastero deputato a vigilare sulla liturgia. Negli ultimi giorni è
circolato il nome assai probabile del padre domenicano Augustine Di Noia,
uomo di fiducia del Santo Padre e attuale sottosegretario della
Congregazione per la Dottrina della Fede.
In particolare gli aderenti ed i simpatizzanti del Cammino Neocatecumenale
non mancano di farsi sentire. Ancora scottati dai freddi rapporti con il
Cardinal Arinze, i catecumeni di Kiko e Carmen, sono ben lungi dall’essersi
piegati alle disposizioni che il Culto Divino emanò nel 2005, quando sul
Soglio Petrino salì il temuto Cardinal Ratzinger. Anzi continuano a proporre
un modello di Chiesa abbastanza discutibile (basta vedere le icone di Kiko
che raffigurano Cristo con i tratti del suo volto, anche nell'ultimo esempio
della chiesa di Prato Fiorito alla periferia di Roma).
Certo, una prima vittoria è stata ottenuta lo scorso anno con l’approvazione
definitiva degli Statuti, ma i progressi nel campo della liturgia restano
ancora un miraggio. L’azione dei vertici del Cammino si è così concentrata
su alcuni uomini sicuri quali il Cardinal Rylko, presidente del Pontificio
Consiglio per i Laici, ma anche e soprattutto il sostituto alla Segreteria
di Stato, Mons. Fernando Filoni.
E’ proprio Kiko Arguello ad aver rivelato che Filoni è il principale
contatto del Cammino con la Segreteria di Stato. Lo scorso anno rivelò a
proposito delle misteriose catechesi del Cammino che il Papa aveva deciso la
loro pubblicazione addirittura prima che venissero completati gli studi da
parte del Culto Divino e della Congregazione per il Clero: “ci è stato
confermato dal Sostituto di Stato, Mons. Filoni” rivelò a Korazym.org il
pittore spagnolo.
Stessa cosa è avvenuta a seguito della manifestazione tenutasi in Vaticano
il 10 gennaio scorso, quando una moltitudine di Neocatecumeni è stata
ricevuta dal Papa in San Pietro. Dopo esser riuscito a fermare un
interminabile intervento di Carmen Hernandez che si è rivolta al Santo Padre
con una inopportuna confidenzialità, Kiko non ha mancato di ringraziare il
fidato Mons. Filoni, per l’aiuto offerto nell’organizzazione di quella
strana celebrazione dei 40 anni dalla fondazione del Cammino. Un
anniversario inusuale visto che 40 non è una cifra degna di importanti
celebrazioni. E dall’esito un po’ incerto stando al discorso del Papa tutto
incentrato sull’unità e l’obbedienza alle direttive dei vescovi.
Così il giorno dopo Kiko ha fatto il bis, riuscendo ad invitare a Porto San
Giorgio – in una rigorosa eucaristia domenicale rispettosa degli adeguamenti
liturgici richiesti da Arinze – il Prefetto del Culto Divino, Cardinal
Canizares. Un porporato da curare al massimo, invitandolo a celebrazioni
ortodosse ed in linea con l’Ordo Missae, un modo per dimostrare obbedienza
laddove la situazione nel resto del mondo sembra essere la medesima ovvero
profondamente ricca di abusi liturgici.
Ma l’ ultima intercessione di Mons. Filoni risale al viaggio del Pontefice
in Terra Santa. Qui, l’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa,
memore di quanto accaduto nel 2000 durante il viaggio di Giovanni Paolo II,
aveva deciso di limitare al 5% la presenza di pellegrini stranieri durante
le liturgie papali. Come affermavano Karim Lebhour e Anne-Bénédicte Hoffner
nel loro articolo del 5 maggio pubblicato su “La Croix”: “nel 2000 infatti,
durante la messa presieduta da Giovanni Paolo II a Nazareth, la maggior
parte dell’assemblea era composta da pellegrini lì radunati tramite voli
organizzati dal Cammino Neocatecumenale”. La preoccupazione evidente era
quella di agevolare la partecipazione alle messe papali dei cristiani che
vivono in Terra Santa, riservando ad essi i pochi pass concessi dal governo
israeliano.
Così il 13 Maggio il Messaggero racconta che a circa mille neocatecumenali
era stato vietato di partecipare alla celebrazione del Papa nella valle di
Josafat a Gerusalemme. Il quotidiano romano aggiunge: “La cosa non è affatto
piaciuta al Vaticano, tanto che il Sostituto alla Segreteria di Stato,
monsignor Filoni, avrebbe protestato con le autorità israeliane.”
Sicuramente quei mille neocatecumenali si saranno rifatti con la
celebrazione di Kiko Arguello tenutasi presso la Domus Galileae il giorno
della partenza del Papa da Tel Aviv, alla presenza di almeno 7000 giovani,
secondo la strana consuetudine che vede il fondatore del Cammino presenziare
grandi adunate in luoghi appena visitati dal Pontefice all’indomani della
sua partenza.
Alla luce di tutto questo viene da chiedersi se
Mons. Filoni non sia un
emissario dei Neocatecumenali piuttosto che un fedele servitore del Santo
Padre. E chissà che non stia dando una mano al Cammino nel trovare un
Segretario al Culto Divino più morbido di Mons. Ranjith di cui famoso è
l’intervento di un anno fa che criticava Kiko Arguello per aver preso
l’Eucaristia dalle mani di Papa Benedetto, tenendo le braccia conserte. Una
postura che il prelato cingalese non esitò a definire: “una mancanza di
rispetto verso il Santissimo Sacramento e la persona del Papa”. Intanto un
rumor sibillino si affaccia dai palazzi dell'aristocrazia nera romana.
Recentemente in una riunione con gli esponenti della nobiltà blasonata
romana, decadente ma ancora molto potente, il Sostituto avrebbe affermato
"questo è il Papa peggiore degli ultimi 100 anni!". A quando dunque la
partenza di Filoni per il suo amato Irak?
Pubblicato da Francesco Colafemmina a 3.19
http://fidesetforma.blogspot.com/2009/06/chi-ha-paura-del-culto-divino.html?showComment=1244406168993#c3069511228000527216
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