Testimonianza di un ex Neocatecumenale
al Santo Padre
Benedetto XVI
A Sua Santità Benedetto XVI
Palazzo Apostolico
00120 - Città del Vaticano
e per conoscenza:
al Segretario di Stato
Card. Tarcisio Bertone
al Pref. della Congr. per la Dottrina della Fede
Sua Ecc. Rev. ma Mons. William Joseph Levada
al Pref. della Congr. per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Sua Ecc. Rev. ma Card. Francis Arinze
al Pref. della Congr. per il Clero
Sua Ecc. Rev. ma Card. Darìo Castrillòn Hoyos
al Pref. della Congr. per i Vescovi
Sua Ecc. Rev. ma Card. Giovanni Battista Re
al Pres. del Pontificio Consiglio per i Laici
Sua Ecc. Rev. ma Mons. Stanislaw Rylko
al Vescovo della Diocesi di Terni, Narni, Amelia
Sua Ecc. Rev. ma Mons. Vincenzo Paglia
Salmo 39 (38)
[2]Ho detto: «Veglierò sulla mia condotta
per non peccare con la mia lingua;
porrò un freno alla mia bocca
mentre l'empio mi sta dinanzi».
[3]Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene,
la sua fortuna ha esasperato il mio dolore.
[4]Ardeva il cuore nel mio petto,
al ripensarci è divampato il fuoco; allora ho parlato:
[5]«Rivelami, Signore, la mia fine;
quale sia la misura dei miei giorni
e saprò quanto è breve la mia vita».
Amatissimo Santo Padre,
Le scrivo con molta gioia, ma allo stesso tempo con molta trepidazione e
timore.
Mi chiamo ...., vengo da ...., ho 35 anni ed oggi risiedo
a ..., dove Dio ha posto a pascere il Suo gregge, in questa Chiesa
particolare, Sua Eccellenza Monsignor ....
Scrivo con gioia a Lei, Santo Padre, per le meraviglie che il Signore sta
compiendo nel mondo e soprattutto nella Santa Chiesa e in particolar modo
nella Sua Persona.
Le confesso che il giorno della Sua elezione ho corso per le strade di Terni
in cerca di un televisore, per vedere chi era stato eletto Papa; trovatolo
nella libreria delle Paoline, quando ho udito il Suo nome, il mio cuore ha
esultato di gioia, nella certezza che il Signore, dopo l’indimenticabile
Pontificato di Giovanni Paolo II, non ci aveva abbandonato, ma stava
gettando un nuovo grande raggio di luce sulla Chiesa Cattolica.
Ma dentro alla grande gioia, per il dono che il Signore ha fatto alla Chiesa
della Sua Persona, si annida la preoccupazione che suscita nel mio cuore,
come in quello di molti altri, l’esistenza all’interno della Chiesa di una
realtà inquietante come è il Cammino Neocatecumenale.
Personalmente ho frequentato il Cammino per circa tre anni e sono grato al
Signore per avermi presto tratto fuori da quella realtà.
È noto, Santo Padre, che il 29 Giugno di quest’anno sono scaduti i cinque
anni di tempo concessi ad experimentum da Giovanni Paolo II per gli Statuti
del Cammino Neocatecumenale, e sono anche a conoscenza delle norme impartite
a Suo nome, circa la correzione della celebrazione Eucaristica, da parte
della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti agli
iniziatori del Cammino, in data 1 Dicembre 2005, nonché del fatto che il 12
Gennaio 2006, Lei Santo Padre, ha inviato in missione 200 famiglie del
Cammino.
Poiché sono venuto casualmente in possesso dell’Annuncio di Quaresima del 22
Febbraio 2006, fatto da Kiko in Spagna, e soprattutto di un video “shock”
realizzato in occasione di una catechesi sempre di Kiko alle Comunità
Neocatecumenali Umbre, tenutosi il 26 Settembre 2006 a Perugia, contenenti
entrambi affermazioni e decisioni annunciate che sono in netto contrasto con
il discorso da Lei pronunciato a loro, pochi mesi prima, oltre ad
un’infinità di teorie dottrinali “non Cattoliche” che Kiko, con
perseveranza, continua imperterrito ad insegnare, mi permetto, per amore
della Verità, di allegare il tutto alla presente lettera.
Ora mi appresterò a darLe la mia testimonianza dei tre anni di vita passati
nel Cammino Neocatecumenale, degli abusi liturgici, catechetici e
psicologici che costituiscono normale amministrazione quotidiana all’interno
della vita di queste comunità, prassi generale di tutto il Cammino e non
spiacevoli fenomeni isolati, di cui io sono a conoscenza non per sentito
dire, ma per averli vissuti in prima persona, sulla mia anima, con
inevitabili conseguenze anche nella mia vita. Per ennesima informazione di
ciò che a Lei Santità, ne sono certo, è già fin troppo chiaro.
Isaia 62
[1]Per amore di Sion non tacerò,
per amore di Gerusalemme non mi darò pace,
finché non sorga come stella la sua giustizia
e la sua salvezza non risplenda come lampada.
[6]Sulle tue mura, Gerusalemme,
ho posto sentinelle;
per tutto il giorno e tutta la notte
non taceranno mai.
Voi, che rammentate le promesse al Signore,
non prendetevi mai riposo
[7]e neppure a lui date riposo,
finché non abbia ristabilito Gerusalemme
e finché non l'abbia resa il vanto della terra.
Un grande peso porto nella mia coscienza e un dolore costante attanaglia il
mio cuore, quindi scriverò la mia testimonianza come una confessione, che
avrei tanto desiderato fare in questi anni, ma che non sono riuscito a fare
mai. Perciò mi rivolgo a Lei, Santo Padre, come un figlio, ponendomi fra le
Sue braccia, nella certezza (come sento dentro di me) che Lei mi ascolterà.
Geremia 20
[7]Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto forza e hai prevalso.
Santo Padre, ho 3. anni. Sono nato nel 197. ed ho ricevuto il Battesimo il
17 settembre, proprio nel giorno delle Stigmate di San Francesco. Dio mi ha
fatto dono della mia conversione nell’ottobre 2002, dopo trent’anni vissuti
nella completa lontananza da parte mia. Non avevo fatto né la Prima
Confessione, né la Prima Comunione, né la Santa Cresima. Subito fui seguito
da due sacerdoti, figli spirituali di San Padre Pio, di …., di cui uno fu il
mio Padre Spirituale e l’altro fu colui che mi preparò sacramentalmente.
Dopo tre mesi dalla mia conversione ascoltai le Catechesi, che iniziarono
nel Febbraio 2003 con il titolo: “Voi chi dite che Io sia?”, ed entrai nel
Cammino Neocatecumenale, precisamente nella Parrocchia di …..
L’equipe era formata da dieci persone (cinque coppie) ed il Sacerdote
Padre…. dell’O.F.M., parroco della Parrocchia di …... I dieci catechisti
provenivano tutti dalla Seconda Comunità Neocatecumenale della suddetta
Parrocchia. Durante le catechesi iniziali ci fu dato un questionario con la
seguente domanda: “Si può offendere Dio senza offendere allo stesso tempo il
prossimo e se stessi?”. Io pensai e scrissi che Dio è sempre il principale
offeso dal peccato, ma i catechisti ci dissero che questa era un’eresia,
perché Dio per sua stessa natura non è offendibile e che l’offesa è solo
rivolta a se stessi e agli altri; tutto ciò avvenne davanti ai Sacerdoti che
non dissero nulla. (Ma è il contrario di ciò che insegna la Sacra scrittura,
il Magistero della Chiesa e Giovanni Paolo II che afferma: “E’ vano sperare
che prenda consistenza un senso del peccato nei confronti dell’uomo e dei
valori umani, se manca il senso dell’offesa commessa contro Dio, cioè il
vero senso del peccato” (R. et P. 18).
Io contestai la loro affermazione e rifiutai dentro di me la loro
spiegazione.
Considerando il fatto che ero digiuno da qualsiasi nozione di Catechismo
della Chiesa Cattolica, non ebbi la capacità di contestare dottrinalmente la
loro affermazione e tenni il mio pensiero per me. Iniziammo il Cammino in
Comunità con un Presbitero (Padre …., Carmelitano Scalzo, vice parroco di …)
come guida e fratello di cammino e, nonostante qualche dubbio, proseguii il
percorso in Comunità con molto impegno e perseveranza.
Accadde che la sera della Vigilia di Pentecoste fummo invitati da un
Sacerdote alla celebrazione dell’Eucaristia che lui presiedeva per una
Comunità del Cammino. Quando arrivammo, ci rendemmo conto che la comunità
era la famigerata Prima Comunità di Campomicciolo, una delle più anziane di
…., nota a tutti per la particolare chiusura. Infatti, in disubbidienza alle
norme dello Statuto del Cammino NC che afferma che tutte le Eucaristie sono
tassativamente aperte a chiunque, con vari tentativi fummo invitati ad
andarcene, naturalmente questo avvenne davanti al Sacerdote che rimase
sbigottito; appena mettemmo i piedi fuori dalla chiesa sbarrarono la porta e
chiusero a chiave.
Dopo qualche mese feci la Prima Confessione e la Prima Comunione.
Durante l’Eucaristia io facevo servizio al cosiddetto altare (quattro
tavolini da campeggio), e mi occupavo anche della Purificazione, alla fine
dell’Eucaristia, del Calice e del Piatto (patena), che il Sacerdote non
eseguiva mai, perché è prassi che ciò sia fatto dai laici.
Durante una Purificazione che stavo eseguendo dopo la Celebrazione, mi resi
conto che quello che facevo, in realtà non potevo farlo. Poi cominciai a
realizzare che non si recitava il Gloria, né il Credo, che il Sacerdote mai
procedeva alla purificazione delle mani durante l’Offertorio (oggi so il
perché: siccome la “teologia” neocatecumenale nega il Sacrificio Eucaristico
e il pentimento dei propri peccati, come potrebbero sopportare
un’invocazione che recita: “Umili e pentiti accoglici o Signore, ti sia
gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a Te” ?) e per lo
stesso motivo non pronunciava mai l’Orate fratres, né l’Agnus Dei (Già,
perché secondo loro, l’Agnello di Dio non ha tolto nessun peccato del mondo,
ma si è limitato a pagarli tutti in anticipo al posto nostro, cosicché noi
possiamo continuare a peccare, tanto siamo già salvati!).
Si riceveva la S. Comunione sempre da seduti, con una totale mancanza di
rispetto verso Gesù Eucaristia. Infatti, durante una celebrazione
eucaristica, al momento dell’Elevazione, io ed una sorella ci inginocchiammo
e il P. Ennio, che ancora aveva le mani alzate col Corpo di Cristo, mi
rimproverò aspramente dicendomi: “Che cosa stai facendo là per terra?!?
Tirati su!”.
Dopo poco meno di un anno mi resi conto che nella nostra comunità c’era un
caso di una persona divorziata e “accompagnata”, a cui veniva data
tranquillamente l’Eucaristia e veniva amministrato il Sacramento della
Penitenza, nonostante questa coppia rimanesse sempre nello stesso stato.
Chiesi spiegazioni di ciò e mi venne risposto dal responsabile della
comunità che si sarebbe provveduto, ma questo avvenne solo dopo un anno,
quando questi fratelli si sposarono in Comune. Quando chiesi ragione del
perché non si recitava almeno il Gloria, da quel momento si cominciò a
dirlo.
Dopo circa un anno e mezzo, si rifecero le Catechesi in Parrocchia per
rinforzare la comunità. Durante la convivenza per l’ammissione in comunità
dei nuovi arrivati (circa due mesi), io contestai al catechista (Diacono) la
catechesi sull’Eucarestia, che Lei Santità ben conosce perché contenuta
negli “Orientamenti alle equipes dei catechisti per la fase di conversione”,
che hanno dovuto consegnare assieme a tutte le altre (circa 3000 pagine)
alla “Congregazione per la Dottrina della Fede” già da parecchi anni.
Dopo questa convivenza, mi decisi a cercare le catechesi del Cammino NC su
Internet e le trovai tutte sino al Secondo Passaggio, trovai anche tante
testimonianze e qualche scritto del teologo Passionista Padre Enrico Zoffoli
e dei Sacerdoti Elio Marighetto e Gino Conti, che Lei sicuramente conosce
molto bene. Cominciai a studiare i Documenti del Magistero della Chiesa in
correlazione col Catechismo della Chiesa Cattolica, ma era soprattutto la
Parola di Dio che inchiodava le sopraccitate catechesi, come discostanti dal
Magistero della Chiesa Cattolica.
Nella Comunità rinforzata entrò anche un'altra persona che conviveva con un
uomo divorziato (che successivamente ottenne l’annullamento del Matrimonio
da parte della Chiesa) a cui venivano amministrati i sacramenti, (su questa
persona mi soffermerò successivamente), oltre ad una coppia di fidanzati già
conviventi.
Dopo non molto tempo si rifecero ancora le catechesi e si formò la Seconda
Comunità Neocatecumenale della parrocchia di …., anche in questa nuova
Comunità erano presenti persone divorziate e risposate in Comune, a cui
venivano disinvoltamente amministrati i Sacramenti.
Partecipare ogni Sabato notte all’Eucaristia era ormai diventato un
supplizio.
Come accettare di vedere il Corpo e il Sangue di Cristo trattati in questo
modo?
Come accettare di vedere un presbitero della Chiesa Cattolica trattare i
Sacramenti (Confessione ed Eucaristia) con tale sfrontatezza?
Come accettare di vedere persone provenienti da un ateismo pratico (come ero
io) mantenute volontariamente nell’ignoranza, così da aggiungere colpa su
colpa?.
Come accettare il peccato di Sacrilegio congiunto con abusi liturgici di
ogni genere?
Ormai ero cosciente e mi chiesi: “Come restare zitti?”
Come accettare un tale insegnamento pernicioso?
Come stare inerti nel vedere la Misericordia del Signore (nel Sacramento
della Confessione) abusata in quel modo, dato che niente cambiava?
Allora compresi:
(Ezechiele 33)
[8]Ecco io ti do una faccia tosta quanto la loro
e una fronte dura quanto la loro fronte.
[9]Come diamante, più dura della selce ho reso la tua fronte.
Non li temere, non impaurirti davanti a loro;
sono una genìa di ribelli».
[16]Al termine di questi sette giorni mi fu rivolta
questa parola del Signore: «Figlio dell'uomo,
ti ho posto per sentinella alla casa d'Israele.
[17]Quando sentirai dalla mia bocca una parola,
tu dovrai avvertirli da parte mia.
[18]Se io dico al malvagio: Tu morirai!
e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio
desista dalla sua condotta perversa e viva,
egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità,
ma della sua morte io domanderò conto a te.
[19]Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana
dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta,
egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
[20]Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia
e commette l'iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà;
poiché tu non l'avrai avvertito, morirà per il suo peccato
e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate;
ma della morte di lui domanderò conto a te.
[21]Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare
ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito
e tu ti sarai salvato».
Nel mio cuore avevo deciso come comportarmi, per prima cosa parlai col P. …
in privato e gli chiesi come era possibile usare dell’Eucaristia in questo
modo, mi rispose che non voleva che questi fratelli se ne andassero dalla
Comunità perché a forza di ricevere l’Eucaristia si sarebbero convertiti. Io
ribattei che il Corpo e il Sangue del Signore non si potevano usare ad uso e
consumo delle proprie voglie e convinzioni dottrinali personali. Lo esortati
dicendogli che a queste persone dovevano svegliare la coscienza con ogni
sapienza e carità, e che se avessero rifiutato la correzione… che se ne
andassero pure.
Dopo averci parlato vidi che niente cambiava, allora provai per quanto mi
era dato durante le celebrazioni della Parola (mercoledì) e dell’Eucaristia
(sabato) con le ambientali, con le monizioni della Parola e con le risonanze
di svegliare le coscienze, ma anche in questo modo nulla cambiò.
Alla penultima convivenza della mia permanenza nel Cammino Neocatecumenale
(e dopo aver consegnato un dischetto contenenti le Catechesi del Cammino al
Sacerdote della Comunità che me ne aveva fatto richiesta, facendomi credere
che non le conosceva) parlai apertamente davanti a tutta la comunità, in
assenza dei catechisti, in maniera molto decisa ma pacata di tutte le mie
perplessità e mi venne proposto di formare una piccola delegazione della
nostra Comunità, per andare a parlare con il responsabile regionale dell’…
per il Cammino, tale …, naturalmente mai avvenuta.
A questo punto, compresi che mi fu proposto, per farmi stare zitto.
La sorella che aveva l’incarico di pulire la Cripta dove celebravamo
l’Eucaristia, mi disse che sempre raccoglieva, anche a distanza di due o tre
giorni, grossi pezzi di Pane Consacrato gettati in terra, persino negli
angoli.
Inoltre era prassi d’insegnamento comune, finita la Celebrazione
Eucaristica, portarsi via, a turno, il Calice, il Piatto, i Purificatoi ed
il Corporale, per lavarli con calma a casa propria. All’inizio di una
Celebrazione, accadde che non trovassi il Calice ed il Piatto, mentre tutti
erano già in Cripta; mi misi alla ricerca e li trovai per terra, nel cortile
esterno, sotto una panchina chiusi in una corsettina; aprii la borsa e vidi
che il Calice e il Piatto contenevano ancora frammenti del Corpo di Cristo e
macchie del Suo Sangue che risalivano alla celebrazione del Sabato
precedente. Immediatamente corsi a purificarli. In precedenza, anch’io una
volta portai il Calice ed il Piatto a casa e lo tenni per tre giorni senza
purificarlo.
In un’altra occasione, assieme alla mia fidanzata fui testimone di una
autentica profanazione avvenuta durante l’Eucaristia celebrata in un'altra
Parrocchia di .... Durante la distribuzione del Calice una sorella, mentre
bevevo, sbadatamente rovesciò una grossa quantità del Sangue di Cristo sui
suoi vestiti e per terra davanti a sé, mentre il Sacerdote continuava
tranquillamente la distribuzione e i cantori continuavano i canti. Qualcuno
asciugò sommariamente il pavimento con un purificatoio lasciandovi evidenti
tracce fresche. Dopo la benedizione finale, anziché preoccuparsi
sollecitamente di completare la rimozione da terra del Sangue di Cristo,
cominciarono subito la danza finale, cantando “Tu sei il più bello tra i
figli di Adam”, calpestandoLo così con i piedi. Io e la mia fidanzata non
prendemmo parte alla danza ma, appena terminata, chiedemmo subito un
purificatoio e cominciammo a pulire al posto degli ostiari incaricati.
Mentre pulivamo alcune sorelle si risentirono della nostra iniziativa,
dicendo che ci avrebbero pensato poi loro. Tutto questo è la riprova, in
base alla loro dottrina perniciosa, del fatto che non credono alla Presenza
Reale di Cristo nelle Sacre Specie, sia durante la Celebrazione che dopo, e
soprattutto è la conferma dei gravi delitti contro l’Eucaristia che
avvengono nelle Comunità Neocatecumenali.
In questo periodo feci il Sacramento della Cresima in …, accompagnato dal
mio Padre Spirituale e dal Sacerdote che mi seguiva nella preparazione ai
Sacramenti e feci anche il Primo Scrutinio Battesimale nel Cammino
Neocatecumenale.
Nel frattempo trovai gli scritti del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer
(“Vita comune” e “Sequela” – quest’ultimo rigorosamente riservato ai soli
catechisti) ed il Catechismo Olandese, su cui Kiko affermò di essersi
formato a suo tempo (questo lo asserì in una convivenza che fece a Porto S.
Giorgio con gli itineranti, nel 1998, a cui era presente anche la mia
fidanzata, disse: “Mi sono preparato sul Catechismo Olandese perché….
perché… beh, perché sì…”).
Trovai nei libri di Bonhoeffer la sorgente ispiratrice di tutta la
concezione strutturale delle Comunità Neocatecumenali :
- dalla frequenza delle celebrazioni settimanali;
- alla concezione protestante della confessione secondo cui è la Comunità
(in senso lato “è il fratello”) che rimette i peccati, cosa che loro attuano
subdolamente attraverso il fenomeno degli scrutini in cui fanno raccontare
tutta la propria vita, peccati compresi, davanti a tutta la comunità;
- dalla concezione protestante dell’Eucaristia intesa non come Sacrificio
(Non sia mai! Il sacrificio è un atto pagano!…), ma solo come cena
commemorativa del passaggio da Morte a Vita, piena di allegria e canti e
balli;
- al modo di concepire i rapporti tra fratelli improntati alla totale
mancanza di carità e rispetto, perché siamo finalmente liberi di essere noi
stessi, senza ipocrisie bigotte, finalmente liberi di essere i peccatori che
siamo… finalmente liberi di vivere la “Comunità dei peccatori” (Bonhoeffer);
- dalla struttura della Convivenza Mensile;
- alla prassi delle risonanze, delle monizioni e delle “ambientali” alla
Parola, frutto del concetto protestante per cui ognuno può interpretare
liberamente le Scritture;
- l’assoluta mancanza di silenzio durante la S. Comunione, per impedire
volutamente il Ringraziamento personale, che è considerato un devozionismo
sentimentale, ecc. ecc. ecc.
Lessi poi nel Catechismo Olandese moltissimi dei principi contenuti nelle
Catechesi del Cammino, che ero riuscito a procurarmi, e cominciai a
collegare tante cose…
Inoltre notavo un certo spirito vagamente ebraicizzante, che dà
l’impressione di tornare all’Israele prima di Cristo:
- candelabro ebraico a sette bracci – la menorah – spesso messo in
sostituzione del Cero Pasquale;
- la danza biblica, con quel suo tipico movimento circolare ossessivamente
ripetitivo, che mai manca alla fine dell’Eucarestia, proprio in sostituzione
del Ringraziamento personale;
- certi canti realizzati con melodie ebraiche originali, o con testi
integrali di riti ebraici, come brani del Seder Pasquale,
- certa errata interpretazione della Scrittura, secondo cui Dio è causa
prima del bene e del male… Dio indurisce i cuori, come col Faraone…(che
porta molti a giudicare Dio).
A quel punto mi resi conto dove stavo, mi resi conto che tipo di cammino
avevo scelto per santificarmi. Con l’aiuto della Grazia, mi resi conto che
ero finito in una subdola realtà protestante, infarcita di ebraismo e
travestita da “cattolicesimo”!
Tutto questo, Santità, a riprova di quanto Lei disse nell’omelia “Missa pro
Eligendo” del Romano Pontefice:
«Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni,
quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca
del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde -
gettata da un estremo all'altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all'individualismo radicale; dall'ateismo ad
un vago misticismo religioso; dall'agnosticismo al sincretismo e così via.
Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo
sull'inganno degli uomini, sull'astuzia che tende a trarre nell'errore (cf
Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene
spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il
lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come
l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una
dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che
lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie».
Feci l’ultima convivenza della mia permanenza nel Cammino Neocatecumenale
alla presenza dei catechisti nel Giugno 2005.
Qualche settimana prima di quest’ultima convivenza, Padre ...
ricevette la comunicazione del suo trasferimento, con destinazione ...,
e pensò bene di partire il giorno prima dell’incontro per evitare qualsiasi
tipo di confronto e non dover spiegare il suo operato. In quest’ultima
convivenza, durante la mattina facemmo le lodi, poi i catechisti ci
invitarono a fare la “Scrutatio Scripturae” sul passo del Vangelo Lc 14,26:
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i
fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio
discepolo”. Passando di citazione in citazione ricevetti come ultima Parola
“Geremia 1”, venni colpito da tutto il capitolo e in particolare dai
versetti:
[7]Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane,
ma và da coloro a cui ti manderò
e annunzia ciò che io ti ordinerò.
[8]Non temerli, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore.
[17]Tu, poi, cingiti i fianchi,
alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò;
non spaventarti alla loro vista,
altrimenti ti farò temere davanti a loro.
[18]Ed ecco oggi io faccio di te come una
fortezza, come un muro di bronzo
contro tutto il paese,
contro i re di Giuda e i suoi capi,
contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.
[19]Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per
salvarti».
Oracolo del Signore.
Così compresi che stava per accadere qualcosa di importante: il Signore mi
chiamava ad aprire la bocca.
Quando nel pomeriggio arrivò il momento del giro di esperienze, tutti fummo
a turno interrogati dai catechisti su come stavamo vivendo, fino a quel
momento, questo cammino di fede. Quando fu la volta della sorella di cui ho
accennato sopra (madre d’una figlia di quattro anni, convivente con un uomo
divorziato, il cui precedente matrimonio era stato annullato dalla Chiesa,
alla quale, secondo la prassi del Cammino, il Sacerdote concedeva sempre i
Sacramenti) questa giustificò la sua condotta, sostenendo che: il Signore
stava ritardando il Matrimonio perché “induriva il cuore” del suo compagno
affinché, attraverso l’accettazione di quella croce, lei potesse
convertirsi. Aggiunse anche che era cosciente di commettere un sacrilegio
(per circa sei anni era infatti stata ben istruita dalla Chiesa in
proposito), ma diceva che aveva il permesso del Sacerdote, il quale, a suo
dire, si prendeva ogni responsabilità davanti a Dio.
Quando i catechisti le risposero candidamente: “Se il Presbitero ti ha detto
così, vai pure avanti…”. A quel punto sentii dentro di me ardere un fuoco,
presi la parola e mi inserii dicendo alla sorella che se non smetteva di
fare sacrilegi rischiava l’Inferno e che, con queste disposizioni di cuore
(cioè volendo rimanere nel peccato) attribuiva alla Volontà di Dio questo
stato e che il Signore non le avrebbe mai concesso di sposarsi! Poi
rivolgendomi ai catechisti li apostrofai dicendo: “Ma che state facendo? Vi
rendete conto che questo è commettere sacrilegio”? Essi risposero: ”Sì, lo
sappiamo bene che secondo la Chiesa sarebbe Sacrilegio”!
Gli contestai pure il fatto di averci “consegnato” il libro di Bonhoeffer
“Vita comune”, con grandi e commossi elogi, senza avvisare i fratelli che
era il libro di un Protestante, soprattutto in riferimento al capitolo che
parla della Remissione dei peccati e li invitai a comprarsi il Catechismo
della Chiesa Cattolica e a studiarselo! Dissi che mai la Chiesa Cattolica ci
avrebbe consegnato un tale testo per la nostra crescita spirituale. Aggiunsi
anche che stavo leggendo il libro “Sequela”, dello stesso autore, cosa che
li mandò su tutte le furie.
A questo punto mi “saltarono” tutti addosso accusandomi violentemente di
presunzione nei confronti di loro catechisti e di non avere nessuna
misericordia per la sorella, permettendomi, io così giovane di cammino, di
insegnare a loro. Mi rimproverarono anche di giudicare il Sacerdote, perché
in quanto tale i suoi giudizi erano insindacabili.
Replicai loro che il Sacerdote aveva chiaramente preso una cantonata,
mettendo a rischio la salvezza propria e della sorella. Uno dei catechisti
mi contraddisse sostenendo che l’Eucaristia è il Sacramento della
Misericordia e che la Chiesa la concede perfino agli indemoniati. Allora io
risposi che il Sacramento della Misericordia è la Confessione e che
probabilmente nel caso di questa sorella, quando lei si confessava,
l’assoluzione non era valida perché non c’era in lei il proposito di
cambiare vita. Tutti allora mi gridarono contro allo scandalo, alzai anch’io
la voce e dissi ai catechisti: ”Voi, che tutti i sabati ci ponete con tanta
superficialità il Corpo del Signore sulle mani, quando comparirete al
cospetto di Dio e vi chiederà: “Che ne avete fatto del Corpo e del Sangue
del mio Figlio?”, cosa gli risponderete”?!?
Si fece silenzio assoluto. Allora aggiunsi che se questa situazione non si
interrompeva, non il giorno seguente, ma immediatamente io rompevo la
comunione con loro per non essere compartecipe ai loro delitti, e che il
giorno seguente sarei andato dal Vescovo a denunciarli. Si alzò un
catechista e con fare di sfida mi disse: “Vai, vai pure dal Vescovo”! Ma
un’altra catechista lo trattenne dicendogli: “Stai zitto, altrimenti ci va
davvero”.
La sorella che nel frattempo era uscita in lacrime, rientrò e abbracciandomi
mi disse in un orecchio :”Aiutami tu…”! Non risposi a questa richiesta,
pensando: “L’ho appena fatto, sorella…”. Comunque le chiesi perdono per i
toni concitati che avevo usato.
Questa fu l’ultima volta che andai in Comunità.
In quest’ultima convivenza l’equipe era formata da tre coppie: … e … sua
moglie (Responsabili dell’equipe), … e … sua moglie, … e … sua moglie.
Mancavano le altre due coppie e P. …, che già da tempo avevano abbandonato
l’equipe.
In quel periodo avevo iniziato il Corso Diocesano per il Ministero di
Lettorato e Accolitato (per la Basilica di …) e il Discernimento Vocazionale
con Monsignor …. Qualche giorno dopo questi fatti, mi rivolsi a lui affinché
mi aiutasse quanto prima ad incontrare il Vescovo. Mi convinse ad esporgli
il mio problema, assicurandomi che avrebbe provveduto lui a parlare con il
Vescovo, dato che lui stesso era il responsabile catechistico di tutta l’…
(difatti gli consegnai in un dischetto le catechesi del Cammino
Neocatecumenale, dietro sua richiesta). Mi chiese di informarmi dal
responsabile della zona di … per il Cammino, …, se il comportamento dei miei
catechisti fosse prassi di tutto il Cammino oppure no. Io accettai, ed
incontrai questa persona; gli parlai apertamente dei gravi fatti che
avvenivano nella mia comunità; dell’amministrazione dei Sacramenti ai
conviventi e divorziati. Lui mi rispose: ”Ah, sì, la
Chiesa dice così…” e mi aggiunse anche che se lui fosse stato come me
(intransigente) avrebbe dovuto chiudere tutte le sue Comunità, specialmente
le più giovani dove i ragazzi fanno un libero uso della sessualità e poi
vengono all’Eucaristia; e che era prassi di tutto il Cammino NC a livello
mondiale lasciarli in questo stato fino al Secondo Scrutinio (che si celebra
dopo quattro-cinque anni di Cammino). Solo allora si ritiene opportuno
cominciare a svegliare le coscienze. Inoltre lo avvisai che avevo parlato
con Don …, e lui mi disse: “Dovevi venire prima da noi, perché Don … è il
nemico più acerrimo del Cammino che ci sia qui a …”.
Due giorni dopo, il cosiddetto “acerrimo nemico” mi telefonò, per avere
l’informazione che mi aveva chiesto perché, diceva, che quei catechisti
andavano fermati. Allora gli riferii che … mi confermava la prassi generale
del Cammino NC.
Io incontrai personalmente il Monsignore e gli chiesi se avesse riferito il
fatto al Vescovo, ma lui mi rispose che dopo essersi consultato con il
Segretario del Vescovo (Don …, Responsabile Liturgico diocesano) conclusero
che era inutile avvertire il Vescovo perché, a suo dire, accettava “cani e
porci”. Mi fece intendere che per prudenza non voleva prendere provvedimenti
per timore che “scoppiasse una bomba” e aggiunse che per la risoluzione di
tutto il problema neocatecumenale, confidava nell’intervento di questo Papa
(cioè Lei, Santo Padre). Me ne andai deluso e chiesi consiglio al mio Padre
Spirituale di allora, se fosse opportuno o no insistere per incontrare il
Vescovo, ma lui mi rispose di fermarmi. Io obbedii a malincuore.
Naturalmente, verso la mia persona, ci furono ritorsioni in tutti i campi.
Quando incontrai per l’ultima volta Monsignor … e compresi che non aveva e
non avrebbe mai fatto nulla, gli dissi che in tutta questa storia l’unico
“stupido” risultavo io, ed aggiunsi che chiunque, avendone l’autorità, non
avrebbe preso posizioni, ne avrebbe poi risposto davanti a Dio. Ci rimase un
po’ male e ci salutammo.
Accadde infatti che il Mercoledì Santo di quello stesso anno (2005), alla
fine della Celebrazione io e la mia ragazza ci avvicinammo al Vescovo per
salutarlo e per chiedergli preghiere perché eravamo entrambi sotto
discernimento vocazionale. Il Vescovo ci abbracciò, contentissimo,
aggiungendo con un sorriso: “Allora, vi aspetto…”. Fu allora che Mons. … si
precipitò trafelato, temendo forse chissà quale cosa stessimo dicendo al
Vescovo, interrompendoci, con il pretesto di presentare “questo individuo”
(così disse) come uno dei candidati al Lettorato e chiede l’autorizzazione a
compiere il Rito.
Sua Eccellenza rispose sorridendoci: “Fateglielo fare subito”.
Ma nonostante il parere favorevole del Vescovo, venne ritardato il Rito del
Lettorato di oltre un anno, e di conseguenza venni allontanato dal corso di
Accolitato (che a tutt’oggi mi viene negato) con varie false motivazioni,
una diversa dall’altra.
Dopo qualche tempo fui ricercato dai catechisti che volevano “riportarmi
all’ovile”, ed io accettai l’incontro. Cercarono di convincermi a rientrare
in Comunità, dicendomi che avevo ricevuto da parte di Dio un “dono di
conoscenza e di predicazione” della Sua Parola, che mancavo tanto ai
fratelli, e che la situazione di quella sorella dal punto di vista
sacramentale era stata regolarizzata. Immediatamente dopo, uno di loro
affermò che io avevo il diavolo dentro. Mi feci una gran risata e risposi a
questa persona: “Sei sicuro che non ce l’hai tu”? Divenne tutto rosso di
rabbia, si aggrappò alla sedia ed io ebbi la sensazione che stesse per
saltarmi addosso.
Io chiesi loro qual era la vera Chiesa Cattolica, quella che aveva
precedentemente fermato per sei anni quella sorella, o loro che le avevano
permesso di fare come voleva.
Mi venne incredibilmente risposto: “La vera Chiesa siamo noi”!
Allora feci notare loro che quando Lei, Santità, era Prefetto della
Congregazione della Dottrina della Fede, aveva più volte chiamato Kiko per
rendere conto delle sue catechesi ed è noto che alcune volte neanche si
presentò. Io gli dissi: “Adesso che ce lo avete come Papa, che farete”?
Non risposero una parola…. Io mi rifiutai di rientrare in comunità, perché
oltre al discorso sull’Eucaristia e la Confessione, contestai loro che ci
avevano fatto il Primo Scrutinio usando i “mamotretos” delle catechesi, che
avevano la dicitura: ”Catechesi non corrette” (da me personalmente viste
nelle loro mani). Anche in questo caso non ci fu alcuna risposta…
Dissi loro chiaramente che la loro dottrina era perniciosa ed eretica e che
quelle catechesi andavano buttate in blocco nella spazzatura e per
dimostrazione di ciò proposi loro di confrontarle col Catechismo della
Chiesa Cattolica, ma mi risero in faccia.
Appena usciti, il responsabile mi inseguì e mi chiese perché avessi cercato
le catechesi del Cammino, quando è vietato conoscerle in anticipo, perché –
diceva – che così mi ero perso il meglio. Gli risposi che l’avevo fatto per
sapere con chi avevo a che fare, e che ora lo sapevo.
Successivamente, con l’arrivo dei nuovi parroci a …, la mia ex comunità fu
trasferita in blocco alla Parrocchia di ...
Ho parlato di questi delitti anche al Vicario del Vescovo, Monsignor …, che
mi ringraziò, ma a tutt’oggi, dopo due anni, tutto tace.
Ci tengo a ribadire l’assoluta estraneità di Monsignor Vescovo dai fatti da
me elencati, perché mai informato da me, che per obbedienza ho taciuto fino
ad oggi, né dai suoi collaboratori che hanno debitamente deciso di tenerlo
all’oscuro di tutto.
Al termine di questa mia testimonianza–confessione, credo di dover citare la
Parola del profeta Ezechiele (22,23-31) che vedo avverata con certezza:
«
[23]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [24]«Figlio dell'uomo, dì a
Gerusalemme: Tu sei una terra non purificata, non lavata da pioggia in un
giorno di tempesta. [25]Dentro di essa i suoi prìncipi, come un leone
ruggente che sbrana la preda, divorano la gente, s'impadroniscono di tesori
e ricchezze, moltiplicano le vedove in mezzo ad essa. [26]I suoi sacerdoti
violano la mia legge, profanano le cose sante. Non fanno distinzione fra il
sacro e il profano, non insegnano a distinguere fra puro e impuro, non
osservano i miei sabati e io sono disonorato in mezzo a loro. [27]I suoi
capi in mezzo ad essa sono come lupi che dilaniano la preda, versano il
sangue, fanno perire la gente per turpi guadagni. [28]I suoi profeti hanno
come intonacato tutti questi delitti con false visioni e oracoli fallaci e
vanno dicendo: Così parla il Signore Dio, mentre invece il Signore non ha
parlato. [29]Gli abitanti della campagna commettono violenze e si danno alla
rapina, calpestano il povero e il bisognoso, maltrattano il forestiero,
contro ogni diritto. [30]Io ho cercato fra loro un uomo che costruisse un
muro e si ergesse sulla breccia di fronte a me, per difendere il paese
perché io non lo devastassi, ma non l'ho trovato. [31]Io rovescerò su di
essi il mio sdegno: li consumerò con il fuoco della mia collera: la loro
condotta farò ricadere sulle loro teste». Oracolo del Signore Dio».
Mi ritornano alla mente le Sue parole, Santo Padre, in riferimento a questa
mia vicenda, da Lei pronunciate nella nona stazione della via Crucis del
2005.
«Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse
ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti
da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo
pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A
quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale
vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo
soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua
Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie,
quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra
coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!
Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il
sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci
dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento
dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è
certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il
cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il
grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25)».
Ora come si può pensare che sia la verità quella che vanno annunciando i
Signori Kiko, Karmen e tutti i loro catechisti?
Entrambi affermano di aver visto la Vergine Santa.
A kiko la Vergine Maria, avrebbe detto: “Bisogna fare piccole comunità come
la sacra Famiglia di Nazaret, che vivano in umiltà, semplicità e lode, dove
l’altro è Cristo”.
Karmen invece racconta: “Io pensavo di fondare, con alcune amiche, qualcosa
di nuovo, ma ho sentito dalla Madonna: “No …, è la Chiesa: benedetta tu fra
le donne, sarà la Chiesa”.
Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di andare contro la Dottrina e
il Magistero della Chiesa Cattolica?
Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di mistificare e distorcere a
proprio tornaconto la Parola di Dio, che si è fatta Carne in Lei, ed è Suo
Figlio?
Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di distruggere in vari modi il
Sacerdozio Ministeriale?
Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di formarsi dottrinalmente con
i Protestanti e sul Catechismo Olandese?
Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di devastare la Liturgia e
negare il Sacrificio Eucaristico di Suo Figlio, con abusi, Sacrilegi e
peccati di ogni genere?
Forse che la Vergine Santa avrebbe loro detto di togliere dai cuori il senso
del pentimento del peccato, cioè il Santo Timore di Dio, scardinando, così a
lungo, andare la Confessione Sacramentale individuale?
Forse che la Vergine Santa avrebbe detto loro di distruggere le coscienze di
tutti i Suoi figli, con ogni sorta di menzogne e violenze psicologiche?
A conferma di ciò vorrei citare un caso agghiacciante. Due anni fa, a Terni,
un uomo anziano che stava in una Comunità Neocatecumenale, aveva avuto
problemi con la moglie e si erano separati. Accadde che nel corso di una
convivenza mensile, durante il giro di esperienze, un fratello gli si
scagliò contro accusandolo di questo suo doloroso problema personale che lo
affliggeva da tempo. In seguito a ciò, l’uomo lasciò la comunità, entrò in
depressione e a distanza di un mese, un giorno prese il suo nipotino di
quattro o cinque anni e lo uccise, a colpi di roncola, davanti ad una chiesa
e poi si tolse la vita lui pure. Questa notizia ci fu data dal Responsabile
della mia ex comunità, che gli era amico di famiglia, ma il Responsabile
della comunità che quest’uomo aveva frequentato per anni, negò che avesse
mai fatto il Cammino insieme a loro).
Dove sono le comunità come la Santa Famiglia di Nazareth? Dove sono
l’umiltà, la semplicità e lo spirito di lode? Dove sta che l’altro in
comunità è “Cristo”?
Ogni commento è superfluo.
Come accettare per buone le loro presunte “Rivelazioni”, se i frutti di
“questa pianta” sono questi?
A chi ha frequentato e a chi frequenta queste comunità (tutte le comunità
del mondo) i catechisti insegnano da subito, fin dalla seconda catechesi
iniziale, che la Pastorale della Chiesa Cattolica ha fallito; inoltre,
annullando 1800 anni di storia della Chiesa, da Costantino al Concilio
Vaticano II, rigettano tutti i Concili (particolarmente odiato è quello di
Trento, che li inchioda al muro); ignorano i documenti dei Papi e gli
scritti dei Santi Vescovi, le devozioni ai Santi, soprattutto le maggiori
devozioni a Nostro Signore (S. Cuore, Corpus Domini, ecc.) e, sopra ogni
altra, l’Adorazione Eucaristica. Mai si vedrà un “vero catecumeno”
genuflettersi nemmeno per sbaglio davanti al Santissimo Sacramento e guai ad
inginocchiarsi durante un’Eucarestia al momento dell’Elevazione. Non è
permesso pregare Maria Santissima, se non dopo almeno 12 anni di cammino.
E che ne è stato di tutte quelle persone uscite dal Cammino Neocatecumenale
con la vita distrutta da questa gente?
E che fine ha fatto la giustizia per i tanti casi di suicidio avvenuti in
queste belle comunità?
Chi restituirà a tanti il tempo perso dietro a questi presunti profeti?
Questo tempo non tornerà più. Chi fascerà tutte le loro sofferenze?
Questo popolo uscito dal Cammino Neocatecumenale è molto grande, nettamente
superiore al numero di coloro che militano ancora nel Cammino. Molti di loro
erano entrati in buona fede, sinceramente attratti da quello che credevano
essere un serio cammino di santificazione, una scelta radicale, dove
sembrava che “si facesse sul serio”… Ora essi giacciono silenziosi ai
crocicchi delle strade. Forse pregano e gridano in cuor loro al Signore, o
forse non pregano più, sofferenti e disgustati persino della Chiesa
Cattolica (che purtroppo identificano col Cammino), o, peggio, nutrono odio
contro Dio.
E che dire dei Consacrati (in particolare Padre Mario Pezzi, corresponsabile
attivo di questi personaggi, essendo lui il terzo componente dopo il duo
Kiko–Carmen, fondatori di questo movimento) che hanno svenduto la loro
Unzione Sacerdotale, scendendo a patti e propagando una tale piaga?
Anziché fasciare, hanno ferito; anziché cercare la pecora smarrita, loro
stessi l’anno scacciata; anziché consigliare e istruire, hanno fatto uscire
dalla loro bocca fango imbrattando le pecore deboli.
E cosa dire quando durante L’Eucaristia offrono al Padre il Corpo e il
Sangue del Suo Figlio con le mani imbrattate di sangue?
«Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel
sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia,
quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della
riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre
cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei
discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente
il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci
rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: “Kyrie,
eleison! Signore, salvaci”! (cfr. Mt 8, 25)».
E cosa dire quando abusano in maniera indegna del sacramento della
Confessione, facendosi loro stessi Dio, e facendo uscire dal confessionale
Colui che solo può rimettere il peccato, Colui che solo può sanare le
ferite, Colui che solo può far tornare l’uomo in piedi con la piena dignità
di figli di Dio, cioè Gesù Cristo nostro Signore? Quale vergogna, quale
orrore!
Anche in questo caso:
«Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido:
Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25)».
E come è possibile che, nonostante tutto, questi due “profeti” abbiano
potuto fino a ieri, entrare più o meno liberamente nelle Stanze Vaticane,
come se fossero i più grandi benefattori della Chiesa Cattolica e
dell’umanità, considerando il fatto che da dieci anni siano ormai note le
loro dottrine sia ai “grandi”, che sono stati preposti a pascere il gregge,
sia ai “piccoli” che ne hanno fatto le spese? Note sono anche le loro
“opere”, dal momento che (si sa!) le Sacre Congregazioni sono piene di
testimonianze arrivate da ogni parte!
E soprattutto, come può essere possibile che riescano a controllare tutte le
case editrici, nelle quali è diventato impossibile trovare un solo testo
anche lontanamente critico nei loro confronti?
O peggio ancora: come si spiega che, in quarant’anni di operato a livello
mondiale, con manifestazioni popolari di massa, ed iniziative ecclesiali di
enorme portata, tutta questa azione sia potuta passare nel quasi assoluto
silenzio da parte dei mezzi di comunicazione (come televisioni, giornali e
trasmissioni radiofoniche) che abbia fatto lo stesso rumore del passaggio di
una mosca?
Si potrebbe forse spiegare con l’utilizzo delle ingenti quantità di denaro
raccolto ininterrottamente nelle oltre 18.000 comunità sparse nel mondo, e
magari con l’uso di altri mezzi coi quali hanno potuto comprare il silenzio
di tutti.
E come è possibile che in seno alla Chiesa cattolica sia stato permesso di
fondare i Seminari “Redemptoris Mater” che solo apparentemente appartengono
alla giurisdizione delle varie Diocesi dove sono impiantati, sotto la giuda
dei Vescovi, ma di fatto sono guidate dai vari catechisti, che a loro volta
sono comandati dalla triade Karmen, Kiko e Padre Mario? Kiko stesso infatti
non molto tempo fa confermò questa tesi quando disse: “Cioè abbiamo bisogno
di presbiteri, di un nuovo clero! Solamente un nuovo clero salverà la
Chiesa”. … “Le abbiamo contate dopo…1.500 famiglie! che lasciano tutto e
partono!…. Già il Papa ha inviato quest’anno 200 famiglie in Cina, Shangai,
Australia… cioè noi stiamo vivendo in un evento impressionante, perché
queste famiglie che vanno al mondo hanno bisogno di presbiteri, per questo
penso che mi spenderò anche se sono stanchissimo, mezzo morto, però anche
spendersi perché sia possibile che il Signore susciti vocazioni, susciti
presbiteri per portare avanti nuove comunità…” (vedi Documenti allegati).
In definitiva per fare cosa? Kiko stesso lo spiega nello stesso discorso:
“Cominceremo una specie di parrocchia personale, con degli appartamenti, con
tutto un progetto di missione ad gentes” (Perugia, 26 Settembre 2006,
incontro con le Comunità NC Umbre).
Nell’Annuncio di Quaresima 2006, fatto in Spagna, Kiko dice apertamente: che
il tutto è gia stato progettato e organizzato, difatti dice: “Il Sacerdote
con il suo socio a metà di un grattacielo enorme, li messo, in un
appartamento con due sorelle maggiori che li serviranno, abbatteremo i
tramezzi, metteremo la moquette e pittureremo… in questa zona, ogni famiglia
pagana – formata da non battezzati – visiterà le case, l’inviteremo a
prendere un aperitivo, ad ascoltare la sacra Scrittura, sono Cristiani e se
gli interessa conoscere la religione di certo non andranno in Chiesa, è
gente che mai ci andrà, ma sei tu che vai da loro. E quando ci saranno
diversi nuclei, ci sarà una catechesi nell’appartamento del Sacerdote e si
costituisce una seconda comunità di pagani. Ma sempre ci sarà una prima
Comunità “luce delle genti”, persone che hanno terminato il Cammino con i
giovani, fantastici, che portano con loro anche i propri compagni di
Università, capite? Ế necessario dare, presentare una nuova forma di
parrocchia “una nuova presenza di Chiesa”.
In realtà basterebbe sentire come predicano questi Presbiteri e come stanno
sovvertendo le varie Parrocchie dove operano, per capire chi, e cosa sono.
C’è un fondo di verità quando quelli del Cammino NC, rispondendo alle
critiche, dicono: “Se non fai il Cammino non puoi capire”. Ebbene io l’ho
fatto, e tantissimi altri usciti dal Cammino NC l’hanno fatto). Ciò porta ad
una duplice considerazione:
la prima è che si può arrivare a capire i loro progetti, le loro opere e di
conseguenza i loro frutti studiando la loro dottrina che, all’evidenza, è
diametralmente opposta a quella del Magistero della Chiesa Cattolica (quindi
eretica);
la seconda (che comprende anche la prima) è che i capi e la maggior parte
dei loro catechisti non si correggeranno, perché sono convinti di stare
nella Verità. Sono passati quarant’anni e per loro niente è cambiato, anzi
la situazione si è addirittura aggravata.
Come è potuto accadere che si sia concesso loro di accedere ai sacramenti,
dal momento che da oltre quarant’anni impugnano, in maniera evidente e
impenitente, la Verità conosciuta, commettendo peccato contro lo Spirito
Santo?
Questi personaggi si definiscono Profeti di Dio, Angeli che elargiscono la
Sapienza dell’Altissimo e si ritengono migliori della Gerarchia della Chiesa
cattolica che vanta una storia bimillenaria. Se non si ravvedranno, per essi
si adempirà la Scrittura:
[1]Ci sono stati anche falsi profeti tra
il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri che
introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore che li ha
riscattati e attirandosi una pronta rovina. [2]Molti seguiranno le loro
dissolutezze e per colpa loro la via della verità sarà coperta di
impropèri. [3]Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma
la loro condanna è gia da tempo all'opera e la loro rovina è in agguato.
Temerari, arroganti, non temono d'insultare gli esseri gloriosi
decaduti, [11]mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza,
non portano contro di essi alcun giudizio offensivo davanti al Signore.
[12]Ma costoro, come animali irragionevoli nati per natura a essere
presi e distrutti, mentre bestemmiano quel che ignorano, saranno
distrutti nella loro corruzione, [13]subendo il castigo come salario
dell'iniquità. 14]han gli occhi pieni di disonesti desideri e sono
insaziabili di peccato, adescano le anime instabili, hanno il cuore
rotto alla cupidigia, figli di maledizione! [15]Abbandonata la retta
via, si sono smarriti seguendo la via di Balaàm di Bosòr, che amò un
salario di iniquità, [18]Con discorsi gonfiati e vani adescano mediante
le licenziose passioni della carne coloro che si erano appena
allontanati da quelli che vivono nell'errore. [19]Promettono loro
libertà, ma essi stessi sono schiavi della corruzione. Perché uno è
schiavo di ciò che l'ha vinto. ( II Pietro, 2 )
Da parte di molti si ha il timore che se la
Chiesa prendesse una decisione decisa nei riguardi del Cammino
Neocatecumenale (in particolar modo dei fondatori), possa crearsi una
scissione. Ebbene, questa scissione è gia avvenuta da molto tempo. Il
Cammino NC è un’eresia molto pericolosa perché colpisce dall’interno (non,
come altre, dall’esterno) la Chiesa Cattolica.
Kiko sostiene che la Chiesa non debba essere una “cosa giuridica”. Egli,
però, si è creato con la complicità della Gerarchia che glielo ha permesso,
una sua propria gerarchia, al vertice della quale c’è lui (naturalmente) che
non si è accontentato di paragonarsi al Papa, ma addirittura a Cristo
stesso.
Difatti la struttura gerarchica del Cammino Neocatecumenale è pressappoco
così composta:
Responsabile dell’equipe internazionale: Kiko
Equipe internazionale: Kiko – Carmen – Padre Mario
Cerchia dei Dodici: (Apostoli) Itineranti più anziani, Responsabili
nazionali
Cerchia dei settantadue: (Discepoli) Responsabili Nazionali di zone e
Resp. Regionali
Equipe Nazionali: Resp. Nazionale, con moglie, un presbitero, socio
Equipe Regionali: Resp. Regionale, con moglie, un presbitero, un
seminarista
Equipe Provinciale (di zona): Resp. Provinciale, con moglie, altre
coppie anziane nel CN
Equipe Parrocchiali: coppie Resp. Equipe, con moglie, un presbitero,
altre
Comunità: circa 18000 ( in aumento ) Popolo neocatecumenale
Oltre settanta seminari “Redemptoris Mater” sotto il loro controllo
Ora la storia insegna che chi si è paragonato al Papa è stato un “Antipapa”,
ma chi si paragona a Cristo, chi è?…
Questi personaggi, stanno infettando la sana Dottrina Cattolica e cosa
peggiore di tutte stanno profanando il Cuore stesso della Chiesa Cattolica:
l’Eucaristia, che è il Signore stesso! Sostengono inoltre che nel Cammino
non ci sia “una spiritualità”, perché il loro sarebbe lo spirito originale
delle prime comunità cristiane dei primi tre secoli. Questo è un insulto ai
Santi Martiri che amavano Cristo fino al totale sacrificio di se stessi e
che ubbidivano a Pietro. Queste comunità invece altro non sono che la
realizzazione integrale dell’insegnamento di Bonhoeffer.
A dimostrazione di ciò, riporto uno stralcio del foglio settimanale “Il
Cristiano Fedele” di ciò che è accaduto, e forse accade ancora, in San
Giovanni in Laterano, sotto gli occhi di Sua Eminenza il Cardinale Cammillo
Ruini:
“Il sacerdozio nel cristianesimo non esiste; gli altari non esistono. Per
questo l'unico altare del mondo tra tutte le religioni che ha tovaglie è il
cristiano, perché non è un altare, è una mensa. Anche noi abbiamo fatta
della mescolanza con la religiosità naturale altari di pietra monumentali,
anche se poi gli mettevamo le tovagliette. Un altare non può avere tovaglie
perché l'altare è per fare sacrifici di capre e di vacche” (1SCR, p. 54).
Più chiaro di così! Nelle celebrazioni liturgiche i NC seguono i riti
fissati dai loro “liturgisti”, senza tener in alcun conto quanto stabilito
dal Vat. II e dal Diritto Canonico, dall'unica autorità che solo nella
Chiesa può dare disposizioni sul modo di amministrare i sacramenti (SC 22).
Aboliscono il Gloria e il Credo (OR, p. 328). Le monizioni che si possono
premettere alle letture, anziché essere “brevi, semplici, fedeli al testo,
preparate con cura, riviste dal sacerdote celebrante, che in forza della sua
ordinazione sacerdotale ha il compito magisteriale di annunziare e spiegare
la Parola di Dio” (“Praenotanda”), sono spesso improvvisate e prolisse. Dopo
la proclamazione delle Letture seguono le “Risonanze” fatte dai presenti
(vecchi e bambini compresi) nelle quali ognuno può dire ciò che crede d’aver
capito. Escono così, sovente, affermazioni gratuite ed errate, senza che
alcuno possa replicare. Il sacerdote conclude le risonanze, ma senza
commentare o correggere le altre. Le disposizioni liturgiche riportate dal
Messale Romano prevedono atteggiamenti comuni del corpo che tutti i
partecipanti al rito sono invitati a prendere, come segno d’unione
all'assemblea; ma i NC non le osservano. Anche quando vi sono banchi che
consentono d’inginocchiarsi senza difficoltà, i NC non si inginocchiano alla
consacrazione (com’è stabilito dalle rubriche del Messale) né davanti al SS.
Sacramento e ricevono la Comunione stando seduti.
Così hanno fatto nella Basilica di S. Giovanni in Laterano in Roma,
celebrando la Messa di ringraziamento per l’approvazione degli Statuti ed
anche nell’ultima ordinazione del 30.10.03. Cinquemila persone, circa, si
sono comunicate stando sedute al loro posto tenendo fra le mani il pane
consacrato fino al termine della distribuzione del medesimo a tutti i
partecipanti. A queste norme s’è adeguato anche l'eminentissimo celebrante
ed il suo delegato. L’Istruzione Generale della Congregazione del Culto
Divino e della Disciplina dei sacramenti, dice: “il Vescovo diocesano, primo
dispensatore dei misteri di Dio, è anche ‘il moderatore, il promotore e il
custode di tutta la vita liturgica... per cui tutte le celebrazioni solenni
da lui fatte devono essere di esempio a tutta la diocesi” (art., 22). L’uso
del pane distribuito sulla mano inevitabilmente comporta la formazione e la
dispersione (pur involontaria) di frammenti eucaristici che possono cadere
sugli abiti o per terra. Per ovviare a questa profanazione, prima di
raccogliere e gettare i frammenti nella spazzatura, i NC fanno fare ad un
‘Ostiario la preghiera di sconsacrazione. Questo è avvenuto più volte anche
nella Basilica Cattedrale di Roma, S. Giovanni in Laterano, dove sono stati
raccolti i frammenti lasciati per terra dopo le celebrazioni dei NC.
Nonostante che il fatto sia stato ampiamente dimostrato ai dirigenti del
Vicariato di Roma (ben 13 volte), con testimonianze e foto, la cosa continua
a ripetersi senza che alcuno vi ponga rimedio; ma il Papa ricorda a tutti
che la presenza di Gesù nelle specie consacrate perdura fintanto che
sussistono le specie del pane e del vino: come ha insegnato il Concilio di
Trento e tuttora insegna il CCC al n. 1377 (EE, 25).
Se questo accade in San Giovanni in Laterano, quale sarà il loro prossimo
passo: San Pietro?
È forse questo il tempo di cui parla Gesù: “Quando dunque vedrete
l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel
luogo santo…”?
[11]Sorgeranno molti falsi profeti e
inganneranno molti; [12]per il dilagare dell'iniquità, l'amore di molti
si raffredderà. [13]Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato.
[14]Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il
mondo, perché ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà
la fine.
[15]Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il
profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -,
[16]allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, [17]chi si trova
sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, [18]e chi si trova
nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. [19]Guai alle
donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. [20]Pregate
perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
[21]Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne
dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. [22]E se quei
giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa
degli eletti quei giorni saranno abbreviati. [23]Allora se qualcuno vi
dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: E' là, non ci credete. [24]Sorgeranno
infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e
miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti.
[25]Ecco, io ve l'ho predetto. ( MT 24 )
Un grande tremore avvolse il mio cuore quando
Giovanni Paolo II tornò alla Casa del Padre e sorse in me una domanda
gravosa: chi metterà ora il Signore a pascere il suo gregge?
Quando La vidi uscire dalla finestra, Santità, per salutare in un abbraccio
d’amore tutto il mondo, ripensai al Passo del Siracide cap. 50
[1]Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote,
nella sua vita riparò il tempio,
e nei suoi giorni fortificò il santuario.
[2]Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo,
l'alto contrafforte della cinta del tempio.
[3]Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque,
un serbatoio ampio come il mare.
[4]Premuroso di impedire la caduta del suo popolo,
fortificò la città contro un assedio.
[11]Quando indossava i paramenti solenni,
quando si rivestiva con gli ornamenti più belli,
salendo i gradini del santo altare dei sacrifici,
riempiva di gloria l'intero santuario.
[12]Quando riceveva le parti delle vittime
dalle mani dei sacerdoti,
mentre stava presso il braciere dell'altare,
circondato dalla corona dei fratelli
come fronde di cedri nel Libano,
e lo circondavano come fusti di palme,
[13]mentre tutti i figli di Aronne nella loro gloria,
con le offerte del Signore nelle mani,
stavano davanti a tutta l'assemblea di Israele,
[14]egli compiva il rito liturgico sugli altari,
preparando l'offerta all'Altissimo onnipotente.
[15]Egli stendeva la mano sulla coppa
e versava succo di uva,
lo spargeva alle basi dell'altare
come profumo soave all'Altissimo, re di tutte le cose.
[16]Allora i figli di Aronne alzavano la voce,
suonavano le trombe di metallo lavorato
e facevano udire un suono potente
come richiamo davanti all'Altissimo.
[17]E subito tutto il popolo insieme
si prostrava con la faccia a terra,
per adorare il Signore, Dio onnipotente e altissimo.
Allora contemplando lo splendore della Grazia di Dio sulla Sua Persona dissi
al mio cuore: ”Sono certo di contemplare la bontà del Signore sulla terra
dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e
spera nel Signore” (Sal 26,13-14).
E con gioia contemplai anche tanti miei fratelli nella fede, sparsi nel
mondo esultare insieme a me, come ebbe a scrivere S. Cipriano in “De lapsis”:
“Accompagnò la vostra gloria anche la moltitudine di tutti gli altri fedeli,
che seguono le vostre orme con insegne di lode simili, anzi quasi uguali
alle vostre. Anche in loro palpitò la stessa vostra schiettezza di
sentimento, anche in loro albergò la stessa integrità di una salda fede.
Eretti sulle inconcusse fondamenta dei precetti celesti, e corroborati dalla
tradizione evangelica, non si lasciarono atterrire né dall’esilio decretato
contro di loro, né dai tormenti a cui erano destinati, né dalla perdita del
patrimonio, né dalla tortura del corpo.”
Santo Padre, Le scrivo nella consapevolezza che il Suo compito è assai
gravoso e che ogni Sua decisione ha conseguenze non solo a livello
ecclesiale, ma anche civile; non solo locale, ma anche mondiale. Nella mia
piccolezza, e a nome anche dei tanti piccoli fratelli sopra citati, Le
assicuro grande comunione spirituale: quando Lei gioirà tutti noi gioiremo;
quando Lei piangerà tutti noi piangeremo; quando Lei pregherà, tutti noi
pregheremo. Santo Padre, con il cuore in mano Le chiedo di confermare la
nostra fede. C’è un popolo sommerso, ferito, abbandonato che come l’emorroissa
sanguina da anni in silenzio e attende che Lei, come Gesù, passi accanto a
loro e che attraverso la conferma della loro fede, possano ricevere la
guarigione delle ferite ricevute in questo Cammino.
Santità, Le sto scrivendo in ottemperanza agli articoli 183 e 184
dell’Istruzione “Redemptionis Sacramentum”:
[183.] In modo assolutamente particolare tutti, secondo le possibilità,
facciano sì che il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia sia custodito da
ogni forma di irriverenza e aberrazione e tutti gli abusi vengano
completamente corretti. Questo è compito della massima importanza per tutti
e per ciascuno, e tutti sono tenuti a compiere tale opera, senza alcun
favoritismo.
[184.] Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il
diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo
diocesano o l’Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla
Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice. È bene, tuttavia,
che la segnalazione o la querela sia, per quanto possibile, presentata
dapprima al Vescovo diocesano. Ciò avvenga sempre con spirito di verità e
carità.
Non è mia intenzione scavalcare il mio Vescovo, ma considerato il
comportamento omertoso di coloro che lo circondano (esperienza gia vissuta)
e data la gravità è l’urgenza del momento, mi vedo costretto ad informare
Lei Santo Padre, unitamente a tutte le Congregazioni competenti.
Nel concludere questa lettera Le chiedo la Sua Paterna Benedizione per me e
per la mia ragazza, che ha passato dieci anni della sua vita nel Cammino
Neocatecumenale, uscendone spiritualmente e fisicamente distrutta. Anche lei
è testimone di quanto ho scritto ed ha condiviso con me questa mia
sofferenza, collaborando alla stesura di questa testimonianza. Ci assumiamo
assieme la responsabilità di ogni affermazione su fatti e persone, siamo
lieti di poterci sollevare il cuore dal peso di aver taciuto per troppo
tempo.
Nella speranza, se mai Dio vorrà, di poterLa incontrare di persona, per
quanto ci è dato nella nostra piccolezza, le assicuriamo ininterrotte
preghiere, affidandoLa al sostegno e alla protezione della nostra amatissima
Mamma Celeste, Madre di Dio e della Chiesa, Regina del Cielo e della Terra e
Debellatrice di ogni eresia.
Con infinito rispetto, e obbedienza al Suo Ministero Pietrino, e con amore
filiale, Le porgiamo i nostri saluti.
….., 04 ottobre 2007.
Nome Cognome
Nome Cognome
Indirizzo….