Mentre proseguono i raid israeliani sulla Striscia di Gaza, la Chiesa fa
sentire la sua voce. Per padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa
della Santa Sede, "l'odio crescerà ancora e le speranze di pace torneranno ad
allontanarsi". "Certamente, sarà un colpo durissimo per Hamas. Allo stesso tempo
è assai probabile che anche le vittime innocenti non mancheranno, anzi saranno
numerose".
"Per quanto atteso", continua padre Lombardi, l'attacco israeliano, "impressiona
per le sue proporzioni e per il numero delle vittime".
Sulla vicenda è intervenuto anche padre Pierbattista Pizzaballa, custode di
Terra santa, ai microfoni di Radio Vaticana. ''Questo raid, che temiamo sia solo
l'inizio, - osserva il francescano - era da lungo tempo annunciato da Israele.
Siamo in campagna elettorale e tutti devono mostrare i muscoli. Le provocazioni
di Hamas anche erano evidenti. Purtroppo, siamo dentro ad un copione già scritto
e visto molte volte''. ''Temiamo di essere di fronte ad una
escalation.
Temiamo. Ma - aggiunge - speriamo che il buon senso prevalga.
''Siamo disarmati di fronte a queste immagini e a queste situazioni. - spiega
padre Pizzaballa - Da un lato, sì, c'era continuamente questo stillicidio creato
dal governo di Hamas; dall'altro lato, anche questa violenza così inusitata,
così eccessiva Siamo senza parole, ancora una volta, di fronte a situazioni così
difficili che speriamo che prevalga il buon senso e che qualcuno riesca a
mediare tra le parti. Per spezzare il circolo vizioso della violenza che genera
violenza, afferma Pizzaballa, la soluzione può venire "solo con una forte
politica capace di una grande lungimiranza".
E ''la comunità internazionale ha un ruolo importante: deve fare pressione su
tutte e due le parti. Spero - si augura il religioso - che intervenga con forza
e con energia quanto prima. Certamente la pace non verrà presto e non verrà in
maniera semplice: richiede uno sforzo unanime di tutti, comprese anche le
autorità religiose, che richiederà tempo, educazione e lunga pazienza. Però,
bisogna incominciare subito con questi sforzi, sicuramente''.
[Fonte: AsiaNews 28 dicembre 2008]
Il Papa all'Angelus del 28 dicembre:
Oggi Benedetto XVI ha lanciato un
appello per il cessate il fuoco a Gaza
in entrambe le direzioni e,
per fermare questo Natale macchiato di
sangue nella terra dove è nato Gesù.
Ecco le sue parole:
La Terrasanta,
che nei giorni natalizi è al centro dei
pensieri e degli affetti dei fedeli di
ogni parte del mondo, è nuovamente
sconvolta da uno scoppio di inaudita
violenza. Sono profondamente addolorato
per i morti, i feriti, i danni
materiali, le sofferenze e le lacrime
delle popolazioni vittime di questo
tragico susseguirsi di attacchi e di
rappresaglie. La patria terrena di Gesù
non può continuare ad essere testimone
di tanto spargimento di sangue, che si
ripete senza fine! Imploro la fine di
quella violenza, che è da condannare in
ogni sua manifestazione, e il ripristino
della tregua nella striscia di Gaza;
chiedo un sussulto di umanità e di
saggezza in tutti quelli che hanno
responsabilità nella situazione, domando
alla comunità internazionale di non
lasciare nulla di intentato per aiutare
israeliani e palestinesi ad uscire da
questo vicolo cieco e a non rassegnarsi
– come dicevo due giorni fa nel
messaggio Urbi et Orbi – alla logica
perversa dello scontro e della violenza,
ma a privilegiare invece la via del
dialogo e del negoziato. Affidiamo a
Gesù, Principe della Pace, la nostra
fervida preghiera per queste intenzioni
e a Lui, a Maria e Giuseppe, diciamo: “O
famiglia di Nazareth, esperta del
soffrire, dona al mondo la pace”. Donala
oggi soprattutto alla Terrasanta!