La "Chiesa Madre" di
Gerusalemme, con la sua grande diversità, offre
alla nostra riflessione il tema tratto dagli
Atti degli Apostoli: "Essi ascoltavano con
assiduità l'insegnamento degli apostoli,
vivevano insieme fraternamente, partecipavano
alla Cena del Signore e pregavano insieme" (At
2, 42).I testi del materiale per la Settimana
di preghiera per l'unità dei cristiani, che sono
stati preparati dal gruppo locale, enfatizzano
l'urgenza della preghiera di Gesù per l'unità:
"che tutti siano una cosa sola [...] così il
mondo crederà" (Gv 17, 21). L'unità è
rappresentata dagli aspetti essenziali che sono
citati nel testo chiave della Settimana:
l'insegnamento degli apostoli, il radunarsi in
comunione o koinonia, lo spezzare il pane e la
preghiera. Questi elementi costituiscono un
marchio di autenticità che dalla prima comunità
– radunata il giorno di Pentecoste e inviata poi
in tutto il mondo per condividere la morte
salvifica e la resurrezione di Gesù, offerta
liberamente a tutti – si trasmette come
"continuità nell'apostolicità" in tutte le
comunità nate da essa.
Nel 2010 abbiamo commemorato i grandi
movimenti missionari della cristianità, con la
celebrazione del centenario della Conferenza
missionaria internazionale. In questo anno 2011
le chiese di Gerusalemme ci invitano a meditare
su quella prima grande attività missionaria, per
cui il cuore dell'attività dei seguaci di Gesù
non si rivelò nell'"andare fuori" ma nel
"riunirsi dentro". Essi furono chiamati a
contemplare ciò che era il fulcro della loro
fede, esemplificato nel modo in cui gli apostoli
sprigionarono la forza delle parole e delle
azioni di Gesù e come queste furono espresse nel
loro insegnamento, e nel modo in cui essi
vivevano e celebravano ciò che fu compreso come
l'essenza dell'essere un discepolo di Cristo.
Al cuore dell'evento di Pentecoste
esemplificato in Atti 2, vi è un "capovolgimento
dall'interno verso l'esterno" dell'esperienza
del mondo fino a quel momento. La divisione
creata dall'esperienza della torre di Babele
dove i popoli furono dispersi dalla confusione
delle loro lingue, è superata dal dono dello
Spirito Santo che rende comprensibile il
messaggio degli apostoli nei vari idiomi, ma
ancor più, la divisione è superata dall'unico
linguaggio parlato e messo in pratica da Gesù,
il linguaggio dell'amore, parlato e compreso da
tutti. La preghiera di Gesù alla vigilia della
sua morte è per l'unità di coloro che credono in
lui, ed è, inoltre, una riflessione sulle sue
stesse parole: "da questo tutti sapranno che
siete miei discepoli: se vi amate gli uni gli
altri" (Gv 13, 35).
L'amore di cui Cristo ha parlato è un amore
di umile servizio gli uni agli altri.
Radicalmente legato alla Parola di Dio fatta
carne, questo servire è un servire alla verità
della salvezza offerta da Dio ad ogni persona.
Ecco perché le chiese di Gerusalemme ci
ricordano l'esortazione di Paolo a vivere da
riconciliati, che significa da redenti e uniti a
Dio e, perciò, gli uni agli altri. Questa
riconciliazione deve essere vissuta quale shalom
di Dio, che, attraverso ciascuna delle nostre
comunità, viene offerta al mondo. Di fronte alla
precaria situazione dei cristiani in questa
parte del mondo, c'è un urgente bisogno di
preghiera per l'unità durante tutto l'anno che
viene. Questa unità non è uniformità, ma una
vita vissuta in modo autenticamente cristiano
che diventa una sinfonia di diversità perché
l'unico Spirito continua a comporre la partitura
della lode a Dio.
Invitiamo tutti i cristiani in Italia ad
unire le loro voci nella lode a Dio Trinità
elevando la loro preghiera per l'unità dei
cristiani in tutto il mondo, ma soprattutto
nella nostra terra. Noi, come quei primi
cristiani, abbiamo bisogno di continuare a
pregare insieme per il dono dell'unità, che dà
grande speranza al mondo, per la pacifica
convivenza dei popoli e la pace nell'universo;
così facendo anche noi saremo trasformati da
questa preghiera, e a mano a mano ciò per cui
preghiamo si realizzerà nel nostro stesso
essere. Saremo rafforzati da questa preghiera e
mossi ad incarnare la pace che sgorga da essa.
Come responsabili di comunità cristiane qui
in Italia, affidiamo a ciascuno di voi
individualmente e collettivamente, la
partecipazione alla preghiera dell'unità per i
cristiani durante tutto l'anno, cosicché la
nostra testimonianza possa, come quella dei
primi cristiani, essere visibile e costituire un
modo di essere obbedienti alla preghiera di Gesù
"che tutti siano una cosa sola" (Gv 17, 21).