Da vari anni ricevo lettere da ex catechisti neocatecumenali che, dopo
aver scoperto le falsità del Cammino e della dottrina cosiddetta cristiana
insegnata in quelle comunità, ne sono usciti nauseati e umanamente pentiti
per aver sprecato tanti anni della loro vita ingannati anche dal
comportamento di tanti vescovi e sacerdoti che quel cammino incoraggiano e
raccomandano come unico rimedio per i mali della Chiesa del nostro tempo.
Ci sono tante testimonianze tremende, che sarebbe assai opportuno far
conoscere a tutti, ma che non possono essere pubblicate perché i loro autori
mi chiedono di non farlo, pur avendo inteso il bisogno di rivelarmi i motivi
della loro scelta e rimediare l'errore al quale per tanti anni avevano
entusiasticamente aderito.
Queste testimonianze, non sollecitate dal sottoscritto, ma liberamente
inviate dai loro autori, mentre affermano la gioia di aver finalmente
trovato la verità e l'autentica dottrina della Chiesa, che veniva falsata
nelle catechesi di Kiko, non contengono quella che dovrebbe essere la
conclusione logica di ogni conversione: il bisogno di riparare lo scandalo
dato, anche se in buona fede, per illuminare le persone che essi hanno
convinto con il loro esempio a partecipare al Cammino.
Da queste lettere risulta che molti ex neocatecumenali, specie se
catechisti, non sentono il bisogno, il dovere, di concorrere ad eliminare
quegli errori che essi stessi hanno diffuso con le loro parole e con il loro
esempio in tante comunità a cui erano preposti.
Mentre la storia, incominciando da S.Paolo, è piena di testimonianze di
convertiti che non hanno avuto paura di confessare che quanto fino a quel
momento essi avevano creduto e insegnato era la verità, tra i convertiti dal
Cammino neocatecumenale è difficile trovare una sola persona che senta il
dovere di riparare gli errori perpetrati, anche se in buona fede, dopo aver
scoperto che quegli errori non potevano essere accettati o difesi.
La riparazione dello scandalo, poiché si tratta di scandalo, secondo la
morale cattolica, può avvenire anche con un cambiamento totale di condotta
che induce a prendere nuove conclusioni. Ma i convertiti dal Cammino, specie
se catechisti, sembra che non sentano questo dovere; per cui è logico
domandarsi qual è il perché di questo loro comportamento non certamente
evangelico. A parte la difficoltà di dare un'adeguata riparazione ad uno
scandalo, riteniamo che gli ex convertiti del Cammino neocatecumenale, pur
riconoscendo sinceramente di aver sbagliato nel seguire le catechesi di Kiko,
sanno bene quali sono le conseguenze a cui va incontro chi lascia o chi si
oppone agli insegnamenti del suo fondatore.
Per anni e anni, come catechisti, alcuni di loro quelle conseguenze
dell'abbandono le hanno applicate nei confronti di quanti lasciavano il
Cammino. Perciò essi sanno benissimo che quanti lo abbandoneranno, specie
dopo aver rivestito qualche incarico, questo abbandono lo pagheranno molto
caro, in tutti i campi: familiare, sociale, economico, politico, ecc. Essi
sanno bene che dai vecchi compagni verranno combattuti con tutti i mezzi
leciti e illeciti, costretti ad abbandonare lo stile di vita al quale il
Cammino li aveva ormai abituati. Non solo: essi sanno anche che la loro
stessa vita talvolta sarà in pericolo. Sì!... perché per quanti abbandonano
il Cammino incomincia una serie di minacce più o meno larvate, che toccano
la famiglia, i figli, la proprietà, la carriera, ecc.
Queste minacce verso i transfughi sono iniziate già durante lo SHEMA : a due
anni dall’inizio del Cammino, nella convivenza di 3 giorni, verrà ripetuto
in modo ossessivo l’invito a Vendere i beni (casa, macchina, ori, quadri di
valore, ecc.); Distaccarsi da: lavoro, famiglia, figli ... (ritenuti idoli);
Attaccarsi alla Comunità, “Sacramento di Gesù Cristo”; Futura umanità che
sola potrà rispondere al bisogno di felicità. Alla fine tutti dovranno dare
conferma, con un forte segno, della loro concreta volontà di distacco da
questi “idoli”.
E nel libro che parla di questo periodo, a pag. 103 è scritto: "Adesso ti
domando: se questo Cammino è una delle cose più serie (perché si tratta del
Battesimo e non di un movimento speciale), se il Battesimo non ti è servito,
allora che cosa ti potrà servire nella vita? Di fronte a questo ti voglio
mettere in guardia perché "se il sale perde il suo sapore, con che cosa lo
si salerà?" Voi siete già illuminati dalla parola di Dio. C'è molta gente a
cui dà fastidio andare in comunità, ma non la possono lasciare perché la
Parola gli ha scoperto la verità e la realtà del mondo e ormai non si
possono più alienare... perché... dove andrebbero? Se il sale perde il suo
sapore ormai non serve a niente altro se non ad essere calpestato dagli
uomini. Diventerai un uomo disgraziato, non servirai a niente, perché se
almeno fossi come uno di quelli che non hanno conosciuto il catecumenato e
non sanno nulla, allora ti alieneresti con la TV, o diventeresti socio della
Roma e te ne andresti con grande illusione a vederla giocare ogni domenica.
Ma tu sei stato marchiato a fuoco questo marchio non te lo potrà togliere
nessuno".
Al termine dei due anni dallo Shema, si fa una “Convivenza” di tre giorni,
dopo la quale si fa il 2° SCRUTINIO in diverse serate. In questo Scrutinio i
Catechisti scrutano le persone per vedere se hanno cambiato mentalità; se si
sono provate con i beni; se hanno fatto il Cammino.
Sui concetti sopra riportati Kiko ritornerà appunto nel II scrutinio dove a
pag. 83 dice: "Dice il Signore: prima che il sale perda il suo sapore, ecco,
fate lo scrutinio, fermatevi, fatevi pensare un pochino alle cose: meglio
che non passi, meglio che attenda un po', che aspetti. Mi ricordo che noi
abbiamo in una comunità un uomo molto ricco che non è passato ad uno
scrutinio perché incapace di vendere i suoi beni, però faceva molta
elemosina, ha molti miliardi è un industriale. Abbiamo lasciato passare tre
anni nel secondo scrutinio, dopo tre anni gli abbiamo detto: "Non puoi
continuare". Adesso è andato ad una congregazione religiosa, l'Opus Dei, una
organizzazione religiosa composta di fedeli che pretendono di conquistare
posti nella società e lui ha detto a questa gente: "Non mi venite più con
surrogati, io so dove sta la verità". È venuta a parlare con lui la legione
di Maria, l'Azione Cattolica, il Parroco l'ha mandato a chiamare perché
ritorni e lui ha risposto: "Non mi ingannate più. Oggi non posso fare lo
scrutinio perché mi rendo conto che sono un uomo debole". Però ritornerà, un
giorno ritornerà dicendo: "ecco, sono qui tutti i miei beni, fratelli, vengo
con voi, partiamo con questa nave verso la Terra Promessa. Questo è un uomo
illuminato, lo scrutinio gli ha fatto un bene immenso, non è una persona
facile lo sto aiutando a cambiare, a responsabilizzarsi, a diventare
cristiano, e quando tutto questo farà il suo effetto, lui si ripresenterà a
noi. Perché qui faremo le cose sul serio, non è molto duro, il duro viene
dopo, viene ad esempio per Francesco e Giampiero. Questo scrutinio se volete
lo facciamo noi: siamo noi che vi diciamo: "Fratelli, attenti, pensate alle
cose". Ma il secondo scrutinio è uno scrutinio che fa il Signore [tragica,
per gli effetti che provoca, blasfema identificazione], perché passano soltanto quelli che hanno lo
spirito di Gesù di Nazareth, del Servo di IHWH, solo questi possono
rinnovare (!?) il Battesimo."
Assisteremo ora ad un crescendo dell’uso di una tattica, con dure, ossessive
ripetizioni, martellamenti…
A pag. 108 del II scrutinio, Kiko dirà ancora: "Se il sale perde il suo
sapore con che cosa lo si salerà? Qual è il contenuto fondamentale di questa
frase? È molto semplice. Perché io ti dico che te ne puoi andare e non
succede nulla... allora che cosa succede? Succede che è qualcosa di molto
serio: tu non puoi dimenticare che hai ricevuto la verità e la luce. Anche
se vuoi: non puoi dimenticarlo. È inutile che ti alieni quando ti cacceremo
di qui, quando te ne andrai. Èinutile che ti alieni. Se tu hai veramente
scoperto attraverso la parola che la vita non è nel sesso né nelle donne né
nel matrimonio o nel lavoro che non è nell'essere il primo: tutto questo non
te lo puoi togliere di dosso. E allora la tua condizione finale sarà
disastrosa perché prima di conoscere il Cammino tu ti alienavi con il lavoro
pensando di migliorare e desideravi tanto la promozione... ridevi come un bambinetto pensando di comprarti una macchina più bella, andare la domenica
in campagna, avere una casetta... vivevi a livello vegetativo però in fin
dei conti... vivevi felice. Ma adesso, fratello, tu sei illuminato e se
anche tu vuoi dimenticare tornare a quella specie di infantilismo, non
potrai. E se prima da quegli idoli ricevevi un po' di vita, perché sei stato
in quella condizione, adesso già nulla. Non ti danno la felicità che ti
davano prima. Cosicché la tua condizione ultima è spregevole, non serve a
nulla! Oppure sì, per una cosa: solo essere calpestato dagli altri. Perché
qualsiasi uomo ha una vita migliore della tua. Prima che questo succeda
nella tua vita o ti spari un colpo (perché la gente che ha rinnegato Cristo
degenera, degenera e cade sempre più in basso, e non può scappare perché la
verità è la verità e tu non puoi liberartene). Guardate cosa dice il
Signore: che non passino perché se no questi fratelli li distruggereste.
Dice: “Vai, sii tu il sale della terra, me se il sale perde il sapore con
che cosa lo si salerà? Non serve che ad essere gettato fuori e calpestato
dagli uomini”. Guardate che cosa significa ciò: gettati fuori, non potete
più restare nella comunità, gettati fuori dalla comunità e per giunta
calpestati dagli uomini. La genti dirà: quello era un cristiano! Guarda
com’è ridotto! Credo che la moglie lo abbia lasciato, sai? E adesso vive da
qualche parte con un’altra… e i figli? Ah! Li ha abbandonati, Sì, Sì, questi
cristiani… [In realtà sta parlando della tragica ed inesorabile divisione
familiare che si determina per chi si allontana dal Cammino…] Te lo dicevo
io che finiscono tutti allo stesso modo, che lì c’era un pasticcio…solo per
essere calpestati dagli uomini. E prima che questo succeda… fermati, alt,
fratello!”
Queste parole di Kiko potrebbero sembrare avvertimenti, ma in realtà sono
minacce: egli dice all’inizio: “Perché io ti dico che te ne puoi andare e
non succede nulla”... poi immediatamente incalza snocciolando la sfilza di
quanto di drammatico in realtà succede… Infatti poi riprende: “allora che
cosa succede?...” e quel che segue.
Dopo queste affermazioni di Kiko, che i catechisti del Cammino conoscono
perfettamente, è chiaro che essi sono informatissimi su quanto potrebbe loro
succedere in caso di abbandono del Cammino e, come tutti coloro che superano
queste fasi, portano nella mente e nell’anima i solchi di quelle incalzanti
minacce, che oltretutto vengono pronunciate in un clima di grande e pesante
drammaticità che non può rimanere senza effetti devastanti e soprattutto
“catturanti” sulla psiche delle persone, specialmente di quelle più deboli
psicologicamente. E poiché ormai oltretutto essi sono degli stipendiati, è
molto difficile che lo sconfessino, anche se la Verità e la vera Fede è
riuscita ad illuminare la loro mente. Per questo, anche dopo la loro
“conversione”, non diranno mai ai tanti loro fratelli di fede che seguendo
il Cammino sbagliano.
A questo punto ci viene qualche dubbio sull’autenticità della loro
conversione, confermata dal fatto che nessuno di loro rivelerà le istruzioni
segretissime che sono state loro fatte.
La soluzione del problema dei neocatecumenali, a nostro modesto avviso, si
avrà soltanto quando si ripeterà quello che è avvenuto a Saulo sulla Via di
Damasco: solo dopo essere stato prostrato a terra e privato delle sue forze,
Saulo si è aperto all’invito del Signore Gesù e si è convertito alla fede.
Quando anche il Cammino neocatecumenale sarà messo nella impossibilità di
essere appoggiato da vescovi e sacerdoti e sarà privato delle enormi fonti
economiche di cui dispone, soltanto allora arriverà il crollo del Cammino.
Questa fase sembra non essere più molto lontana per il coraggio che dimostra
il Santo Padre Benedetto XVI, che molti, e non solo tra i neocatecumenali,
considerano un elemento da eliminare quanto prima.
Trascrivo quanto scriveva giorni fa un sacerdote: "Ieri nella pubblica
piazza conversando con un Sacerdote per fortuna forestiero, che conosco da
tempo, vedendomi di buon umore a causa delle ultime scelte pontificie ha
perso le staffe ed ha detto, in presenza anche di altri : (parole testuali)
"Deve stare attento il Papa, altrimenti il suo mandato finirà prima del
tempo! Tali scelte gli abbrevieranno il suo incarico" Sdegnato gli ho detto
che tale minaccia è blasfema, eretica e ... mafiosa... Gli ho anche detto
che lo riferirò alla Congregazione per la Dottrina della Fede anche se, per
carità, ometterò di dire il gruppo ecclesiale in cui opera... Potete
immaginare qual è? "Grazie" all'innalzamento della pressione sanguigna quel
Sacerdote ha detto quello che pensava davanti a diverse persone.
Non sappiamo in qual modo essi cercheranno di attuare questo proposito. Ma
da quanto si percepisce, abbiamo l’impressione che il 3° Segreto di Fatima,
nel quale si vede un vescovo vestito di bianco cadere sotto i colpi dei suoi
nemici, dando inizio ad una cruenta persecuzione della Chiesa, debba ancora
verificarsi. Ma tutto questo non ci fa paura. L’Apocalisse di S. Giovanni ha
predetto anche questo apparente trionfo dell’Anticristo; ma quella profezia
termina assicurando la vittoria finale del Signore sul suo nemico infernale.
Tutti i buoni sono invitati a pregare perché, quando verrà quell’ora, trovi
molti a dare la loro vita per il Divino Maestro che per essi non ha esitato
a morire sulla Croce.
Un Sacerdote, gennaio 2008