Il Seminario NC di TAKAMATSU verso la
chiusura come istituto diocesano"
Traduzione dal testo Originale
presente Sul
Sito Ufficiale della CBCJ
[Vedi:
30 maggio 2009, aggiornamenti dal Giappone]
[Vedi:
26 luglio 2008. Ancora dal Giappone...]
[Vedi
precedenti nel sito]
[Vedi notizie di inizio luglio]
"Il Seminario "Redemptoris Mater" (RM), gestito
dal Cammino Neocatecumenale come istituto diocesano a Takamatsu, verrà
chiuso.
La decisione di chiudere il Seminario RM alla fine di giugno, presa dai
Vescovi cattolici della 'Conferenza del Giappone (CBCJ), era stata esaminata
dal Vaticano (v. Catholic Weekly, 6 luglio) in attesa di una decisione
romana sul futuro del Seminario.
Una lettera del 26 giugno del Cardinale Tarcisio Bertone, segretario di
Stato, ha annunciato la decisione. Il testo è stato scritto in italiano, ma
è stato accompagnato da una traduzione in inglese.
"Il Seminario" Redemptoris Mater "di Takamatsu verrà chiuso come seminario
diocesano," ha scritto il cardinale nella lettera. I contenuti sono stati
immediatamente trasmessi al clero, ai religiosi e laici della diocesi.
La lettera del Cardinale Bertone è stata inviata come risposta ad un’altra
lettera inviata al Papa Benedetto XVI dalla CBCJ il 6 giugno al termine
della riunione plenaria annuale. La lettera e stata scritta per chiedere la
Guida papale nella risoluzione delle difficoltà per quanto riguarda il
seminario.
La decisione romana consta di quattro punti.
Il seminario verrà chiuso, come istituto diocesano, e i suoi programmi
insieme al personale verranno spostati nel seminario RM di Roma "come
espressione della cura paterna del Santo Padre, e con la speranza che in
futuro esso continuerà a contribuire alla evangelizzazione del Giappone in
modi ritenuti più opportuni a tale obiettivo. "
In secondo luogo, visto che ricorre il 25.mo anno dall’inizio del lavoro in
Giappone dei sacerdoti del Cammino Neocatecumenale i quali ora "possono
incontrare varie difficoltà a seguito di questa decisione," la Congregazione
per l'Evangelizzazione dei Popoli di Roma ha deciso di nominare un vicario
"investito della specifica responsabilità di gestire, in cooperazione con i
vescovi della Conferenza Episcopale, le varie questioni relative alla
presenza e il ministero di questi sacerdoti, compreso il loro servizio. "
La lettera afferma anche che, quando il seminario si sposterà a Roma da
Takamatsu, conserverà il suo collegamento con il Giappone. Verrà chiamato
"Seminario" Redemptoris Mater "per il Giappone" e il Vescovo Takaaki
Hirayama, vescovo emerito di Oita, sarà il suo rettore.
Infine, l'attuale costituzione del seminario deve essere conservata e "una
soluzione dovrà essere adottata sia per la sua gestione che per il suo
utilizzo temporaneo." Non è chiaro se "uso temporaneo" implichi un eventuale
ritorno del RM a Takamatsu.
Secondo la lettera, fino a quando le quattro decisioni elencate non saranno
attuate, il Papa ha chiesto che il Vescovo di Takamatsu Mizobe continui con
l'attuale “status” del RM. (1)
Commentando la lettera, l'Arcivescovo di Tokyo Okada Takeo , il presidente
della CBCJ, ha detto, "Siamo grati a Sua Santità per la sua preoccupazione e
la sua guida. Diverse questioni rimangono. E 'importante che coloro che sono
coinvolti nella soluzione delle stesse preghino, si ascoltino l'un l'altro e
facciano uno sforzo per capire le altre posizioni. La conferenza Episcopale
darà la sua piena cooperazione per la diocesi di Takamatsu e ci auguriamo la
comprensione e la cooperazione del Vescovo Hirayama. "
Quando è stato chiesto un commento alla decisione, il rettore del RM Padre
Angel Luis Romero Carbonell ha detto: "non ho ancora visto la lettera e non
ho alcun commento da fare."
_________________
(1) a noi sembra di capire che esce
dalla porta e rientra dalla finestra.
Il solito parlare ambiguo e anodino, che sembra non voler scontentare "i
potenti"... Infatti:
Conclusioni, a tutt'oggi:
Bertone, il 26 giugno, ha scritto una lettera ai vescovi giapponesi per far
sapere che il seminario di Takamatsu si può chiudere, ma... Il seminario
"Redemptoris Mater" di Takamatsu si trasferisce in quello di Roma.
Niente di più facile: quello di Takamatsu pullula di italiani. Il rettore,
tale don Carbonell, è incardinato nel clero di Roma. Il vicerettore è
italiano. Scommetterei che in quel seminario neocatecumenale di Takamatsu si
è sempre parlato italiano anziché giapponese.
E comunque sapevamo già che a Roma i neocatecumenali sono più potenti che
altrove.
Verrà creato a Roma un "Seminario «Redemptoris Mater» per il Giappone".
Traduzione in italiano: "ce ne andiamo via ma torneremo molto presto".
Insomma, i neocatecumenali non demordono. Per loro è più importante
conservare l'avamposto in Giappone, che obbedire ai vescovi giapponesi.
Tale seminario "per il Giappone" verrà ufficialmente retto da un vescovo
giapponese in pensione (altrimenti i seminaristi di lì non sentiranno
neanche una parola in giapponese durante tutta la formazione). Ci sarà di
dispiacersi per come verrà trattato quel vescovo in pensione, vista
l'attitudine dei neocatecumenali nei confronti di chi non è uguale a loro.
I preti neocatecumenali sparsi per il Giappone "possono incontrare
difficoltà" (SIC!!!!) a causa della chiusura del seminario di
Takamatsu.
Dunque il seminario "Redemptoris Mater" non è semplicemente un luogo di
preparazione al sacerdozio (terminato il quale si viene ordinati e si passa
definitivamente all'obbedienza ad un vescovo). Al contrario, il seminario
neocatecumenale è un luogo di aggregazione dei neocatecumenali, un posto
indispensabile dove adunarsi, prendere direttive kikiane, e fare chissà cosa
quanto a liturgia e pastorale. Altro che "seminario internazionale diocesano
missionario"...
Ed infatti i preti neocatecumenali sparsi per il Giappone "possono
incontrare difficoltà" (SIC!!!!!!!) a causa della chiusura del
seminario di Takamatsu.
Il che significa anche che i preti neocatecumenali hanno già fatto capire
che vendicheranno quella chiusura. I preti neocatecumenali
erano già disobbedienti: figuratevi cosa faranno, ora che intendono
vendicarsi della chiusura del loro Sacro Seminario Neocatecumenale...
E perciò dalla neocatecumenalissima "Propaganda Fide" da Roma si tira fuori
un'altra strana soluzione: nominare un "vicario" che gestisca il ministero
di quei preti (al posto dei loro legittimi vescovi!?!) e che funga da
interfaccia coi vescovi giapponesi (il che vuol dire che la vendetta
neocatecumenale è già cominciata, visto che c'è bisogno di un
vicario neocatecumenale per far parlare i preti neocatecumenali in
Giappone coi loro legittimi vescovi)...
Infine, il seminario è chiuso ma non dev'essere chiuso: "una soluzione
dovrà essere adottata sia per la sua gestione che per il suo utilizzo
temporaneo". Non è chiaro se "uso temporaneo" implichi un eventuale ritorno
del RM a Takamatsu.
Insomma, il vescovo di Takamatsu non può disporre di ciò che appartiene alla
diocesi di Takamatsu.
Ricordiamo che a suo tempo il seminario neocatecumenale di Takamatsu fu
costruito utilizzando anche fondi diocesani (o addirittura "solo fondi
diocesani"): ci furono anche delle denunce, e sul più famoso giornale
buddista giapponese derisero la Chiesa cattolica per quelle beghe ben poco
cattoliche.
E voi immaginatevi una diocesi di cinquemila anime, che si regge solo sulle
donazioni dei fedeli (lì in Giappone non esiste né ottopermille né altro
tipo di contributi)... e vede bruciare i suoi soldi per costruire un
seminario per i neocatecumenali che hanno storicamente creato solo problemi
su problemi... e ora che dopo vent'anni l'intera conferenza episcopale
giapponese riesce a chiuderlo, bisogna tenerlo pronto per non meglio
precisate "gestioni" e "utilizzi temporanei".
Insomma, è evidente che a Roma le pressioni neocatecumenali sono fortissime,
laddove i vescovi giapponesi sono sempre obbedienti e concilianti al punto
da farsi esasperare dai neocatecumenali e da chi li appoggia.
Tutto questo mentre i media cattolici ufficiali (Radio Vaticana, Avvenire,
etc) si guardano bene dal commentare la notizia.
Sarebbe bello vedere un commento di Zenit e di altri media "non ufficiali",
su queste mirabolanti questioni neocatecumenali, così importanti da far
passare in secondo piano l'intera conferenza episcopale giapponese.
I sacerdoti della diocesi di TAKAMATSU
si oppongono al Cammino neocatecumenale
Qui sotto, la traduzione di un articolo pubblicato sul Settimanale
Cattolico ("Katorikku Shinbun") del 6 luglio 2008, e ripubblicato sul
sito ufficiale della Conferenza Episcopale Giapponese (il testo in inglese è
a questo link:
"Priests
working in Takamatsu oppose Neocatechumenal Way"). La seconda parte di
questo articolo, che verrà pubblicata successivamente, tratterà del Cammino
dal punto di vista dei laici della diocesi di Takamatsu.
Il
Katorikku Shinbun è diffuso in tutti gli
ambienti cattolici del paese ed è appoggiato dalla stessa Conferenza
episcopale giapponese (tanto da condividerne la pagina
principale del sito web ufficiale della CBCJ). In Giappone vi sono circa
440.000 cattolici (su oltre 120 milioni di abitanti), di cui il 60% donne.
Dei circa 1.500 sacerdoti (divisi in 800 parrocchie e 179 centri di
missione), solo 911 sono giapponesi, mentre il 93% delle quasi seimila suore
è giapponese. La messa domenicale è frequentata da circa 120.000 fedeli
(cioè il 27%, media molto più alta che in Italia e negli altri paesi
europei, con una punta del 63% nella messa di Natale). Nel 2007, solo in 279
matrimoni (il 10% del totale) entrambi gli sposi erano cattolici.
I sacerdoti della diocesi di Takamatsu si oppongono
al Cammino Neocatecumenale
Nonostante la decisione del vescovo Osamu Mizobe e del
consiglio pastorale della diocesi di Takamatsu di chiudere per il 30 giugno
2008 il seminario Redemptoris Mater a Higashi Kagawa (nella prefettura di
Kagawa), decisione ratificata dal Vaticano a seguito di due visite a Roma
del vescovo e dell'incontro personale che questi e altri tre arcivescovi
giapponesi hanno avuto con papa Benedetto XVI il 25 aprile scorso, è giunto
da Roma l'ordine di bloccare tutte le azioni contro tale seminario.
L'ordine di bloccare la chiusura è giunto in un
messaggio all'arcivescovo Alberto Bottari De Castello, nunzio apostolico in
Giappone, da parte del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato
Vaticano, ed è stato passato al vescovo Mizobe il 31 maggio.
Quando è giunta la direttiva da Roma, la decisione
della chiusura era già stata notificata al consiglio pastorale, al consiglio
presbiterale e alla commissione diocesana per l'evangelizzazione della
diocesi (che conta 5.070 fedeli). All'inizio di luglio ancora non si
registrano sviluppi.
Il seminario Redemptoris Mater (RM), aperto nel 1990,
è gestito dal Cammino Neocatecumenale (CN) come un seminario internazionale
legato alla diocesi di Takamatsu. I seminari gestiti dal CN formano i preti
secondo le linee guida liturgiche e spirituali del movimento, per il
servizio come clero diocesano. Il seminario RM di Takamatsu ha licenziato
circa 30 preti che attualmente operano nelle diocesi di Takamatsu, Niigata,
Oita e Kagoshima.
Il CN è stato fondato in Spagna nel 1964 come
formazione alla fede per gli adulti nella forma di piccoli gruppi
all'interno delle parrocchie, che conducono delle loro proprie liturgie e
dei loro propri programmi di formazione. Nonostante negli Statuti del
movimento venga stabilito che "è al servizio del vescovo come una delle
modalità di attuazione diocesana dell'iniziazione cristiana e
dell'educazione permanente alla fede", le relazioni tra il CN e i vescovi
diocesani hanno avuto frequenti attriti.
«Non riesco a capire come sia potuto avvenire», ha
detto don Sueo Hamaguchi, sacerdote diocesano di Nagasaki che opera come
parroco della chiesa di Sakuramachi a Takamatsu, commentando l'ordine dal
Vaticano.
Don Hamaguchi è uno dei tanti sacerdoti diocesani e
religiosi "prestati" alla diocesi di Takamatsu da quando monsignor Mizobe vi
è stato assegnato nel 2004 per ristabilirvi l'ordine dopo che l'agitazione
causata dal CN aveva portato a forti divisioni nella diocesi, culminati in
una querela per diffamazione da parte di due laici contro il vescovo
precedente, monsignor Satoshi Fukahori, che aveva pubblicato una lettera
pastorale condannando i due per la loro opposizione al suo invito al CN di
aprire un seminario in diocesi.
Don Desiderio Cambra, membro dell'Instituto Español
de Misioneras Extranjeras (IEME, istituto spagnolo di missionari
esteri), è stato di recente nominato cancelliere della diocesi. Anche lui si
è detto scioccato per l'interferenza di Roma.
«Hanno ignorato una decisione dell'intera Conferenza
episcopale giapponese e dello stesso nunzio apostolico», ha esclamato.
Parlando a nome di don Angel Luis Romero Carbonell,
rettore del seminario RM, don Antonio Anfuso, vice rettore, ha rifiutato di
rilasciare un'intervista per quest'articolo, dicendo: «non possiamo
rispondere adesso a delle domande, dal momento che molte cose non sono state
ancora decise». Anche gli altri membri NC che sono stati avvicinati hanno
rifiutato di dare commenti.
Il salesiano don Kosuke Murakami, in servizio alla
diocesi come parroco della chiesa di Zentsuji a Kagawa, ha spiegato i motivi
per cui pensa che il seminario debba essere chiuso.
«Quel seminario è la forza propulsiva delle attività
del CN, produce problemi liturgici e danneggia l'unità delle parrocchie», ha
affermato.
«Nella parrocchia dov'ero prima, ad Imabari
(prefettura di Ehime)», ha continuato, «indipendentemente dalla data di
nascita di un bambino, il CN si rifiutava di battezzarlo fino alla Pasqua
successiva, rifiutando inoltre di far amministrare il sacramento da un
sacerdote che non sia neocatecumenale. Sono stati un gruppo completamente
indipendente in parrocchia, che il parroco non poteva controllare. Hanno
spostato i membri della parrocchia più attivi alla messa del CN del sabato
sera. Anche il benefattore principale della parrocchia è stato dirottato
verso quel gruppo, il tutto a danno dell'intera parrocchia».
Secondo il salesiano don Hideaki Hamaguchi,
procuratore diocesano e sacerdote "in prestito", la tendenza dei
neocatecumenali ad ignorare i pastori si estende ben oltre il vescovo.
«In questi ultimi due o tre anni ho sempre fortemente
avvertito che i preti NC incardinati nel clero diocesano, nonostante si
dicano obbedienti al vescovo, non lo sono», dice. «Vanno proclamando che "il
modo di pensare del vescovo è diverso dal nostro". È una vergogna che loro
non si sforzino per nulla di pensare a come cooperare col vescovo o a come
servire meglio la Chiesa in Giappone. Se il loro zelo fosse diretto a
lavorare insieme al vescovo, potrebbero avvenire grandi cose».
Sulla questione dell'obbedienza ai vescovi, il
superiore della provincia domenicana di Rosario, don Juan Manuel Gonzalo, ha
affermato: «noi Domenicani non lavoriamo per noi stessi».
«L'autorità della Chiesa in Giappone», ha continuato,
«sta nel vescovo di Takamatsu e negli altri vescovi nominati dal Papa.
Dunque la loro decisione (di chiudere quel seminario) è la migliore per il
Giappone e io penso che debba essere attuata al più presto possibile».
Secondo don Cambra, «il Cammino poteva andar bene per
educare persone spagnole che non frequentavano la chiesa, ma qui in Giappone
la situazione è del tutto diversa».
Don Murakami ha detto che tra i problemi principali
del CN c'è la celebrazione della liturgia in una maniera estranea alla
cultura e alle sensibilità dei giapponesi, imponendo uno "stile europeo" a
chi prega.
«Riorganizzano le cose in chiesa, mettono su le loro
icone e utilizzano le loro musiche e gestualità. In una chiesa come quella
di Imabata dove ci sono tanti parrocchiani anziani, il CN è tutto un
baciarsi, abbracciarsi, tenersi per mano, cantando e ballando durante la
messa. Utilizzano le chitarre perfino nei funerali. Finché non correggono
queste pratiche, è impossibile lavorare insieme a loro», ha affermato.
Don Sueo Hamaguchi ha detto che la coesistenza col CN
è strutturalmente impossibile.
«Il CN ha le sue proprie strutture di controllo,
prendendo ordini solo dai suoi tre leader», ha detto. «Il loro modo
particolare di celebrare la liturgia è inteso ad affermare la loro unicità».
Il diacono Yasuhiro Nishikawa, direttore dell'ufficio
diocesano, ha detto che i membri del CN conducono attività di beneficenza a
loro vantaggio utilizzando i nomi delle parrocchie senza consultarsi con i
parroci.
«Ignorano la diocesi e le parrocchie», dice.
Don Murakami ha detto: «se al seminario è permesso di
continuare così com'è, il CN si diffonderà in tutto il Giappone e perciò qui
avremo due chiese, la Chiesa del Papa e la chiesa di Kiko», riferendosi a
Kiko Argüello, fondatore del CN.
«Ai cattolici giapponesi spetta comprendere l'entità
del problema», ha detto il salesiano don Hideaki Hamaguchi.
I sacerdoti che lavorano in diocesi hanno detto che
fin dal suo arrivo il vescovo Mizobe ha lavorato molto per riportare
l'unità.
Don Hideaki Hamaguchi ha commentato: «dopo i primi tre
anni è diventato chiaro che il problema era troppo grande e che il metodo
migliore non poteva che essere il tagliare i legami tra la diocesi e il
seminario».
Monsignor Mizobe ha mandato i preti neocatecumenali a
studiare a Tokyo e a Roma perché si preparassero meglio a lavorare in
Giappone.
«Il vescovo sta dicendo "lavoriamo insieme", ma loro
hanno un complesso di persecuzione per cui si fissano solo sulla questione
della chiusura del seminario e non vedono le preoccupazioni del vescovo per
la cura pastorale», dice il diacono Nishikawa.
Don Sueo Hamaguchi: «Non c'è alcun motivo per far
continuare il seminario. In nessun modo può essere sostenuto da una piccola
diocesi come Takamatsu, e la diocesi non ha bisogno del CN che vi si
nasconde dietro. I neocatecumenali sono solo un ostacolo».
Note del traduttore:
- a noi europei, gli usi e costumi della cultura
giapponese apparirebbero di grande compostezza e formalità; col termine
"European style" nel testo si è voluto intendere spregiativamente
l'attitudine da chiassosi cafoni (che non qualifica certo tutti gli
europei);
- tale don Carbonell, rettore del seminario RM di
Takamatsu, risulta essere incardinato a Roma (cfr.
clero
romano);
- nelle sue lettere pastorali del 2000-2001 il vescovo Fukahori aveva criticato (facendo nome e cognome) due dei fedeli che si
erano opposti, ed è stato perciò denunciato per diffamazione e condannato a
pagare un totale di 800.000 yen di risarcimento danni (poco meno di 5.000
euro). Dopo la sentenza, i due parrocchiani che hanno vinto la causa hanno
affermato di non essere contenti della vittoria, ma di essere allarmati a
causa del seminario Redemptoris Mater (tale notizia, reperita da UCA News,
non risulta più disponibile nei suoi archivi);
- nel 2000 c'era stata un'altra denuncia per
bloccare il seminario, con la motivazione che utilizzava fondi della
diocesi per formare preti destinati altrove (una diocesi così piccola
non naviga certo nell'oro); il caso era stato ironicamente riportato nel
2002 dal Chugai
Nippo, uno dei più diffusi quotidiani buddisti del Giappone.
Rileviamo le seguenti anomalie:
- Ci sembra cogliere l'ennesima dimostrazione del "potere" informale
del Cammino, che sta andando oltre ogni ragionevole possibilità.
- Prima anomalie: alla richiesta di una Conferenza Episcopale non
avrebbe dovuto rispondere il card. Bertone, il quale ha più mansioni legate
con gli Stati, bensì, trattandosi di una questione prettamente legata
all'interno della Chiesa, avrebbe dovuto rispondere la Congregazione per il
Clero, quella dei Vescovi, quella del Culto Divino....
- altra anomalia: mentre la Conferenza episcopale giapponese MOTIVA le sue
richieste, la risposta non fornisce alcuna spiegazione....
- e ancora: collegialità dei vescovi....quando ha valore? Inoltre ogni Conferenza
Episcopale ha una autorità specifica all'interno del proprio Stato
INDIPENDENTE, questo dal Concilio Vaticano II....questa indipendenza si
esercita proprio quando c'è di mezzo LA CULTURA di un popolo che è diversa
dalle altre culture... Una delle motivazioni dei vescovi è proprio legata
all'incompatibilità della cultura giapponese con le pretese catechetiche del
CN, in tal senso la Conferenza episcopale del Giappone ha tutto il diritto
di esercitare il proprio mandato per evitare divisioni....
Ci auguriamo che la Conferenza Episcopale del Giappone prenda in seria
considerazione di non mollare il dialogo su questi eventi e che organizzi
magari incontri con altre Conferenze così da poter TUTTI INSIEME I VESCOVI
trovare una soluzione che non suoni di compromesso contro la Liturgia, che
pure è il punctum dolens del Cammino, ma
che aiuti il CN a ricordarsi soprattutto che essi sono servi e non
padroni....e che come tali hanno il dovere di trasmettere ciò che la Chiesa
insegna e non ciò che essi interpretano...
Conclusioni
C'è un fil rouge che accomuna tanti giornalisti, commentatori,
persone di Chiesa e laici: intuire al volo quali notizie sono o non sono
politically correct.
La notizia, ad esempio, del grave e annoso dissidio tra l'episcopato
giapponese, che da anni sta conducendo nel paese del Sol Levante una
paziente tessitura per l'implantatio ecclesiae, e i neocatecumenali
che a tutti i costi ne vorrebbero l'appalto, anzi se lo sono autoattribuito
senza andare tanto per il sottile e distruggendo ciò che quotidianamente i
vescovi tentano di costruire, non è notizia politicamente corretta.
L'Osservatore Romano si guarda bene dal riferirne, l'Avvenire non ne
parliamo, la Radio Vaticana poi si farebbe piuttosto chiudere che dare a
questi fatti una sia pur minima risonanza.
Eppure si tratta di un affaire grave, gravissimo, che mette in gioco
la credibilità stessa della Chiesa e in primis il Dicastero Vaticano per
l'evangelizzazione dei popoli: alcuni vescovi nei mesi scorsi, e anche
recentissimamente, a nome della Conferenza Episcopale Giapponese, sono stati
COSTRETTI a venire a Roma, a chiedere aiuto DIRETTAMENTE al Santo Padre.
E, dopo averlo ottenuto, si sono ritrovati fra le mani, quando tutto
sembrava risolto (la prevista chiusura del seminario neocatecumenale che
tanto sfascio sta creando in Giappone alla Chiesa nascente) la gelida
lettera con cui il superburocrate d'Oltretevere blocca ogni azione che i
vescovi avevano concordato col Papa in persona.
Quali, semplicissime, annotazioni trarre da tutta la vicenda?
Non è assolutamente difficile dirlo:
- Il mettere a durissima prova la fiducia della conferenza episcopale
giapponese verso il Vaticano;
- l'inspiegabile procrastinazione (col rischio di gravi complicazioni)
di un problema che non è solo locale, ma interessa, per la sua portata,
tutto il mondo cattolico;
- il dover constatare che le "veline" degne della peggior storia della
nostra RAI e dei nostri giornali, ancora costituiscono per i media
vaticani e per molti media cattolici una regola tutt'altro che
tramontata: si pensi, ad esempio, il trionfalismo con cui i media
vaticani hanno dato due mesi fa la notizia della sedizione dei 156
vescovi e dei 9 cardinali alla Domus Galilaeae di Kiko Arguello e, per
contrasto, il plumbeo silenzio sulla terribile vicenda dei vescovi
giapponesi (quando - si vede bene quotidianamente - tanti, ma tanti
spazi giornalistici dei servizi vaticani sono occupati perfino da
notizie del tutto marginali).
Nel nostro confronto sul blog, si ribadiva la necessità di PPF (Prudenza,
Pazienza, Fiducia), poi si è aggiunta una S(Sopportazione).
Ci pare però che l'acronimo completo che oggi dovrebbe descrivere lo stato
d'animo di molti credenti che non credono più alle favole propinate dagli
alchimisti dell'evangelizzazione movimentista e dai loro protettori d'Oltretevere
dovrebbe essere il seguente:
PPFSS (Prudenza, Pazienza, Fiducia, Sopportazione, SOSPETTO).
Per la chiusura del Seminario di TAKAMATSU,
la Conferenza Episcopale Giapponese si rivolge direttamente al Papa
Qui sotto, la traduzione di un articolo pubblicato sul
Settimanale Cattolico ("Katorikku Shinbun") del 18 maggio 2008, e
ripubblicato sul sito ufficiale della Conferenza Episcopale Giapponese (il
testo in inglese è a questo link:
"Bishops' Conference makes direct appeal to Pope for closure of Takamatsu
Seminary").
Per la chiusura del seminario di Takamatsu, la
Conferenza Episcopale Giapponese si rivolge direttamente al Papa
Il 25 aprile tre arcivescovi giapponesi, Takeo Okada
di Tokyo, Jun Ikenaga di Osaka, e Mitsuaki Takami di Nagasaki, hanno
accompagnato il vescovo di Takamatsu, Osamu Mizobe, ad una conversazione di
circa un'ora con papa Benedetto XVI.
Durante la loro conversazione col Papa, hanno
anzitutto espresso gratitudine per la sua approvazione della beatificazione
di 188 martiri giapponesi, prevista per il prossimo novembre. Lo scopo
dell'incontro era però quello di chiedere, a nome della Conferenza
episcopale giapponese (CBCJ), l'approvazione del Papa per la decisione di
chiudere del Seminario Missionario Internazionale "Redemptoris Mater" di
Takamatsu, gestito dal Cammino Neocatecumenale (CN), un movimento
internazionale dedito alla formazione religiosa degli adulti.
«Questa è la nona volta che mi è toccato andare in
Vaticano a causa dei problemi con quel seminario», ha detto monsignor
Mizobe, che è stato assegnato alla diocesi di Takamatsu nel luglio 2004.
«Nonostante io abbia avuto sempre il sostegno della Conferenza episcopale
giapponese, in passato, mi ritrovavo sempre ad andarci da solo. La cosa
migliore di questo viaggio è stata il poter agire con la Conferenza al mio
fianco».
L'arcivescovo Okada, presidente della CBCJ, ha
affermato: «abbiamo avuto questo problema per vent'anni. Nel febbraio 1992
abbiamo convocato un incontro straordinario dei vescovi per parlare
specificamente del seminario "Redemptoris Mater" di cui era stata appena
annunciata l'apertura. Da allora, abbiamo speso innumerevoli ore e passato
attraverso tanto dolore alle riunioni della Conferenza Episcopale, ed in
corrispondenza con la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli
(Propaganda Fide), pubblicando montagne di documenti. E dopo tutto
questo, ancora non sembra esserci una mutua comprensione, e perciò abbiamo
fatto appello al Santo Padre, sperando che lui potesse capire».
Nonostante il Papa abbia ricevuto diversi rapporti
dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, i vescovi giapponesi
erano convinti che non era stato adeguatamente riportato tutto ciò che era
stato trasmesso direttamente dal Giappone.
L'arcivescovo Okada ha poi detto: «Durante l'assemblea
generale dei vescovi a febbraio, abbiamo deciso di mandare una delegazione,
poiché il nostro messaggio non era giunto a destinazione. Prima siamo stati
alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (il 5 aprile), e quindi
siamo andati di nuovo per incontrare il Santo Padre. Due volte dal Giappone
a Roma (in così poco tempo). Con ciò volevamo mostrare quanto sia grande il
problema per la Chiesa in Giappone».
Il 29 aprile, la Union of Catholic Asian News
(UCA News) ha riportato: «con una decisione straordinaria, la Conferenza
episcopale giapponese ha mandato la scorsa settimana a Roma una delegazione
per discutere con papa Benedetto XVI "il serio problema" che stanno avendo
col Cammino Neocatecumenale e col suo seminario nella diocesi di Takamatsu».
Il Cammino è stato introdotto in Giappone nel 1973,
nella chiesa di Iwakuni della diocesi di Hiroshima, e le sue attività si
sono estese rapidamente ad altre parrocchie. La questione attuale che
riguarda il seminario cominciò nel febbraio 1990, quando monsignor Satoshi
Fukahori, all'epoca vescovo di Takamatsu, aprì il seminario gestito dal
Cammino. In una sessione straordinaria della CBCJ nel 1992, la Conferenza fu
del parere che «lo scopo del seminario non è quello di formare nuovi
sacerdoti diocesani, ma formare nuovi sacerdoti per le comunità
neocatecumenali».
Il Cammino è stato fondato in Spagna nel 1964 e, nel
tentativo di seguire i passi dei primi cristiani, tenta di trasformare le
parrocchie in chiese orientate alla missione.
Secondo quanto pubblicato nel settembre 1993 nelle
regolari sessioni della CBCJ, i vescovi hanno dichiarato che il Cammino è un
gruppo «difficile da trattare e pericolosamente tendente a creare divisioni»
poiché le persone che vi sono affiliate danno la massima considerazione agli
obbiettivi dei loro fondatori e della loro organizzazione, ed anche a causa
della loro celebrazione della liturgia, molto differente da quella della
Chiesa.
I vescovi hanno anche notato che questi stessi
problemi sono stati registrati anche fuori dal Giappone, e perciò la diocesi
di Tokyo e le altre diocesi giapponesi hanno imposto delle restrizioni sulle
attività del Cammino. In ogni caso, preti del seminario "Redemptoris Mater"
erano stati accettati in altre diocesi del Giappone, come quella di Niigata.
Nonostante papa Giovanni Paolo II abbia elogiato il
Cammino in una lettera del 1990, nel 1997 ha ordinato al movimento di
proporre una regolazione statutaria, che nel 2002 è stata approvata per un
periodo di prova di cinque anni.
Secondo tale decisione, il Cammino non è riconosciuto
come un'associazione o gruppo attivo in sé, ma è stato definito come
l'offerta di un «particolare stile di iniziazione cristiana e formazione
alla fede, condotte entro le parrocchie».
Commentando l'incontro di aprile col Papa, il vescovo
Mizobe ha dichiarato: «in questo incontro, il Papa ci ha spiegato di non
aver esteso l'approvazione formale degli Statuti. Il motivo che ha dato è
che quanto alle liturgie e ai rapporti coi vescovi, sono venuti alla luce
certi problemi».
Nella diocesi di Takamatsu le opinioni sul Cammino
restano divergenti. Ci sono state proteste tra i laici convinti che il
vescovo Fukahori nel 1990 nell'erigere quel seminario non abbia del tutto
agito secondo il diritto. La questione giunse al punto che nel giugno 2003
il tribunale di Takamatsu ha condannato il vescovo Fukahori per
diffamazione, imponendo un risarcimento danni ai due laici che lo accusavano
di averli attaccati in una lettera asserendo il falso. Nello stesso anno, la
Santa Sede ha condotto una sua inchiesta sulla diocesi.
Successivamente, con le dimissioni del vescovo
Fukahori, nel luglio 2004 è stato nominato il vescovo Mizobe. Il nuovo
vescovo ha fatto grandi sforzi per ottenere la riconciliazione e «l'armonia
posta in essere dallo Spirito Santo».
Ma in un articolo del Katorikku Shinbun datato
12 febbraio 2006, si riporta che il vescovo ha affermato che «laici e preti
che non sono affiliati al Cammino dichiarano che non ci sarà pace a Takamatsu finché non viene risolto il problema del seminario». La situazione
era perciò in stallo.
Nell'incontro in Vaticano, l'arcivescovo Ikenaga ha
presentato un memorandum al Papa per riportare alla sua attenzione lo stato
delle cose con chiarezza e sintesi. Il memorandum è in quattro punti.
Il primo è che tutti i vescovi della CBCJ si oppongono
alla continuazione delle attività di quel seminario. Secondo, che in tutte
le parrocchie in cui è arrivato il Cammino, sono sorte divisioni tra la
minoranza neocatecumenale e la maggioranza che non aderisce al CN. Terzo
punto: ad eccezione di quelli affiliati al Cammino, tutti i sacerdoti della
diocesi si oppongono al Cammino. Infine, viene espressa la speranza dei
vescovi per una rapida soluzione dell'agitazione presente nella Chiesa in
Giappone, e non solo nella diocesi di Takamatsu, agitazione che c'è fin da
quando il Cammino è arrivato nel paese.
Il vescovo Mizobe ha spiegato: «abbiamo parlato
insieme su quanto grande sia il problema che presenta quel seminario, e
quanto abbia già negoziato la CBCJ tentando di risolverlo. Nella nostra
prospettiva, per adesso siamo giunti più o meno ad un accordo sul seminario,
ma restano diversi altri problemi fondamentali da risolvere».
Nel commentare l'incontro col Papa, l'arcivescovo
Takami ha dichiarato: «questa è stata la prima volta che abbiamo dato al
Papa in persona tutto il materiale importante sulla questione».
Secondo l'arcivescovo di Nagasaki, il Papa ha
risposto: «dobbiamo prendere una decisione su cosa fare di quel seminario».
L'arcivescovo ha poi continuato: «penso che stavolta
sia stato sufficientemente chiaro ciò che noi intendiamo fare, la nostra
linea comune».
Il vescovo Mizobe ha detto che nonostante l'incontro
abbia avuto a tema un problema di enormi proporzioni, la discussione si è
svolta in modo «pacifico e sereno».
«L'ultima cosa che il Papa mi ha detto», aggiunge, «è
stata: "grazie per tutta la pazienza e il duro lavoro"».
La UCA News riporta che l'arcivescovo Okada ha detto:
«il seminario diocesano va chiuso. La Santa Sede è d'accordo a far chiudere
il seminario diocesano quest'anno».
Un annuncio formale verrà dato dopo i prossimi
incontri a Takamatsu.
Note del traduttore:
- un gruppo di vescovi che dall'altro capo del mondo
va a Roma due volte a distanza di una ventina di giorni, la prima per
incontrare una congregazione vaticana, e la seconda per incontrare il Papa,
rappresenta un caso assai curioso, la cui spiegazione è forse nel seguente
articolo, quando l'arcivescovo Pietro Takeo Okada ricorda che i vertici di
tale congregazione apparivano «somewhat supportive of the Neocatechumenal
movement»(alquanto sostenitori del movimento Neocatecumenale);
- la redazione del sito web della CBCJ, traducendo
in inglese il testo originale giapponese, ha reso con "regulations" il
termine che in italiano suona "Statuti";
- monsignor Mizobe dice che il 29 aprile 2008 «il
Papa ci ha spiegato di non aver esteso l'approvazione formale degli
Statuti»: non c'è alcun motivo ragionevole per ritenere falsa o
imprecisa tale affermazione, riportata sul sito web ufficiale della CBCJ e
verificata da testimoni qualificati (tre arcivescovi giapponesi tra i quali
il presidente della stessa CBCJ). Tale affermazione del Papa getta
un'ulteriore ombra sulla già tormentata vicenda dell'approvazione
"definitiva" degli Statuti neocatecumenali;
I Vescovi giapponesi incontrano il
Papa per la seconda volta in cinque mesi
Qui sotto, la traduzione di un articolo pubblicato
sulla Unione dei notiziari cattolici dell'Asia (UCA News: Union of
Catholic Asian News) del 29 aprile 2008, e ripubblicato sul sito ufficiale
della Conferenza Episcopale Giapponese (il testo in inglese è a questo link:
"Japanese
Bishops meet Pope for second time in five months").
I vescovi giapponesi incontrano il Papa per la
seconda volta in cinque mesi
ROMA (UCA News) -- Con una decisione straordinaria, la
Conferenza episcopale giapponese ha mandato la scorsa settimana a Roma una
delegazione per discutere con papa Benedetto XVI "il serio problema" che
stanno avendo col Cammino Neocatecumenale e col suo seminario nella diocesi
di Takamatsu.
I quattro prelati sono stati in Vaticano a chiedere al
Papa comprensione e intervento di aiuto a risolvere la situazione.
È la terza volta in cinque mesi che i vescovi
giapponesi hanno portato la questione a Roma. «Ci dispiace venire così
spesso, ma siamo stati costretti dalla serietà del problema da risolvere»,
ha detto ad UCA News l'arcivescovo di Tokyo, Takeo Okada, presidente della
Conferenza episcopale giapponese.
Durante la loro visita ad limina a dicembre
2007, i vescovi avevano espresso le loro preoccupazioni non solo al papa ma
anche alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, alla cui guida
vi era il cardinale indiano Ivan Dias.
La delegazione dei vescovi giapponesi vi è tornata
all'inizio di aprile 2008 per discutere la questione una seconda volta con i
responsabili della Congregazione, sentendoli però alquanto sostenitori del
movimento neocatecumenale, come ha ricordato l'arcivescovo Okada.
Hanno perciò deciso di parlare di nuovo col Papa.
L'arcivescovo Okada, quando ha parlato al Papa a nome dei vescovi giapponesi
il 15 dicembre 2007, aveva detto: «un'altra questione è quella del Cammino
Neocatecumenale e del Seminario Diocesano Internazionale di Takamatsu,
conosciuto come "Redemptoris Mater". Abbiamo un problema serio. Nella
piccola Chiesa cattolica del Giappone, la potente attività simile a una
setta, condotta dai membri del Cammino, produce divisioni e contrasti. Ha
portato acute e dolorose divisioni e lotte all'interno della Chiesa. Stiamo
combattendo con tutte le nostre forze per affrontare il problema ma sentiamo
che se bisogna trovare una soluzione, la considerazione di Sua Santità per
la Chiesa in Giappone sarà della massima importanza e necessità».
Il Cammino Neocatecumenale, fondato in Spagna nel
1964, oggi afferma di avere circa 20.000 comunità e un milione di membri in
105 nazioni.
Il seminario di Takamatsu è uno dei 73 seminari
missionari del movimento nel mondo, tutti chiamati "Redemptoris Mater" e
ognuno sotto un vescovo diocesano. I sei in Asia sono in Hong Kong, India,
Giappone, Pakistan, Filippine e Taiwan.
Il vescovo di Takamatsu, monsignor Osamu Mizobe, ha
confermato di aver parlato del problema della sua diocesi durante la sua
udienza privata con papa Benedetto nella visita ad limina.
Il Papa però non ha fatto menzione della questione
quando ha rivolto ai vescovi giapponesi un discorso al termine della loro
visita.
Quattro mesi più tardi, il 25 aprile scorso, ne ha
invece parlato in dettaglio con l'arcivescovo Okada, con l'arcivescovo di
Osaka, monsignor Jun Ikenaga, con l'arcivescovo di Nagasaki, monsignor
Mitsuaki Takami e col vescovo Mizobe.
La piccola diocesi di Takamatsu, circa 520 chilometri
a sud-ovest di Tokyo, conta circa 5.000 cattolici.
Il predecessore del vescovo Mizobe aveva acconsentito
all'erigervi un seminario. Ma con l'emergere di seri problemi e tensioni, il
vescovo Mizobe, salesiano, ha deciso di chiuderlo. La Conferenza episcopale
giapponese lo ha sostenuto in questa decisione, come ha confermato il suo
stesso presidente.
Deciso a mantenere un avamposto in Giappone, il
movimento neocatecumenale ha tentato di conquistare il sostegno di un altro
vescovo giapponese. Un vescovo che sembrava favorevole ad ospitare il
seminario nella sua diocesi, ha però cambiato idea dopo aver discusso la
questione con i confratelli vescovi, ed ha perciò informato in tal senso la
Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli ed il movimento
neocatecumenale.
Il 25 aprile l'arcivescovo Ikenaga, vicepresidente
della Conferenza episcopale, ha consegnato al Papa un riassunto dettagliato
della situazione.
Secondo l'arcivescovo Okada, i vescovi giapponesi
hanno parlato con papa Benedetto per quasi un'ora. «Ci ha ascoltati con
molta attenzione. Desidera comprenderci, è molto serio», ha detto il prelato
ad UCA News.
«Quel seminario diocesano va chiuso. La Santa Sede è
d'accordo a far chiudere il seminario diocesano quest'anno», ha affermato.
I vescovi, ha spiegato, continuano ad avere problemi
«seri e profondi» col movimento neocatecumenale che ha il suo «modo di
pensare» e la sua «attitudine» nei confronti della cultura giapponese, della
liturgia e di altre questioni.
Alla domanda se in Vaticano capiscono tutto ciò,
l'arcivescovo Okada ha detto che sente che «c'è ancora una distanza tra
noi», ma la situazione «sta migliorando». Ha aggiunto che il modo con cui
papa Benedetto li ha ascoltati lo ha incoraggiato molto.
L'arcivescovo Okada ha anche rivelato di aver discusso
col Papa la beatificazione dei 188 martiri giapponesi, prevista per il 24
novembre a Nagasaki.
Note del traduttore:
- anche il giornale inglese
The
Tablet afferma che il cardinale Ivan Dias, prefetto di Propaganda
Fidei, sarebbe "favorevole" al Cammino, e sarebbe "intervenuto"
personalmente per "proteggerlo";
- il Giappone dipende da Propaganda Fide anziché
dalla Segreteria di Stato poiché è tuttora considerato territorio di
missione;
- il testo originale di questa notizia è sul sito
di
UCA News; purtroppo UCA News ha la pessima abitudine di sfoltire gli
archivi eliminando a caso le notizie più vecchie.