“Uniti
nell'insegnamento degli apostoli, nella
comunione,
nello spezzare il pane e nella preghiera”
(cfr.
Atti 2, 42)
La Chiesa in
Gerusalemme, ieri, oggi, domani
Duemila
anni fa i primi discepoli di Cristo riuniti a
Gerusalemme, vissero l'esperienza dell'effusione
dello Spirito Santo a Pentecoste, e furono uniti
insieme come corpo di Cristo. In quell'evento i
cristiani di ogni tempo e di ogni luogo
riconoscono la propria origine come comunità di
credenti, chiamati insieme a proclamare Gesù
Cristo Signore e salvatore. Nonostante quella
chiesa di Gerusalemme avesse dovuto affrontare
delle difficoltà, sia interne che esterne, i
suoi membri perseverarono in fedeltà e
comunione, nello spezzare il pane e nella
preghiera.
Non è
difficile vedere come la situazione dei primi
cristiani nella Città Santa rispecchi quella
della chiesa di Gerusalemme oggi. L'attuale
comunità, infatti, rivive molte delle gioie e
dei dolori della prima chiesa: ingiustizie e
disuguaglianze, divisioni, ma anche fedele
perseveranza e riconoscimento di una più vasta
unità fra i cristiani.
Le
chiese di Gerusalemme oggi ci offrono una
visione di che cosa significhi lottare per
l'unità, malgrado grandi problemi. Esse ci
mostrano che l'anelito all'unità può essere più
che semplici parole, e, in realtà, può
orientarci verso un futuro di impegno concreto
in cui anticipiamo la Gerusalemme celeste.
Ci vuole
senso della realtà per realizzare questa idea.
La responsabilità delle nostre divisioni resta
nostra, esse sono il risultato delle nostre
azioni. Quando preghiamo dobbiamo chiedere a Dio
di cambiarci, di convertirci per lavorare
attivamente per l'unità. Siamo disposti a
pregare per l'unità, ma la sola preghiera non
può sostituire l'azione concreta per l'unità.
Non siamo forse noi stessi un impedimento
all'azione dello Spirito Santo perché siamo noi
l'ostacolo all'unità? Non è forse la nostra
stessa bramosia che blocca l'unità?
La
chiamata all'unità quest'anno giunge alle chiese
di tutto il mondo da Gerusalemme, la chiesa
madre. Memori delle proprie divisioni e
dell'urgenza di fare di più per l'unità del
corpo di Cristo, le chiese di Gerusalemme
esortano tutti i cristiani a riscoprire i valori
che tennero uniti i primi cristiani di
Gerusalemme, quando essi rimasero fedeli
all'insegnamento degli apostoli, alla comunione
fraterna, allo spezzare il pane insieme e alla
preghiera. Questa è la sfida che si pone innanzi
a noi. I cristiani di Gerusalemme invitano i
loro fratelli e le loro sorelle a rendere questa
Settimana di preghiera un'occasione per un
rinnovato impegno a lavorare per un ecumenismo
genuino, fondato sull'esperienza della prima
chiesa.
Quattro elementi di
unità
La
preghiera per la Settimana dell'unità dei
cristiani 2011 è stata preparata dai cristiani
di Gerusalemme, che hanno scelto come brano la
pericope degli Atti degli Apostoli 2, 42-47, da
cui il tema della Settimana che riprende il
primo versetto: "Essi ascoltavano con assiduità
l'insegnamento degli apostoli, vivevano insieme
fraternamente, partecipavano alla Cena del
Signore e pregavano insieme". È un richiamo alle
origini della prima chiesa in Gerusalemme che
ispira al rinnovamento e al ritorno all'essenza
della fede; è una chiamata a rivivere il tempo
in cui la Chiesa era ancora unita. All'interno
del tema vengono presentati quattro elementi
peculiari della comunità cristiana originaria,
ed essenziali alla vita di ogni comunità
cristiana, ovunque essa si trovi. In primo luogo
la parola, che era trasmessa dagli apostoli; in
secondo luogo la comunione (koinonia), che era
una caratteristica dei primi credenti
ogniqualvolta si riunivano insieme; in terzo
luogo, anch'esso segno distintivo della prima
chiesa, la celebrazione eucaristica (lo spezzare
il pane), che ricorda la nuova alleanza
inaugurata da Gesù con la sua sofferenza, morte
e resurrezione; in quarto luogo l'offerta di una
incessante preghiera. Questi quattro elementi
costituiscono i pilastri della vita della Chiesa
e della sua unità.
La
comunità cristiana della Terra Santa desidera
mettere in rilievo questi elementi basilari,
mentre eleva a Dio la preghiera per l'unità e la
vitalità della Chiesa in tutto il mondo. I
cristiani di Gerusalemme invitano le loro
sorelle e i loro fratelli nel mondo ad unirsi in
preghiera mentre essi lottano per la giustizia,
la pace e la prosperità per tutti i popoli del
loro territorio.
I temi degli otto
giorni
È
possibile ravvisare un itinerario di fede
attraverso la successione dei temi degli otto
giorni. Dagli inizi nel cenacolo, la comunità
cristiana sperimenta l'effusione dello Spirito
Santo, che la rende capace di crescere nella
fede e nell'unità, nella preghiera e
nell'azione, così da divenire davvero una
comunità di resurrezione, unita in Cristo, nella
sua vittoria su tutto ciò che divide gli uni
dagli altri e da lui. La chiesa di Gerusalemme
diviene poi, a sua volta, un faro di speranza,
un pegno della Gerusalemme celeste chiamata a
riconciliare non soltanto le chiese, ma tutti i
popoli. Questo itinerario è guidato dallo
Spirito Santo che porta i primi cristiani alla
conoscenza della verità su Gesù Cristo, e che
dona alla chiesa primitiva segni e prodigi per
lo stupore di molti. Mentre proseguono nel loro
viaggio, i cristiani di Gerusalemme si
riuniscono con devozione per ascoltare la parola
di Dio trasmessa dall'insegnamento degli
apostoli e si radunano insieme nella comunione
di fede, espressa nello spezzare il pane e nella
preghiera. Rivestita dalla potenza e colma della
speranza della resurrezione, la comunità celebra
la sua sicura vittoria sopra il peccato e la
morte tanto da avere il coraggio e la
convinzione di essere essa stessa uno strumento
di riconciliazione, capace di ispirare e sfidare
tutte le genti a superare le divisioni e
l'ingiustizia che le opprimono.
Il primo
giorno espone il contesto della chiesa madre di
Gerusalemme, evidenziando la sua continuità con
la Chiesa di oggi in tutto il mondo. Ci ricorda
il coraggio della prima chiesa e la sua ferma
testimonianza alla verità, proprio nel momento
in cui abbiamo bisogno di operare per la
giustizia a Gerusalemme e nel resto del mondo.
Il secondo giorno richiama il fatto che la prima
comunità riunita a Pentecoste era costituita da
persone di diversa origine, proprio come la
chiesa di Gerusalemme oggi presenta una ricca
diversità di tradizioni cristiane. La nostra
sfida oggi è di raggiungere una maggiore unità
visibile in modi che abbraccino le nostre
differenze e le nostre tradizioni. Il terzo
giorno guarda all'essenziale dell'unità: la
parola di Dio consegnata attraverso
l'insegnamento degli apostoli. La chiesa di
Gerusalemme ci ricorda che, qualsiasi siano le
nostre divisioni, quell'insegnamento ci rivolge
il pressante invito a dedicarci gli uni agli
altri nell'amore e a darci all'unico corpo di
Cristo, che è la Chiesa, nella fedeltà. Il
quarto giorno sottolinea la condivisione come il
secondo elemento dell'unità. Proprio come i
primi cristiani che tenevano tutto in comune, la
chiesa di Gerusalemme chiama tutti i fratelli e
le sorelle nella chiesa a condividere i beni e a
portare i pesi gli uni degli altri con cuore
lieto e generoso, cosicché nessuno sia nel
bisogno. Il quinto giorno focalizza il terzo
elemento di unità: lo spezzare il pane, che ci
unisce nella speranza. La nostra unità va oltre
la Santa Comunione, deve includere il giusto
atteggiamento etico verso la persona umana e
verso l'intera comunità. La chiesa di
Gerusalemme raccomanda a noi cristiani di unirci
nello spezzare il pane oggi, perché una chiesa
divisa non può parlare con autorità su questioni
riguardanti la giustizia e la pace. Il sesto
giorno presenta il quarto carattere dell'unità.
Insieme alla chiesa di Gerusalemme traiamo forza
dal tempo trascorso in preghiera. In modo
particolare, la preghiera del Signore chiama
tutti noi, a Gerusalemme e in tutto il mondo,
deboli e potenti, a lavorare insieme per la
giustizia, la pace e l'unità affinché venga il
regno di Dio. Il settimo giorno ci porta aldilà
dei quattro elementi di unità, perché la chiesa
di Gerusalemme gioiosamente proclama la
resurrezione anche quando porta il peso della
croce. La resurrezione di Gesù è per i cristiani
di Gerusalemme oggi speranza e forza che li
rende capaci di rimanere costanti nella loro
testimonianza, nell'agire per la libertà e la
pace nella città della pace. L'ottavo giorno
conclude il nostro percorso con l'invito rivolto
dalle chiese di Gerusalemme ad un più ampio
servizio alla causa della riconciliazione. Anche
se i cristiani raggiungessero l'unità fra di
loro, la loro opera non sarebbe completa poiché
essi si devono riconciliare con gli altri. Nel
contesto di Gerusalemme ciò significa
Palestinesi e Israeliani, in altre comunità i
cristiani sono chiamati a perseguire la
giustizia e la riconciliazione nel loro
contesto.
Il tema
per ogni giorno è stato scelto, perciò, non solo
per ricordare a noi la storia della prima
chiesa, ma anche per richiamare l'esperienza dei
cristiani nella Gerusalemme di oggi, e per
invitarci a riflettere su come possiamo portare
tale esperienza nella vita delle nostre comunità
cristiane nel loro contesto. Durante questo
itinerario di otto giorni, i cristiani di
Gerusalemme ci invitano a proclamare e
testimoniare che l'unità – nel suo senso pieno
di fedeltà all'insegnamento degli apostoli, di
comunione, dello spezzare il pane insieme e
della preghiera – ci consentirà di vincere
insieme il male, non solo a Gerusalemme ma in
tutto il mondo.
La preparazione del
materiale per la Settimana di preghiera per
l'unità dei cristiani 2011
Il lavoro iniziale che
ha portato alla pubblicazione di questo
materiale è stato effettuato da un gruppo di
responsabili di comunità in Gerusalemme, che si
sono incontrati su invito del Consiglio
ecumenico delle chiese, il loro lavoro è stato
facilitato dal Jerusalem Inter-Church Centre.
Desideriamo sentitamente ringraziare quanti
hanno collaborato:
- Sua Beatitudine Michel
Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei
Latini
- Sua Grazia, Munib
Younan, Vescovo, Chiesa Evangelica Luterana di
Giordania e diTerra Santa (Evangelical Lutheran
Church in Jordan and the Holy Land)
- Rev. Naim Ateek,
Chiesa Episcopale di Gerusalemme e del Medio
Oriente (Episcopal Church in Jerusalem and the
Middle East)
- Rev. Francis Bouwen,
Chiesa Cattolica (Roman Catholic Church)
- Fr. Alexander,
Patriarcato Greco-Ortodosso di Gerusalemme (Greek
Orthodox Patriarchate of Jerusalem)
- Fr. Jamal Khader,
Università di Betlemme
- Mr. Michel Bahnam,
Patriarcato Siro-Ortodosso di Antiochia (Syrian
Orthodox Patriarchate of Antioch)
- Ms. Nora Karmi, Chiesa
Armena-Ortodossa (Armenian Orthodox Church)
- Mr. Yusef Daher,
Chiesa Cattolica Greco-Melkita (Greek Catholic
Melkite Church).
I testi
proposti sono stati redatti nella loro stesura
finale, durante una riunione della Commissione
preparatoria internazionale nominata dal
Consiglio ecumenico delle chiese e dal
Pontificio consiglio per la promozione
dell'unità dei cristiani della Chiesa Cattolica.
L'incontro della Commissione preparatoria
internazionale si è svolto presso il Monastero
di san Cristoforo a Saydnaya, in Siria. I
partecipanti desiderano estendere il loro
ringraziamento a Sua Beatitudine Ignazio IV,
Patriarca Greco-Ortodosso di Antiochia e al suo
Staff a Damasco e a Saydnaya, per la calorosa
accoglienza e la generosa ospitalità, e inoltre
ai responsabili di chiese di varie tradizioni
cristiane, per il loro sostegno e
incoraggiamento.