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Cammino Neocatecumenale: Statuti e liturgia, traguardo finalmente vicino?

Così, oggi Korazim.org titola un suo articolo, sull'attesa, peraltro delicata e seria che si sta vivendo in questi giorni in ordine alla vicenda del Cammino. Ne riportiamo il testo e, qui di seguito un nostro commento:
 
Una testata che si presume Cattolica dedica una sezione intera del suo Portale ad una Associazione laicale: il Cammino di Arguello. Negli articoli della sezione si oscilla dall'analisi seria ad una partigianeria, che raccoglie acriticamente tutte le ambiguità propagandistiche della realtà cui ci riferiamo. Si presume che i giornalisti, a maggior ragione se cattolici, debbano diffondere la Verità.

In questo articolo, ad esempio, invece di chiedere scusa per essersi fatti in passato diffusori di quella che si è rivelata propaganda di partito (!!!), si cita bellamente le 2 (ben due!) false notizie di imminente e scontata approvazione, dandole come un fatto "normale" nell' iter "complicato" del Cammino!!

A noi sembra una posizione di massima gravità. Soprattutto nei riguardi del Popolo di Dio e anche del Santo Padre.

Se non è grave, non è quantomeno 'strano' che per ben 3 volte (con l'ultima annunciata) e in modo sempre più esagerato, il fondatore di una associazione che si auto-definisce "iniziazione cristiana", SENZA STATUTO e in attesa di una approvazione degli organi Vaticani, assicuri SENZA LA MINIMA PRESA DI POSIZIONE, NEANCHE UFFICIOSA, DELLA SANTA SEDE CHE L'ASSOCIAZIONE È STATA APPROVATA?

In contesti, poi, assolutamente inadeguati! Le adunate. Loreto, dopo il Papa! Davanti alle "armate" (poveracci)... Come si può pensare di agire con questa arroganza? E attenzione: qui la Fede non c'entra. È l'Educazione e il Rispetto che non esistono!!!

Questi episodi, invece di suscitare FINALMENTE la doverosa cautela delle Testate d'informazione e dei responsabili dell' Associazione in oggetto, cosa fanno? Fanno fare questo articolo! Korazym si è prestata di nuovo come organo di propaganda di partito! Tra l'altro prendendo clamorose cantonate nella sintesi dell' iter di presunta approvazione del Cammino!

Non basta mettere quelle due frasi dubitative alla fine per cercare il solito colpo al cerchio e alla botte! Stavolta c'è solo un colpo secco! Assestato alla Verità!

Si minimizza il problema costituito dal Cammino e si sorvola letteralmente sul fatto che il Diritto Canonico prevede il Silenzio DISSENSO e non "assenso"! Non è detto che tutti debbano conoscere il Diritto della Chiesa! Ma almeno sarebbe opportuno tacere o meglio documentarsi in questi casi!

Poi non si capisce come si possa parlare di approvazione statutaria quando, a detta dello stesso articolista, rimangono questioni importantissime ancora pendenti! Il gioco della "minimizzazione", pur non potendo più nascondere certe realtà, impensierisce ancor di più!

La pressione evidente esercitata sulla Santa Sede e sul Consiglio dei Laici da questa propaganda non si commenta!

Non si poteva guadagnare un'occasione per stare zitti? Ma il timore che crediamo debba attraversare tutta la cristianità è che certe dichiarazioni preludano ad un formale adeguamento alle richieste vaticane, senza che se ne possa controllare l'effettiva realizzazione, essendo quella del Cammino una realtà così fortemente strutturata sia nell'organizzazione (gerarchie e prassi) che nella predicazione e nella ritualità, totalmente difformi dal cattolicesimo (questo sito ne è la documentazione articolata e complessa) e realisticamente ben difficile da controllare. Per contro essa, dispone di mezzi potenti, mediatici e non, per mimetizzarsi e presentarsi fedele alla Chiesa...
Auxilium Christianorum, ora pro nobis!



Cammino Neocatecumenale: Statuti e liturgia, traguardo finalmente vicino?
di Stefano Caredda/ 13/12/2007 - Korazym. org

ROMA – Fallita la prima, mancata la seconda, ora potrebbe essere davvero la volta buona. Finalmente. Il lungo tragitto che conduce all’approvazione definitiva degli Statuti del Cammino Neocatemenale ha subito una svolta, al punto che potrebbe giungere a destinazione nei giorni immediatamente precedenti il Natale, o al più tardi subito dopo le feste. E’ quanto trapela dalle fitte maglie tessute intorno ai rapporti che in tutti questi mesi hanno legato i responsabili internazionali del Cammino (l’iniziatore Kiko Argüello, Carmen Hernandez e padre Mario Pezzi) con i responsabili dei dicasteri vaticani chiamati a vagliare la posizione giuridica di questo itinerario di formazione cristiana sempre più diffuso nelle nostre parrocchie.

[Strano che si parli di "fitte maglie intessute" che certo non mancano e non si faccia riferimento ad un intervento del Santo Padre -ndR]

Che il percorso sia prossimo alla conclusione lo si intuisce anche dal fatto che, per la prima volta negli ultimi mesi, della prossima e positiva conclusione dell’iter vaticano sull’approvazione degli Statuti sono state informate in via ufficiale anche la miriade di comunità sparse sul territorio: un salto di qualità notevole, che indica quanto meno la certezza, da parte dei responsabili del Cammino, che la “lieta notizia” sia davvero prossima a venire.

[Non sembra certo quello che viene riferito all'interno che può avvalorare la notizia... a parte il fatto che quello che viene indicato come riferito ora è quanto in realtà si va ripetendo e sbandierando da mesi...-ndR]

Che sia “lieta” o meno, certamente una decisione ufficiale da parte della Santa Sede non potrà tardare ancora per molto: la fase di sperimentazione degli Statuti approvati per un periodo provvisorio di cinque anni il 29 giugno 2002 è scaduta da ormai quasi sei mesi, e il 1° dicembre scorso è scaduto anche il termine ultimo di due anni che, nel dicembre 2005, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti aveva posto riguardo all’adeguamento ai libri liturgici di alcuni aspetti delle celebrazioni neocatecumenali, con particolare riferimento alla distribuzione dell’Eucaristia durante le messe celebrate il sabato sera. Non è possibile tergiversare ancora per molto, insomma: una parola ufficiale da parte della Santa Sede dovrà arrivare presto.

STATUTI E NON SOLO - Come noto, il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di formazione nato quarant’anni fa in Spagna e pian piano cresciuto in tutto il mondo: un percorso di riscoperta del battesimo (scandito da tappe ben precise) che si realizza all’interno di piccole comunità che durante gli anni approfondiscono le Scritture e celebrano l’Eucaristia. Talvolta amato, talvolta profondamente contrastato, anche e soprattutto dall’interno della stessa Chiesa, il Cammino ha ottenuto dal Vaticano il suo riconoscimento finora più importante nel 2002 con l’approvazione ad experimentum degli Statuti. Una fase di sperimentazione lunga cinque anni, terminata lo scorso 29 giugno 2007 e alla quale finora – contrariamente alla prassi - non ha fatto seguito alcun pronunciamento ufficiale da parte del Pontificio Consiglio per i Laici, competente in materia. Un’attesa alquanto anomala per le abitudini del dicastero vaticano, che raramente fa trascorrere un periodo di tempo così prolungato prima di una decisione definitiva (sia essa l’approvazione definitiva di uno Statuto o una proroga dell’experimentum, anche con un testo modificato).

La ragione di questa paziente attesa da parte del Pontificio Consiglio per i Laici è da ritrovare, verosimilmente, oltre che nell’ottimo rapporto esistente con il presidente di quel dicastero (quello Stanislaw Rylko che Benedetto XVI ha neppure un mese fa nominato cardinale), anche e soprattutto nel lavoro parallelo portato avanti dalle altre Congregazioni vaticane chiamate, per la loro parte, a valutare la prassi del Cammino Neocatecumenale: la Congregazione del Culto Divino per gli aspetti liturgici, quella del Clero per i rapporti con i vescovi locali e quella della Dottrina della Fede per gli aspetti dottrinali, probabilmente i più delicati. All’analisi di quest’ultima Congregazione è da anni affidato il Direttorio Catechetico, cioè l’insieme di quei volumi ("Cammino Neocatecumenale. Orientamenti alle équipes di catechisti”) che raccolgono le catechesi di Kiko e Carmen e costituiscono la colonna portante del Cammino, la sua tradizione orale e la sua prassi: un testo – questo - al quale gli Statuti rimandano continuamente e che finora però ha ricevuto dall’ex Sant’Uffizio solamente un ok informale. [chi lo dice? A noi non risulta che la Santa Sede abbia cadute di stile quali ok informali o altro]

ANNUNCI - È in questo contesto che si inseriscono le vicende di questi giorni. In verità, già nei mesi scorsi, e in almeno due circostanze, l’iniziatore Kiko Argüello – con fare quanto meno privo della dovuta etichetta verso le istituzioni vaticane - aveva preannunciato l’approvazione definitiva degli Statuti: era accaduto a fine maggio, quando in una dichiarazione al quotidiano spagnolo La Razón (subito dopo l’udienza a lui concessa da Benedetto XVI) aveva definito “prossima” l’approvazione degli Statuti, ed era accaduto ad inizio settembre a Loreto, quando di fronte al popolo neocatecumenale raccolto a Loreto il giorno dopo la conclusione dell’Agorà dei giovani con il papa, aveva esclamato dal palco: “Gli Statuti saranno approvati, me lo ha confermato il segretario di Stato”. Nell’uno e nell’altro caso, però, alle parole non erano seguiti i fatti: dalla Santa Sede è arrivato sempre e solo silenzio. Probabilmente anche un po’ infastidito.

Stavolta c’è però una differenza, e non di poco conto: l’annuncio che presto vi saranno positive novità (condito da alcuni particolari sugli incontri al vertice fra i cardinali competenti) viene dato in maniera formale dai singoli catechisti alle singole comunità, in particolare durante il cosiddetto “Annuncio dell’Avvento”: si tratta della modalità principale – se non l’unica – di comunicazione all’interno del Cammino Neocatecumenale, e presuppone una decisione presa dal vertice del Cammino, e in quanto tale quanto mai ponderata. L’annuncio definitivo potrebbe dunque giungere prima di Natale, o immediatamente dopo il periodo delle festività natalizie.

LA LITURGIA - Al di là della sorte degli Statuti, fra i punti che verranno necessariamente sciolti da qui a breve riveste particolare importanza quello riguardante la liturgia. Nel dicembre 2005 la Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei sacramenti emanò, a firma del cardinale Francis Arinze, una lettera con la quale comunicava le decisioni di Benedetto XVI riguardo alle modalità di celebrazione della Messa nelle comunità del Cammino. Si trattava di regolare aspetti come l’utilizzo delle ammonizioni (introduzioni alle letture) e delle risonanze (testimonianze personali dei singoli appartenenti al Cammino sulla Parola appena ascoltata), il segno della pace, la recita del Credo e dell’Agnello di Dio, come pure la richiesta tassativa della frequenza obbligatoria della messa in parrocchia per le comunità del Cammino almeno una domenica al mese.

Tutte richieste che nel corso del tempo sono state assolte, con qualche tentennamento maggiore su quest’ultimo punto, quello della messa in parrocchia almeno una volta al mese. Ma al di là di tutto ciò, l’aspetto più rilevante della lettera della Congregazione del Culto Divino riportante le decisioni del papa riguardava la modalità di distribuzione della Comunione: vi si leggeva che al Cammino veniva concesso un “tempo di transizione” di “non più di due anni” per passare dalla modalità di distribuzione dell’Eucaristia usato nelle celebrazioni neocatecumenali (chi riceve il pane e il vino consacrati è seduto su una sedia, intorno ad una “mensa addobbata posta al centro della chiesa” o della sala in cui si svolge la Messa) alla modalità “normale” prevista dai libri liturgici per tutta la Chiesa, e cioè non seduti ma in piedi, e in processione “verso l’altare dedicato in presbiterio”.

Ebbene: da questo punto di vista nel corso di questi due anni – se si fa eccezione per sporadici casi dovuti soprattutto all’esplicita richiesta di adeguamento rivolta da singoli parroci – nulla è cambiato, e nella stragrande maggioranza delle comunità neocatecumenali si continua a ricevere la Comunione come sempre è stato, cioè seduti e intorno alla mensa; e questo accade anche in queste settimane successive al 1° dicembre 2007, cioè successive alla scadenza dei due anni indicati a suo tempo dal cardinale Arinze.

È evidente che tale situazione, già assai eccezionale e singolare - e secondo i non pochi critici del Cammino anche pericolosa (“Dove sta l’obbedienza al papa se le norme non trovano applicazione concreta?”) - non potrà permanere a lungo e le novità annunciate come imminenti dovranno necessariamente fare luce anche su questo aspetto. Sperabilmente, una volta per tutte. Nella teoria e anche nella pratica.

   
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