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Don Andrea
Santoro, memoria viva nel nostro cuore.
È molto più presente oggi a Roma che quando
c'era come parroco. Un mese dopo la sua morte, don Andrea Santoro è vivo.
Vivo nel cuore della gente che l'ha conosciuto solo dopo. Vivo nel cammino
pastorale delle comunità che stanno coltivando i semi da lui gettati. Vivo
nella memoria collettiva di una città che rende onore all'uomo di pace. Alla
vigilia del trigesimo della scomparsa il Vicariato, il Campidoglio, le
parrocchie moltiplicano le iniziative per non disperdere l'eredità morale del
martire del fanatismo fondamentalista. Mentre sulla sua tomba al Verano mani
pietose hanno portato fiori sempre freschi, in questi giorni Messe, veglie di
preghiera, iniziative culturali si susseguiranno fino all'intestazione, lunedì
13, di una piazza a Villa Fiorelli, il parco di fronte alla chiesa dei Santi
Fabiano e Venanzio che don Andrea guidò fino al 2000, prima di partire per la
Turchia
La prima veglia c'è stata ieri
sera alle 20 a San Bartolomeo all'Isola tiberina, promossa da Retinopera e dalla
Comunità di Sant'Egidio, in memoria dei testimoni del Vangelo vittime di
violenza. A presiederla il segretario generale della Cei, il vescovo Giuseppe
Betori, e il presidente della Commissione ecumenismo e dialogo della Cei, il
vescovo di Terni Vincenzo Paglia. Testimonianze di Maddalena Santoro, sorella di
don Andrea, e di un giovane cristiano del Pakistan. La chiesa di San Bartolomeo
dal Giubileo del 2000 custodisce la memoria dei martiri del XX secolo. «Viviamo
in un tempo segnato da un aumento della violenza, dalla distruzione dei luoghi
sacri di diverse confessioni religiose - dice il portavoce della Comunità di
Sant'Egidio Mario Marazziti - ed è cresciuto il numero di cristiani fatti segno
di violenza fino alla morte. La loro testimonianza nonviolenta è un
insegnamento per tutti, anche per quelli che oggi usano parole religiose per
giustificare terrorismo e spargimento di sangue.
Benedetto XVI ci ha ricordato
con forza che ogni uso del nome di Dio per odiare l'altro è blasfemo: un grande
regalo al mondo in un tempo così difficile». Oggi pomeriggio, alle 18 e 30,
don Andrea verrà ricordato nella sua prima parrocchia romana, il Gesù di
Nazareth a Verderocca. Con l'attuale parroco don Manfredi De Odorico celebrerà
anche il vescovo ausiliare del settore Nord, monsignor Enzo Dieci. «Il ricordo
tra i parrocchiani è vivissimo - dice don Manfredi - perché fu don Andrea a
tirare su dal nulla questa comunità e questa chiesa». Martedì, a 30 giorni
esatti dalla sua morte, due i momenti dedicati a don Andrea. Alle 12, nella
cappella del seminario maggiore, in piazza San Giovanni in Laterano, una Messa
organizzata dalla comunità del maggiore e dai compagni di classe del sacerdote,
aperta a tutti i sacerdoti romani.
Grande attesa per la
celebrazione ai Santi Fabiano e Venanzio: martedì sera alle 18 e 45, assieme
all'attuale parroco don Marco Vianello ci sarà il segretario generale del
vicariato monsignor Mauro Parmeggiani. «È stato molto vicino alle sorelle e
alla madre nei giorni difficili del lutto - dice don Marco - e poi il trigesimo
non poteva avere un semplice carattere parrocchiale, don Andrea ormai è un po'
il parroco di tutta Italia». In parrocchia è un fiorire di iniziative. I
giovani dell'associazione da lui voluta, «Finestra sul Medioriente», hanno
ripreso gli incontri settimanali, il mercoledì alle 19, di preghiera e
adorazione eucaristica per la pace e il dialogo. «A maggio poi riprenderemo la
celebrazione della messa feriale nei cortili, a rotazione nei diversi condomini
inventata da don Andrea». Sempre a primavera ci sarà la festa parrocchiale.
«Nonostante il lutto, perché proprio don Andrea ci teneva che la gente vivesse
momenti di aggregazione». La parrocchia pensa anche a un'iniziativa aperta al
quartiere: «Sarà un momento di riflessione culturale - spiega ancora don
Vianello - sulle radici cristiane d'Europa e sul dialogo con l'Islam. Non i
parrocchiani, ma la gente del quartiere si è un po' indurita verso i
musulmani».
E tra pochi giorni ci sarà una
«piazza don Andrea Santoro». L'annuncio dal Campidoglio è arrivato giovedì
sera: Walter Veltroni intitolerà al martire lunedì 13 uno slargo all'interno
di Villa Fiorelli. Un luogo particolare: «In Campidoglio non lo sanno -
racconta don Marco - ma hanno scelto lo slargo in cui don Andrea si fermava,
durante la Via Crucis parrocchiale del venerdì santo, per la stazione della
crocifissione e della morte».
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