Primato petrino, nella storia comune la strada

Da Bari: l'ortodosso Kirill : «Più vicini sul Papa,ma molti punti vanno ancora chiariti»


Discutere delle modalità di esercizio del primato? L’arcivescovo Kirill di Jaroslavl’ e Rostov preferisce aggirare la questione proposta poco prima dal cardinale Walter Kasper. Seduto al tavolo della sala delle conferenze stampa, insieme con il vescovo di Helsinki, Eero Huovinen, e con monsignor Vincenzo Paglia, l’esponente del patriarcato ortodosso di Mosca inizia col dire di esser rimasto «molto colpito» dalla relazione del presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani.

Ma poi si rifugia nel solito cahiers de doleances. «Quello che succede attualmente in Russia non è positivo – afferma – perché il rapporto della Chiesa cattolica con le nostre comunità è di concorrenza e non di collaborazione. Pensate che nella mia diocesi c’è una parrocchia cattolica con un solo parrocchiano. E assistiamo ai ripetuti tentativi di sacerdoti polacchi che vogliono cristianizzare una terra cristiana già da molti secoli». Infine l’arcivescovo si permette l’affondo più discutibile. «Quando sono stato a Roma alcuni anni fa, ho visto i testimoni di Geova che predicavano nei pressi di San Pietro. Come vedete abbiamo problemi comuni».

I cattolici in Russia come i testimoni di Geova in Italia? L’arcivescovo forse si accorge del passo falso e corregge parzialmente il tiro nelle successive risposte. Gli chiedono, in particolare, di ritornare sulla questione del primato e di ipotizzare possibili tappe concrete di questo dialogo. «Il ruolo del Papa – risponde Kirill – nella nostra Chiesa viene accolto in maniera indiscutibile. Tuttavia ci sono problemi molto concreti nelle nostre relazioni e noi dobbiamo affrontarli. Ma abbiamo anche molto in comune. Ad esempio luoghi di pellegrinaggio come la basilica di San Nicola a Bari, dove ci inginocchiamo davanti alle reliquie del santo e percepiamo amore. Se potessimo sentire questo amore anche in altri luoghi, il nostro riavvicinamento sarebbe più facile». «Noi ortodossi – conclude l’arcivescovo – comprendiamo che è impossibile vivere in un mondo chiuso, bisogna promuovere la comprensione reciproca. E la mia presenza a Bari è segno di questa volontà».

Più possibilista, sulla proposta relativa al primato di Pietro, si dimostra invece il vescovo Huovinen. «Nelle nostre Chiese – afferma – facciamo molta attenzione al senso spirituale delle parole del Papa. Anche il cardinale Kasper ha parlato di ecumenismo spirituale. E questa prospettiva va applicata anche al ministero petrino». «È già importante ritrovarsi insieme a parlare di questi temi – conclude monsignor Paglia –. La domenica ha frenato la separazione tra i cristiani, e la sua celebrazione è una rete che unisce tutte le Chiese. La giornata odierna lo conferma».

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[Fonte: Avvenire del 26 maggio 2005]

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