Oriana Fallaci e le sfide della bioetica

«È significativo che oggi in favore del non voto, ci sia anche la voce di una intellettuale laica, e certamente non sospetta di vicinanza a tesi confessionali: il che significa che stiamo discutendo di valori e realtà assolutamente non religiosi, constatabili da chiunque, e che superano i confini degli schieramenti».

Oriana Fallaci, il 3 giugno 2005, ha firmato un lungo articolo sul Corriere della sera - due pagine interne, richiamate vistosamente in prima - sui referendum, dal titolo «Noi cannibali e i figli di Medea». Ne riportiamo alcuni stralci tratti da Avvenire.it

«No, non mi piace questo referendum al quale i mecenati dei dottor Frankenstein voteranno per semplice partigianeria politica o miopia morale. Ossia senza ragionare con la propria testa, senza ascoltare la propria coscienza, magari senza conoscere il significato delle parole staminale-ovocita-blastocita-eterologo-clonazione, e certo senza chiedersi o senza capire che cosa v'è dietro l'offensiva per la libertà illimitata della ricerca scientifica». Comincia così, partendo dalla prima pagina del Corriere della Sera di ieri, il lungo, argomentato, appassionato intervento di Oriana Fallaci sull'imminente referendum (ma non soltanto su quello: la scrittrice parla anche di Apocalisse, di Islam, di Platone) relativo alla legge sulla procreazione assistita. Referendum al quale la Fallaci non parteciperà («il 12 giugno non userò la scheda elettorale, e con tutto il cuore mi auguro che l'offensiva fallisca penosamente»), soprattutto perché «dietro questo referendum v'è un progetto anzi un proposito inaccettabile e terrificante. Il progetto di reinventare l'Uomo in laboratorio, trasformarlo in un prodotto da vendere... Il proposito di sostituirsi alla Natura, manipolare la Natura, cambiare anzi sfigurare le radici della Vita, disumanizzarla massacrando le creature più inermi e indifese. Cioè i nostri figli mai nati, i nostri futuri noi stessi, gli embrioni umani che dormono nei congelatori delle banche o degli Istituti di Ricerca. Massacrarli riducendoli a farmaci da iniettare o da trangugiare, oppure facendoli crescere quel tanto che basta per macellarli come si macella un bove o un agnello, poi ricavarne tessuti e organi da vendere come si vendono i pezzi di ricambio per un'automobile».

Tutto questo, e altro di ripugnante ancora, ricorda alla scrittrice e polemista non soltanto l'avveniristico Mondo Nuovo di Huxley, ma anche e soprattutto «le oscenità dell'eugenetica con cui Hitler sognava di creare una società costruita soltanto da biondi con gli occhi azzurri». «Mi ricordo - scrive la Fallaci - i campi di Auschwitz e di Mauthausen, di Dachau e di Birkenau dove, per affrettare la produzione della razza ariana ossia intensificare i parti gemellari delle bionde con gli occhi azzurri il dottor Mengele conduceva gli esperimenti sui bambini gemelli... Dunque bando alle chiacchiere e alle ipocrisie: se al posto di Birkenau e Dachau eccetera ci metti gli Istituti di Ricerca gestiti dalla democrazia, se al posto dei gemelli vivisezionati da Mengele ci metti gli embrioni umani che dormono nei congelatori, il discorso non cambia. Non a caso, quando otto anni fa gli inglesi crearono la pecora Dolly, invece di esaltarmi ebbi un brivido d'orrore e dissi: "Siamo fritti. Qui ci ritroviamo in una società fatta di cloni. Qui si torna al nazismo"».

Di conseguenza, con implacabile coerenza, Oriana Fallaci denuncia i promotori e i sostenitori del referendum: «I Frankenstein e i loro mecenati (giuristi, giornalisti, editorialisti, attrici, filosofi, grilli canterini, membri dell'Accademia dei Lincei, politici in cerca di voti, medici in cerca di gloria) non vogliono sentirselo dire quel "Siamo-fritti, qui-ci-ritroviamo-con-una-società-fatta-di-cloni, qui-si-torna-al-nazismo". Quando porti il discorso su Hitler e sul nazismo, su Mengele, fanno gli offesi, anzi, gli scandalizzati. Cianciano di pregiudizi, protestano che il paragone è illegittimo. Poi nel più tipico stile bolscevico ti mettono alla gogna. Ti chiamano bigotto, baciapile, servo del Papa e del cardinal Ruini, mercenario della Chiesa Cattolica... Con burattinesco sussiego dichiarano che l'embrione non è un essere umano: è una semplice proposta-di-essere-umano-anzi-di-essere-vivente, un semplice-grumo-di-cellule-non-pensanti». Invece «io credo che fin dal momento in cui lo spermatozoo feconda l'ovulo e la cellula primaria diventa due cellule poi quattro poi otto poi sedici insomma prende a moltiplicarsi, noi siamo ciò che saremo. Cioè esseri umani... L'embrione che sboccia nell'ovulo di un pidocchio è un pidocchio... L'embrione che sboccia nell'ovulo di un essere umano è un essere umano e non me ne importa nulla che stavolta la mia opinione coincida con quella della Chiesa cattolica».

«Dio sa - scrive più oltre la Fallaci - se amo vivere, se vorrei vivere più a lungo possibile. Sono innamorata, io, della vita. Ma a guarire i miei cancri iniettandomi la cellula d'un bambino mai nato mi parrebbe d'essere un cannibale. Una Medea che uccide i propri figli... E aggiungo: davvero non v'è limite all'incoerenza dei voltagabbana. Un tempo gli odierni cultori del cannibalismo urlavano che era crudele sacrificare gli animali dei laboratori. E ne convengo... Ora invece accettano che le cavie siano i nostri figli mai nati... Accettano che le cellule di queste nuove cavie vadano ad arricchire le ditte farmaceutiche, il cui cinismo supera quello dei mercanti d'armi, accettano che gli embrioni vengano squartati come bovi... E va da sé che ormai le cavie siamo anche noi. Una donna che subisce l'estrazione di un ovulo è certamente una cavia. Una che per restare incinta se lo fa impiantare, lo stesso. Grazie a una scienza che è sempre più tecno-medicina, quindi sempre più disumana, siamo cavie perfino nei casi estranei alla fecondazione artificiale».

La Fallaci, dopo aver denunciato l'abuso di fiducia nel progresso, e i misfatti che in suo nome si sono commessi e si commettono, esprime nuovamente il proprio sostegno alla linea della Chiesa: «Be', vogliamo metterci anche l'olocausto degli embrioni umani nel discutibile elenco di un Progresso che al novanta per cento dei casi si basa sul successo della tecnologia, non della morale? A quanto pare, sì. E pazienza se eravamo più progrediti quando eravamo più ignoranti, più ammalati, più poveri, più umani, sicché la morte di un figlio nato o non nato ci riempiva di strazio.... Ha ragione Ratzinger (grazie, Santità, d'aver sempre il coraggio di dire pane al pane e vino al vino) quando scrive che il Progresso non ha partorito l'Uomo migliore, una società migliore, e incomincia a essere una minaccia per il genere umano... Quasi sempre (onore e gratitudine alle eccezioni) ai ricercatori non importa un corno del genere umano. A muoverli è soltanto il demone della curiosità sposata all'ambizione personale e all'interesse monetario... Ratzinger ha ragione anche quando dice che con gli esperimenti sugli embrioni umani la dignità dell'Uomo viene vilipesa, anzi negata. Ha ragione anche quando dice che se non vogliamo perdere il rispetto per l'Uomo bisogna demistificare la ricerca scientifica, demitizzare la Scienza, cioè smettere di considerarla un idolo o una divinità. Sacrosante parole, che a mio parere valgono anche per l'Etica».

Ma che accade quando l'etica è vilipesa, ignorata, limitata? Accade tra l'altro che «per molte donne e molte coppie il commercio dei figli abortiti è un business assai redditizio». Redditizio è anche il «turismo procreativo», redditizio «il business degli spermatozoi. Insieme agli ovuli congelati, le banche occidentali traboccano di sperma congelato... Ne traboccano soprattutto le banche inglesi. Non a caso il Parlamento Europeo (bontà sua) ha rivolto un monito all'Inghilterra dove il mercato fiorisce vergognosamente con gli ovuli che vengono dalle cliniche rumene. In massima parte, ovuli venduti a mille o duemila euro la dozzina dalle zingare...» ma ci sono anche «gli ovuli delle ragazze bionde e longilinee (di solito modelle) che costano molto di più. Almeno quindicimila euro ciascuno». In tanto disordine, contro la crescente corruzione, occorre ancorarsi a chi, come il Papa, «rifiuta un Uomo inventato dall'uomo cioè un uomo prodotto di se stesso, della eugenetica mengeliana, della biologia frankensteiniana. Ciò che Ratzinger dice è vero, è giusto, è raziocinante. È un discorso che va al di là della religione, un discorso civile, e la bellissima fiaba (così la Fallaci chiama la fede nel buon Dio Creatore, ndr.) non c'entra. C'entrano i doveri che noi esseri umani abbiamo verso la Natura. Verso la nostra specie, verso i nostri principii. I principii senza i quali l'Uomo non è più un uomo, è una cosa, un oggetto di carne senz'anima. Riflettici a fondo e t'accorgerai che la colpa di questa follia non è degli scienziati e basta, dei ricercatori e basta, degli scriteriati pei quali tutto è lecito in quanto è possibile e a materializzarlo si diventa ricchi e famosi... (La colpa è anche) di chi li sostiene, di chi li protegge. Di molti politici, ad esempio... degli intellettuali... della cosiddetta gente comune. La gente che per dabbenaggine o ingenuità o disperazione crede nella storia delle malattie da guarire».

Insiste infine, la Fallaci, con Ratzinger, il quale tra l'altro «ha ragione quando cita Spengler secondo il quale l'Occidente corre inesorabilmente verso la propria morte, non solo una morte culturale, e di questo passo crollerà... come sono crollati e crollano tutti i popoli che si dimenticano di avere un'anima... Ci stiamo uccidendo col cancro morale, con la mancanza di moralità, con l'assenza di spiritualità. E questa faccenda del mondo da rifare con la truffaldina eugenetica, con la bugiarda biotecnologia, non è che la tappa definitiva del nostro masochismo... Referendum? ma che vuoi referendare. Lo stesso termine procreazione assistita evoca il gesto di alzare bandiera bianca, di finire in un mondo contro natura. Senza contare che, comunque vada, questo referendum si concluderà come quello sulla caccia. Cioè coi cacciatori che continuano a sparare sotto le nostre finestre e ad ammazzare gli uccellini».

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[Fonte: "Avvenire" 4 giugno 2005]
 

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