SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITÀ DEI CRISTIANI
18-25 GENNAIO 2002

ROMA - Parrocchia SS. Pietro e Paolo - Celebrazione del 23 gennaio 2002




Momenti significativi della celebrazione:

Invocazione iniziale

Signore,
rinnova in noi il dono del tuo Spirito
affinché siamo purificati nell'acqua del pentimento
e in un sol cuore possiamo glorificare il tuo nome e proclamare la tua misericordia.
Apri le nostre menti per comprendere le Scritture
affinché possano divenire per noi parole di vita
ed essere luce per i nostri cuori.
Fa' che il tuo Spirito ci riempia del tuo amore
e ispiri oggi le nostre preghiere per le nostre sorelle e fratelli, affinché sia ristabilita l'unità della nostra Chiesa.
Te lo chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con te, 
nell'unità dello Spirito Santo. Nei secoli dei secoli.
Amen.

Giovanni 3, 1-8

C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte e gli disse:"Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui." Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico: se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il Regno di Dio" Gli disse Nicodemo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascer?" Gli rispose Gesù:" In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. "Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove av: così è di chiunque è nato dallo Spirito". Replicò Nicodemo: "Come può accadere questo?" Gli rispose Gesù: " Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quello che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure mai nessuno è salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. E  come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna"

Omelia del Pastore Daniele Garrone [*]

Le frasi di questo evangelo rappresentano una sintesi essenziale dell'intero messaggio di Cristo. Esse sono così dense, che potremmo stare ore a scrutarne i significati; ma io voglio soffermarmi su alcuni punti.
Il vento soffia, cioè lo Spirito di Dio è all'opera, misteriosamente, impercettibilmente, ma efficacemente. Questo è l'evangelo. E come percepiamo il vento, e ne sentiamo la voce, anche se non sappiamo da dove viene, così possiamo percepire i cambiamenti prodotti dall'opera dello Spirito.

Se il vento non soffiasse, se lo Spirito di Dio non agisse, la carne - che non è quel che alcuni, in maniera riduttiva, intendono come sesso; ma tutta la nostra realtà umana - e lo Spirito, cioè Dio, rimarrebbero contrapposti (pneuma contra sarx), senza incontrarsi mai. 

Persino la teologia, la preghiera, il culto rimarrebbero illusione. Ma il vento soffia, lo Spirito agisce, nel mondo della carne, e vi suscita le sue creature. Il mondo non è destinato alla dissoluzione della carne, ma alla vita nuova e alla redenzione. 

Ciò che è impensabile, impossibile a partire dalla carne, diventa realtà grazie all'azione di Dio.

Questo, che è un miracolo, è definito qui "nuova nascita", "nascita da alto" "nascere da Spirito (e da acqua, forse un posteriore collegamento con il Battesimo)". Si tratta di un concetto radicale: con la nascita comincia qualcosa di nuovo, che prima non c'era. Non cambiamento, ma nuova vita, nuova creazione. Nuovo inizio, una vera e propria rifondazione. Non miglioramento (per questo basta l'educazione). Non evoluzione. Non accettazione di come si è (per questo bastano la filosofia e uno psicologo). On est ce qu'on naît dice un proverbio francese.

Lo Spirito crea qualcosa di assolutamente nuovo: non si tratta di migliorare o riformare o di ripetere il vecchio (Nicodemo parla di rientrare nel ventre della madre...). Questa nuova nascita è "dall'alto", "dallo Spirito". L'uomo non può neanche darsi la vita, figuriamoci rinascere... Riceviamo, subiamo, la vita; tanto più la nuova vita.

Siamo liberati dalla rassegnazione o dall'illusione, perché il vento soffia. Ciò che è impossibile a noi, per quanta volontà, forza, impegno possiamo metterci, è possibile dall'alto, per opera di Dio. Ciò che è irrealizzabile dalla carne diventa reale nella carne per l'azione di Dio. Non l'illusione dei nostri sforzi o la rassegnazione della nostra impotenza, ma la scoperta che Dio è all'opera, per noi, nella realtà della nostra carne. 

Questo evangelo è il fondamento della nostra realtà individuale ed ecclesiale. Ma è anche il fondamento dell'ecumenismo. Il vento che soffia e fa nascere nuove realtà è il vero motore dell'ecumenismo, non la nostra buona disposizione d'animo. Il vento soffia dove vuole, supera le barriere, anche quelle tra le confessioni. Il vento soffia anche al di là delle chiese, tanto più tra le chiese.

Non ci viene detto come abbia reagito alla fine Nicodemo. E noi, come reagiremo? Ci sottrarremo al soffio del vento che fa nascere di nuvo anche le chiese divise, in vista della nuova creazione del mondo intero?

Vieni Santo Spirito, vento silenzioso e invisibile, ma travolgente, a compiere la tua opera creatrice tra noi e in noi.

[*] Della Facoltà Valdese di Roma.


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