La Chiesa di fronte al
Risorgimento
Perché per
realizzare l’Unità d’Italia si dovette fare guerra al Vaticano? E
perché nei rapporti tra Chiesa e Stato il Papato viene sempre
identificato come conservatore e oscurantista, mentre lo Stato è
presentato come fautore di progresso e libertà? A queste ed altre
domande a cercato di dare una risposta la Facoltà in Scienze storiche
dell’ Università Europea di Roma (UER) con un Convegno svoltosi
questo lunedì.
Al Convegno sul tema “La Chiesa di
fronte al Risorgimento”, diretto dalla professoressa Lucetta
Scaraffia, hanno partecipato specialisti di cultura e formazione
diverse, tra cui i professori: Ernesto Galli della Loggia, Massimo De
Leonardis, Giovanni Belardelli, Luciano Cafagna, Anna Maria Isastia,
Massimo Viglione, Angela Pellicciari e Roberto De Mattei.
Per approfondire il senso e le ragioni del rapporto tra Risorgimento e
Chiesa cattolica, ZENIT ha intervistato il professor Massimo De
Leonardis, docente di Storia delle relazioni e delle istituzioni
internazionali presso l’Università cattolica di Milano.
Quale ruolo svolse l'Inghilterra nel Risorgimento italiano?
De Leonardis: La Gran Bretagna seguì con estrema attenzione tutte le
vicende del Risorgimento italiano, dall’epoca napoleonica al 1870,
sia perché come potenza egemone nel Mediterraneo era interessata agli
equilibri in tale area geopolitica, sia perché l’Italia costituiva
il terreno più adatto per diffondere i principi liberali cari a gran
parte della classe politica inglese.
In particolare, nel triennio cruciale 1859-61, il governo
whig-liberale di Londra diede un appoggio morale e diplomatico al
Risorgimento che in alcuni passaggi fondamentali fu assai importante,
come ad esempio col sostegno al principio di non-intervento, che impedì
la restaurazione dei Sovrani spodestati a Modena, Parma, Firenze e del
potere del Papa nelle legazioni, col rifiuto di bloccare il passaggio
di Giuseppe Garibaldi sul continente, con l’approvazione
dell’invasione delle Marche e dell’Umbria nel settembre 1859.
Londra fu la prima grande potenza a riconoscere il Regno d’Italia.
In particolare, dal 1832 al 1870 il governo inglese intervenne
costantemente, anche se con scarso successo, con proposte relative
alla Questione Romana.
Quali erano le ragioni che muovevano l'astio degli anglicani e dei
protestanti nei confronti di Pio IX e della Chiesa cattolica?
De Leonardis: Dall’epoca dello Scisma anglicano, si era consolidato
in Gran Bretagna l’odio per il Cattolicesimo, spregiativamente
definito “papismo”. Solo nel 1829 i cattolici avevano ottenuto in
Gran Bretagna libertà di culto ed una equiparazione, non completa,
agli altri sudditi nei diritti civili e politici. Il Cattolicesimo era
considerato una forma di idolatria ed il Papa era visto come nemico
della libertà.
Il fatto che a metà del secolo XIX si manifestasse un movimento di
conversioni al Cattolicesimo, ad esempio i futuri cardinali Manning e
Newman, già ministri anglicani, e che Pio IX avesse restaurato la
gerarchia cattolica in Inghilterra e nel Galles rinfocolò gli odi. La
nomina di Vescovi cattolici fu chiamata “Papal aggression”.
Si sarebbe potuta realizzare l'unità d'Italia senza fare la guerra
al Vaticano?
De Leonardis: Se il Risorgimento fosse stato solo contrario al Potere
Temporale, un compromesso si sarebbe forse trovato. In realtà il
Risorgimento, fin dal 1848, dopo il breve e strumentale entusiasmo per
il “Papa liberale”, fu anche anticlericale e anticattolico. Esso
rifiutava in toto la tradizione cattolica dell’Italia, per
costruire la “terza Roma” del positivismo e della scienza,
ricollegata idealmente alla Roma antica pagana.
Cosa legava Giuseppe Mazzini agli interessi del governo Britannico?
De Leonardis: Proprio per sfruttare le reazioni alla “Papal
Aggression” Mazzini fondò l’associazione dei Friends of Italy.
A differenza di Garibaldi, egli però non godeva delle simpatie
popolari né i suoi metodi e le sue idee erano approvati dalla
maggioranza dei liberali, che lo consideravano, come scrive lo storico
Noel Blakiston, “un fanatico accecato, un assassino, un cospiratore
che si teneva subdolamente nell’ombra”.
Che ruolo ha svolto la Massoneria britannica nel tentativo di
cancellare il Papato da Roma?
De Leonardis: La Massoneria britannica non è brutalmente
anti-religiosa come quella dei Paesi latini. Era ed è però
strettamente legata al Protestantesimo più liberale e quindi
anticattolica. In particolare la Massoneria britannica sostenne
propagandisticamente e con ingenti fondi le imprese di Garibaldi
Che cosa pensa del Convegno organizzato dall'UER, e quali sono le
prospettive della Facoltà di Storia che sta nascendo?
De Leonardis: Il Convegno è un' importante occasione per rileggere con
rigore scientifico ed in una sede accademica le vicende del
Risorgimento, dopo che negli scorsi anni tante ricerche ne hanno messo
in nuova luce il carattere anti-cattolico.
La nuova Facoltà di Storia dell’UER dovrebbe dare finalmente spazio
ad una visione cattolica della storia. Dovrà farlo sia affidandosi a
Docenti di consolidato valore scientifico sia favorendo l’ascesa di
giovani ricercatori che non troverebbero forse spazio in contesti
accademici ostili al Cattolicesimo. Dovrà essere una Facoltà di
studiosi seri, impegnati nella ricerca e nella didattica, motivati dai
lori ideali, ma senza dogmatismi.
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[Fonte: Zenit.org 16 maggio 2005]
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