Il sogno delle due colonne
Tratto da PIETRO
ZERBINO
(a.c. di), I sogni di Don Bosco, Leumann: LDC, 1995/2a ristampa, pp
53-55.
Celebre sogno profetico di san Giovanni
Bosco, chiamato «Il sogno delle due colonne» che il santo torinese raccontò il
30 maggio 1862.
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Figuratevi di essere con me
sulla spiaggia del mare, o meglio sopra uno scoglio isolato, e
di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella
vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole
di navi ordinate a battaglia, che avanzano contro una nave
molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla col
rostro, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile. A
quella maestosa nave, fanno scorta molte navicelle, ma il
vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i
nemici.
In mezzo all'immensa distesa del mare si elevano dalle onde
due robuste colonne, altissime, poco distanti l'una
dall'altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine
Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa
iscrizione: «Auxilium Christianorum»; sull'altra che è molto
più alta e grossa, sta un'Ostia di grandezza proporzionata
alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: «Salus
credentium».
Il comandante supremo della nave, che è il Romano Pontefice,
ve dendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si
trovano i suoi fedeli, convoca intorno a sé i piloti delle
navi secondarie per tener consiglio e decidere sul da farsi.
Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono
consesso, ma infuriando sempre più la tempesta, sono rimandati
a governare le proprie navi.
Fattasi un po' di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i
piloti per la seconda volta, mentre la nave capitana segue il
suo corso. Ma la burrasca ritorna spaventosa.
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a
portare la nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità
delle quali tutto intorno pendono molte ancore e grossi ganci
attaccati a catene.
Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le
une con gli scritti, con i libri, con materie incendiarie,
che cercano di gettare a bordo; le altre con i cannoni,
con i fucili, con i rostri. Il combattimento sì fa sempre più
accanito; ma inutili riescono i loro sforzi: la grande nave
procede sicura e franca nel suo cammino.
Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano; í fucili e
ogni altra arma si spezzano; molte navi si sconquassano e
sprofondano nel mare. Allora i nemici, furibondi, prendono a
combattere ad armi corte: con le mani, con i pugni e con le
bestemmie.
A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è
soccorso, ma cade una seconda volta e muore. Un grido di
vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si
scorge un indicibile tripudio. Sennonché, appena morto il
Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti
radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della
morte del Papa giunge con la notizia dell'elezione del suo
successore. Gli avversari cominciano a perdersi di
coraggio. Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la
nave in mezzo alle due colonne, quindi con una catenella che
pende dalla prora la lega ad un'àncora della colonna su cui
sta l'Ostia, e con un'altra catenella che pende a poppa la
lega dalla parte opposta ad un'altra ancora che pende dalla
colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.
Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche
fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le
une si affondano e cercano di affondare le altre, mentre le
navi che hanno combattuto valorosamente col Papa, vengono
anch'esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una
grande calma.
Il cardinale Schuster, arcivescovo di Milano,
dava tanta importanza a questa visione, che nel 1953, quando fu a Torino
come Legato Pontificio al Congresso Eucaristico Nazionale, la notte sul 13
settembre, durante il solenne pontificale di chiusura, sulla Piazza
Vittorio, gremita di popolo, diede a questo sogno una parte rilevante della
sua Omelia.
Disse tra l’altro:
« In quest’ora solenne, nell’Eucaristica Torino del Cottolengo e di Don
Bosco, mi torna in mente una visione profetica che il Fondatore del Tempio
di Maria Ausiliatrice narrò ai suoi nel maggio del 1862. Gli sembrò di
vedere la flotta della Chiesa battuta qua e là dai flutti di una orribile
tempesta; tanto che, ad un certo momento, il supremo condottiero della nave
capitana — Pio IX — convocò a consiglio i gerarchi delle navi minori.
Purtroppo la bufera, che mugghiava sempre più minacciosa, interruppe a mezzo
il Concilio Vaticano (è da notare che Don Bosco annunciava questi eventi
otto anni prima che avvenissero) Nelle alterne vicende di quegli anni, per
ben due volte gli stessi Supremi Gerarchi soccombettero al travaglio. Quando
successe il terzo, in mezzo all’oceano furente cominciarono ad emergere due
colonne, in cima alle quali trionfavano i simboli dell’Eucaristia e della
Vergine Immacolata.
A quella apparizione il nuovo Pontefice — il Beato Pio X — prese animo e con
una salda catena, agganciò la nave Capitana di Pietro a quei due solidi
pilastri, calando in mare le ancore.
Allora i navigli minori cominciarono a vogare strenuamente per raccogliersi
attorno alla nave del Papa, e così scamparono dal naufragio. La storia
confermò la profezia del Veggente. Gli inizi pontificali di Pio X con l’àncora
sullo stemma araldico coincisero appunto con il cinquantesimo anno giubilare
della proclamazione dogmatica della Concezione Immacolata di Maria, e venne
festeggiata in tutto l’orbe cattolico. Tutti noi vecchi ricordiamo l’8
dicembre 1904, in cui il Pontefice in San Pietro circondò la fronte del
l’Immacolata d’una preziosa corona di gemme, consacrando alla Madre tutta
intera la famiglia che Gesù Crocifisso le aveva commesso.
Il condurre i pargoli innocenti e gli infermi alla Mensa Eucaristica entrò
parimenti a far parte del programma del generoso Pontefice, che voleva
restaurare in Cristo tutto quanto l’orbe. Fu così che, finché visse Pio X,
non ci fu guerra, ed Egli meritò il titolo di pacifico Pontefice
dell’Eucaristia.
Da quel tempo le condizioni internazionali non sono davvero migliorate; così
che l’esperienza di tre quarti di secolo ci conferma che la nave del
Pescatore sul mare in burrasca può sperare salvezza solo con l’agganciarsi
alle due colonne dell’Eucaristia e dell'Ausiliatrice, apparse in sogno a Don
Bosco » (da L’Italia del 13 settembre 1953).
Lo stesso santo card. Schuster, un giorno disse a un Salesiano:
« Ho visto riprodotta la visione delle due colonne. Dica ai suoi Superiori
che la facciano riprodurre in stampe e cartoline, e la diffondano in tutto
il mondo cattolico, perché questa visione di Don Bosco è di grande
attualità: la Chiesa e il popolo cristiano si salveranno con queste due
devozioni: l’Eucaristia e Maria, Aiuto dei Cristiani».