...da Avvenire del 23 Agosto 2001 

IL LIBRO Il teologo Maffeis: cambia lo scenario, ma il cammino è irreversibile
«Questo è il tempo della pazienza»


Gianni Santamaria




Tempi lunghi, avvento di una nuova generazione rispetto a quella che ha condotto il dialogo ecumenico negli ultimi decenni, il riaffermarsi delle identità delle Chiese. Sono - per il giovane teologo bresciano Angelo Maffeis - elementi che non si possono eludere per un giudizio sereno sullo "stato della questione" ecumenica e sui suoi possibili sviluppi verso l'approdo finale auspicato: l'unità. Per far sì, insomma, che il dialogo non diventi «una pratica inconcludente, cioè una sorta di astuzia che permette di dialogare senza fine, sotto una parvenza di impegno ecumenico, senza essere disposti a un effettivo cambiamento».

Docente presso la Facoltà teologica dell'Italia settentrionale, Maffeis partecipa ai più alti livelli al dialogo ecumenico: è membro della commissione «Fede e costituzione» del Consiglio ecumenico delle Chiese e in particolare si occupa del dialogo con il luterani. In un libro intervista, Le vie dell'unità (nella serie «Dieci teologi interpretano l'ultimo secolo», Piemme, pagine 78, lire 12mila) fa un bilancio tra aspettative e delusione del cammino verso l'unità. È il capitolo centrale del volume, che tocca questioni di storia del movimento ecumenico, di metodo teologico e di prassi ecclesiale (come far "passare" i contenuti degli accordi raggiunti nella vita delle Chiese).

«Se ci si riferisce a quello che è cambiato nella Chiesa cattolica negli ultimi 35 anni, allora credo che sia necessario riconoscere che molto è cambiato», nota il sacerdote. Di fronte agli obiettivi alti indicati dal Concilio, va però anche detto, aggiunge, che molte aspettative «sono andate deluse».

Alti e bassi, dunque, che dipendono da punti di vista e metri di giudizio adottati. Realisticamente lo studioso nota che «processi secolari, come sono quelli della divisione e della sua sedimentazione, non si possano comprendere nei limiti di pochi decenni». 

Inoltre, «c'è un cammino di recupero della fiducia reciproca che è inevitabilmente lungo. Occorre avere un respiro dilatato nel tempo per immaginare risultati che siano stabili». In più, nel mutamento del clima negli ultimi trent'anni, c'è un elemento che non va sottaciuto. È in corso una «fase di riaffermazione delle identità delle confessioni». 

Un fenomeno pluriforme nelle sue cause. Tra esse il teologo individua il ricambio generazionale in corso. «Infatti coloro che hanno prodotto il cambiamento di atteggiamento nei confronti dell'ecumenismo stanno concludendo il loro percorso. Ora si sta inserendo una nuova generazione. È un'esperienza che faccio con gli studenti di teologia di oggi, per i quali l'ecumenismo è un fatto scontato. E quindi, mentre nel passato si è percorso il cammino dall'identità all'apertura ecumenica, oggi si sta affermando un itinerario contrario». 

Maffeis invita, comunque, alla fiducia. Il fenomeno «non può annullare quanto accaduto in passato».

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