1. Il tema proposto quest'anno per la Settimana
di preghiera per l'unità dei cristiani
costituisce il fondamento della Chiesa e la
promessa che dona vita a ciascuna delle
manifestazioni della vita spirituale e
liturgica. I testi sono stati preparati da un
gruppo ecumenico di Dublino. Significativamente
l'Irlanda ricorre con una certa frequenza tra i
gruppi che preparano i testi per la Settimana
(in precedenza era successo nel 1983 e nel
1994). Si tratta di un paese in cui la preghiera
per l'unità dei cristiani è premessa della
preghiera per la pace e per la riconciliazione
della società. Il testo prescelto offre la
promessa personale di Cristo: Egli sarà con chi
si riunirà nel suo nome ed è il garante
dell'unità, della pace e della riconciliazione.
2. Il contesto in cui si
situa nel vangelo di Matteo il versetto che è
al centro della nostra riflessione non è
tranquillizzante. Nel passo precedente si parla
della riprensione del peccatore; quello
successivo è la nota parabola del servo
malvagio: chi non perdona al proprio fratello
non sarà perdonato da Dio. Ma al centro c'è la
promessa rassicurante di Gesù: se due
pregheranno insieme saranno esauditi, se due o
tre si riuniranno nel suo nome, Cristo stesso
sarà in mezzo a loro. Poco prima nel vangelo di
Matteo avevamo trovato la parabola della pecora
smarrita, l'esaltazione del valore che ha per
Dio ogni singola creatura. Il pastore lascia le
novantanove pecore per andare a cercare quella
che si era smarrita e il Padre che è nei cieli
non vuole che vada smarrito uno solo di questi
piccoli. Ogni essere umano è caro al Padre,
ognuno ha valore in se stesso. Ma se gli esseri
umani, anche solo due o tre, si mettono insieme
formano qualche cosa di più della somma di
alcune individualità: formano una comunità e
la comunità riceve da Gesù promesse diverse da
quelle rivolte ai singoli. Il testo di Matteo fa
riferimento nei versetti precedenti all'Antico
Testamento. Scrive il Deuteronomio (19, 15):
"La testimonianza di una sola persona non
basta per far condannare chi ha commesso un
delitto, un crimine o qualsiasi altra colpa.
L'accusa dovrà essere provata da due o tre
testimoni". Due o tre testimoni servono per
condannare un delitto o per certificare un
fatto. Il discorso di Gesù prosegue evocando l'esaudimento
delle preghiere e la formazione di una comunità.
E seguitando nel riferimento all'Antico Patto,
Gesù richiede due o tre persone per formare una
comunità di cui Egli stesso è parte.
3. Per formare una tale
comunità, il piccolo gruppo deve manifestare
una fede sincera. I suoi membri devono essere
dei "testimoni", secondo il paragone
che Gesù ha citato poco prima. I due o tre
devono essere riuniti "nel suo nome" o
"per celebrare il suo nome", secondo
le traduzioni. E' una assemblea di preghiera, di
culto, nel nome del Salvatore. Non è rivolta a
cercare un risultato immediato e tangibile,
qualche cosa che il mondo possa apprezzare, ma
ad adorare e ad umiliarsi davanti a Dio. Eppure,
a quei due o tre è attribuito un potere enorme:
le loro preghiere saranno accolte e il Figlio di
Dio stesso sarà con loro. Nessuna forza umana
può essere così grande come quella che deriva
dall'essere riuniti insieme nel segno della
fede. Ma due o tre non sono certo una grande
massa di gente. Gesù Cristo non si rallegra dei
grandi successi mediatici. Quando è accolto
festosamente a Gerusalemme da una grande folla,
sa bene che pochi giorni dopo, durante la
passione, resterà solo. E la massa della gente
chiederà la sua morte. Non sono le folle, le
grida della moltitudine ad essere esaudite, ma
la preghiera sincera anche di due o tre che sono
riuniti nel suo nome. La Chiesa ha un compito
missionario, deve portare il messaggio di Cristo
a tutti gli uomini. Ma il centro della Chiesa è
quando anche solo due o tre sono riuniti nel suo
nome. E Cristo è con loro.
4. Due o tre persone
rappresentano una pluralità. Ma rappresentano
anche la diversità. Non tutti gli esseri umani
sono uguali, anzi non ce ne sono mai due
perfettamente uguali, nel corpo e nello spirito.
Il bello dell'umanità è proprio nella diversità:
di sesso, di colore, di razza. Due o tre persone
sono diverse una dall'altra. In questo modo
rappresentano una sintesi di tutte le diversità
che ci sono nel mondo. Gesù è in mezzo ai
diversi che sono riuniti nel suo nome, non
richiede che preventivamente la comunità sia
uniformata, eliminando forzosamente le
differenze per attenderlo. E' Gesù stesso ad
unificare le differenze, l'unità viene come
dono del Signore, ma è una unità che mantiene
e rispetta le diversità che ci sono tra gli
esseri umani.
5. Sebbene la divisione fra i cristiani sia
una dolorosa realtà, la pluralità di
tradizioni delle chiese cristiane è invece un
dono. Come tante persone diverse hanno
sensibilità e doni differenti, così tante
espressioni diverse della fede in Cristo sono
una ricchezza. Ma la parola che ci giunge in
questa Settimana di preghiera ci fornisce un
invito pressante di Cristo: non pregate da soli!
Vale per le persone, ma vale anche per le
comunità e per le diverse espressioni della
Chiesa del Signore. E' bello che ciascuna
preghi, nella sua lingua e nei modi che le sono
consueti. Ma la promessa di Cristo è anche un
invito: mettetevi d'accordo, due o più comunità,
e la vostra preghiera sarà esaudita dal Padre
che è nei cieli. Riunitevi insieme, tante realtà
diverse, per invocare il mio nome e sarò in
mezzo a voi. L'invito di Gesù agli uomini è di
riunirsi per pregare, per adorare; ma è anche
un invito a gruppi di persone, per evitare che
ciascuno si chiuda in se stesso e porti, insieme
con altri, la sua testimonianza. Come nella
legge dell'Antico Testamento, una testimonianza
è attendibile quando è portata da più
testimoni.
6. Tanti gruppi di
cristiani sono riuniti nel mondo per invocare il
nome di Gesù. Quanto la vocazione di ciascuno
sia sincera, spetta a Dio giudicare. Ma certo lo
spirito non è quello della competizione tra
Elia e i profeti di Baal (1 Re, 18), in cui
ciascuno vuole vedere il proprio sacrificio più
gradito. Piuttosto, noi vogliamo che gli
abitanti di tutta la terra si uniscano per
cantare all'Eterno un cantico nuovo, per
raccontare la sua gloria a tutte le nazioni e le
sue meraviglie tra tutti i popoli (Sal 96, 1-3).
Allora non saranno due o tre riuniti nel suo
nome, ma tutti i popoli della terra. E, secondo
la sua promessa, Cristo sarà con loro.
"Amen! Vieni, Signore Gesù!" (Ap 22,
20).