|
|
|
|
|
Stralcio dalle parole pronunciate dal Papa Paolo VI nel
Concistoro Segreto per la nomina di venti cardinali
Lunedì, 24 maggio 1976
(...)
b) Dall’altra parte, in direzione opposta quanto a posizione ideologica, ma
ugualmente causa di profonda pena, vi sono coloro che, credendo erroneamente
di continuare nella linea del Concilio, si sono messi in una posizione di
critica preconcetta e talora irriducibile della Chiesa e delle sue
istituzioni.
Perciò, con altrettanta fermezza dobbiamo dire che non
ammettiamo l’atteggiamento:
- di quanti si credono autorizzati a
creare la loro propria liturgia, limitando talora il Sacrificio della
Messa o i sacramenti alla celebrazione della propria vita o della propria
lotta, oppure al simbolo della loro fraternità; o praticano abusivamente
l’intercomunione;
- di quanti minimizzano l’insegnamento
dottrinale nella catechesi o la snaturano secondo il gusto degli interessi,
delle pressioni o delle esigenze degli uomini, secondo tendenze che
travisano profondamente il messaggio cristiano, come già abbiamo
indicato nell’Esortazione Apostolica «Quinque iam anni», 1’8 dicembre 1970, a
cinque anni dalla fine del Concilio (Cfr. AAS 63 (1971) 99);
- di quanti fingono d’ignorare la
Tradizione vivente della Chiesa, dai Padri fino agli insegnamenti del
Magistero, e reinterpretano la dottrina della Chiesa, e lo stesso Vangelo, le
realtà spirituali, la divinità di Cristo, la sua risurrezione o l’Eucaristia,
svuotandole praticamente del loro contenuto e creando in tal modo una
nuova gnosi e introducendo in certo modo nella Chiesa il « libero
esame »; e ciò è tanto più pericoloso quando si tratta di coloro che hanno
l’altissima e delicata missione di insegnare la Teologia cattolica;
- di quanti riducono la funzione
specifica del ministero sacerdotale;
- di quanti dolorosamente trasgrediscono
le leggi della Chiesa, o le esigenze etiche da essa richiamate;
- di quanti interpretano la vita teologale come
una organizzazione della società di quaggiù, anzi la riducono ad un’azione
politica, adottando a questo scopo uno spirito, metodi, e pratiche
contrarie al Vangelo; e si giunge a confondere il messaggio
trascendente di Cristo, il suo annuncio del Regno di Dio, la sua legge
d’amore tra gli uomini, fondato su l’ineffabile paternità di Dio, con
ideologie che essenzialmente negano tale messaggio sostituendolo con
una posizione dottrinale assolutamente antitetica, propugnando un connubio
ibrido tra due mondi inconciliabili, com’è riconosciuto dagli stessi teorici
dell’altra parte.
Cristiani simili non sono molto numerosi, è
vero, ma fanno molto rumore, credendo troppo facilmente
d’interpretare le necessità di tutto il popolo cristiano o il senso
irreversibile della storia. Non possono, così facendo, richiamarsi al
Concilio Vaticano II, perché la sua interpretazione e la sua
applicazione non si prestano ad abusi di sorta; né appellarsi alle esigenze
dell’apostolato per avvicinare i lontani o gli increduli: l’apostolato vero è
inviato dalla Chiesa per testimoniare su la dottrina e la vita della Chiesa
stessa. Il lievito deve essere diffuso in tutta la pasta, ma deve
rimanere lievito evangelico. Altrimenti si corrompe anch’esso col mondo.
(...)
|
|
| |
| |