Il Papa: «No alle religioni come mezzo di morte»

Giovanni Paolo II incontra responsabili  musulmani, ortodossi ed ebrei residenti in Azerbaijan. La tolleranza è possibile e costituisce un valore di civiltà.

Nessuno può “presentare o usare le religioni come strumento di intolleranza, come mezzo di aggressione, di violenza e di morte”; la loro “via” è invece quella “dell'amore e della giustizia per tutti” ed esse devono insegnare che, come accade in Azerbaijan, la tolleranza è possibile e costituisce un valore di civiltà. L’affermazione sulla quale Giovanni Paolo II ha chiamato ad Assisi, tre anni fa, i capi delle religioni del mondo è stata ripetuta oggi dallo stesso Papa, nel discorso che ha rivolto ad una delegazione di capi religiosi musulmani, ortodossi ed ebrei, residenti in Azerbaijan, Paese dove esiste una esigua minoranza di circa 300 cattolici.

Giovanni Paolo II ha parlato anche del Nagorno-Karabach, la regione per la quale c’è stato un lungo e non del tutto risolto conflitto tra l’Armenia e lo stesso Azerbaijan, augurando che “ritorni in pienezza la pace, con la risoluzione della questione del Nagorno-Karabagh. Questa, come altre contese, vanno affrontate con buona volontà, nella mutua ricerca di aperture reciproche e di comprensione, e con spirito di vera riconciliazione”.

Alla delegazione, della quale faceva parte anche il vescovo Aleksandr di Baku e della Regione del Caspio, appartenente alla Chiesa ortodossa Russa, “alla quale - ha detto il Papa - mi legano vincoli di stima e di affetto”, Giovanni Paolo II ha ricordato “il calore” e “la cordialità” con i quali fu accolto in occasione della visita compiuta nel Paese nel 2002. In quell’occasione, ha proseguito. Fu colpito dalla “fierezza”' con la quale l'ora scomparso presidente Heydar Aliev, gli parlò della tolleranza religiosa “che costituisce il cardine nella vita del vostro Paese”.

“Questa vostra visita al Papa di Roma - ha detto ancora - sia come un simbolo per il mondo: mostri cioè che la tolleranza è possibile, e costituisce un valore di civiltà, che pone le premesse per un più ampio e solidale sviluppo umano, civile e sociale. Nessuno ha il diritto di presentare o usare le religioni come strumento di intolleranza, come mezzo di aggressione, di violenza e di morte. Al contrario, la loro amicizia e stima reciproca, se è anche sostenuta dall'impegno di tolleranza dei Governanti, costituisce una ricca risorsa di autentico progresso e di pace”.

“Insieme, musulmani, ebrei e cristiani – ha affermato quindi il Papa -  vogliamo rivolgere in nome di Dio e della civiltà, un appello all'umanità perché cessi la violenza omicida e si percorra la via dell'amore e della giustizia per tutti. Questa è la via delle religioni. Questa via Dio ci aiuti a percorrere con perseveranza e pazienza!”.
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[Fonte: AsiaNews 18 novembre 2004]

 

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