Pio XII censurato dal Governo Nazi-Fascista?
Nell’attuale dibattito sui silenzi di Pio XII sui crimini nazisti, che,
al dire di molti, costituirebbero uno dei motivi per la lentezza della causa di beatificazione, giunge ora una notizia,
diffusa dalla rivista cattolica Vivere In, diretta da Nicola Giordano.
L’ultimo numero della Rivista pubblica alcuni brani di un celebre
discorso che Eugenio Pacelli, allora Cardinale segretario di Stato Vaticano, pronunziò nel luglio 1937 a Lisieux, quale
delegato a latere di Pio XI.
Il futuro Pontefice (divenne papa poco meno di due anni dopo) paragona
Pio XI a Sant’Ambrogio, con l’augurio che anche il profeta della razza, chiara allusione a Hitler, abbia
anche lui a cadere in ginocchio. Dinanzi ai cattivi maestri che “vorrebbero coinvolgere nell’ideologia della razza -
dice Eugenio Pacelli - c’è la protesta sdegnata di un Pontefice ottuagenario come la voce del Sinai, per richiamare i
diritti imprescrittibili di Dio persona, del Verbo incarnato e del Sacro Magistero, di cui lui stesso ha ricevuto la
consegna”.
Questo passaggio, pubblicato per intero nel “L’Osservatore Romano”
è misteriosamente saltato nel volume che contiene i Discorsi di Eugenio Pacelli edito nel 1939.
Censura di Stato e del Regime? Non ci sono documenti, ma è davvero
strano che nel riferire un discorso del futuro Pio XII sia stato saltato proprio il riferimento “alla idolatria della
razza” da lui condannata senza equivoci e senza titubanza.
Con preghiera di diffusione.
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Nicola Giordano, Direttore Periodico bimestrale “Vivere In”.
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