Per la prima volta due nomine «al femminile» nella Commissione teologica internazionale: sono la tedesca Barbara Hallensleben, insegnante a Friburgo,in Svizzera, e la suora americana Sara Butler, docente a Chicago

Anche sul fronte della teologia il Vaticano apre alle donne. E lo fa con una decisione storica. Per la prima volte due rappresentati del gentil sesso sono state ammesse a far parte del massimo consesso teologico mondiale. Si tratta della Commissione teologica internazionale istituita da Paolo VI nel 1969 per «aiutare la Santa Sede nell'esame delle questioni dottrinali di maggiore importanza». Da sabato, tra i grandi nomi che fanno parte della commissione, ci sono quelli di due donne: la tedesca Barbara Hallensleben e l'americana Sara Butler.

La prima č insegnante di teologia alla facoltą teologica di Friburgo, in Svizzera. Da anni approfondisce i temi dell'ecumenismo ai massimi livelli tanto che č anche consultore del Pontificio consiglio per l'unitą dei cristiani guidato dal cardinale Walter Kasper. La Butler invece č una religiosa, docente di teologia sistematica all'Universitą di Saint Mary of the Lake di Mundelein, a Chicago. Anche lei č una studiosa ben nota. Da anni, tra l'altro, si batte per affermare il ruolo delle donne nella Chiesa. Una passione che negli anni Settanta l'aveva portata su posizioni dottrinali un po' massimaliste in tema di ammissione delle donne al sacerdozio. Poi, negli anni successivi, ha rivisto le sue convinzioni e adesso sostiene con il Papa che per affermare il «genio femminile» nella Chiesa non occorre rivestire ruoli gerarchici.

Il cardinale Georges Cottier, teologo della Casa Pontificia e segretario emerito della Commissione teologica internazionale, si č detto felicissimo della scelta e ha sottolineato che Barbara Hallensleben e Sara Butler sono state nominate «per la loro competenza teologica e non per la loro appartenenza al genere femminile».

In Vaticano insomma non vige nessuna «quota riservata» alle donne. Al di lą delle battute, il cardinale Cottier ha osservato che l'ingresso delle due teologhe nella Commissione dev'essere salutato come un fatto «estremamente positivo». «Esiste una complementarietą - ha aggiunto Cottier - una sensibilitą specifica tra uomo e donna che si manifesta anche in un diverso approccio alle scienze teologiche». E la nomina delle due studiose serve perfettamente allo scopo. «Una scelta che dimostra - ha concluso il teologo del Papa - che anche le donne possono essere eccellenti teologhe».
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[Fonte: "Avvenire" 16 marzo 2004] 


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