Le religioni si incontrino a Gerusalemme
Proposta del Card. Silvestrini da Camaldoli

Proposto un organismo permanente di dialogo tra Islam, Cristianesimo ed Ebraismo a Gerusalemme - Intervento del cardinal Silvestrini all'incontro di Camaldoli

Forse è giunto il tempo per i rappresentanti delle tre religioni monoteiste, ebraica, musulmana, cristiana, di non limitare il dialogo interreligioso «all'esterno» ma di incontrarsi in modo permanente «dentro le mura di Gerusalemme», promuovendo «un organismo definito» nella Città Santa, «amata e contesa» nei secoli dalle tre religioni monoteiste e divenuta oggi «simbolo e oggetto di una competizione aspra e crudele fra ebrei d'Israele e arabi palestinesi».

La proposta arriva dal monastero di Camaldoli dove ieri si è aperto l'annuale convegno della rivista Il Regno sul tema «Dove dimora il tuo Nome Gerusalemme?», che ha al centro del dibattito la tragica situazione del Medio Oriente. Ad avanzare la proposta è il cardinale Achille Silvestrini per il quale proprio il comune rifarsi ad Abramo, «l'amico di Dio» secondo il Corano, richiede «una responsabilità comune delle tre fedi che non trova precedenti nella storia. Perché a Gerusalemme dobbiamo dare una testimonianza religiosa purificata: lì dobbiamo stare insieme, parlare insieme e insieme abbattere il muro di inimicizia, di paura di odio che ci sta dividendo».

Certo, la situazione del Medio Oriente non induce all'ottimismo: lo scontro continuo fra israeliani e palestinesi rendono la parola pace sempre più labile e irraggiungibile.
Eppure, afferma ancora Silvestrini, «da sola la risposta bellica ha mostrato la sua inefficacia. Vi è invece un compito primario della responsabilità politica che va ristabilito. Senza ottimismi facili, senza disperazione».

Quindi attuare il dialogo ecumenico dentro Gerusalemme è una strada obbligata per «dichiarare la pace nelle terre da dove si sta diffondendo il grande incendio dell'odio». Da tempo la Chiesa, prosegue il cardinale Silvestrini, ha rinunciato all'idea «di suggerire direttamente una soluzione politica circa la sovranità di Gerusalemme». Quest'ultima deve essere il frutto di una ricerca comune e di un accordo fra israeliani e palestinesi. Ma ciascuna delle tre religioni non può sottrarsi al compito di portare il suo contributo alla costruzione della pace.

Arrivando a Camaldoli, il Cardinale Silvestrini, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano, se dopo il rapimento delle due giovani italiane, le organizzazioni non governative dovessero lasciare l'Iraq, ha detto che a suo giudizio, le ong dovrebbero restare in quella nazione ma che ognuna di queste doveva fare liberamente e coraggiosamente la sua scelta».

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[Fonte: "Avvenire" dell'11 settembre 2004]

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