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Al Sinodo interviene l'ortodosso Bartolomeo: «Un evento storico»

[Testo integrale dell'intervento del Patriarca]
 

Sotto il grande Giudizio universale di Michelangelo per la prima volta un Patriarca di Costantinopoli, prima tra tutti i patriarchi della Chiesa ortodossa, prende la parola davanti al Papa. Non era mai accaduto dallo scisma del 1054. Bartolomeo I è il primo ortodosso a parlare al Sinodo dei vescovi cattolici e lo fa nell'anno dedicato a San Paolo, apostolo di una Chiesa indivisa. E quello che ha pronunciato ieri nella Cappella Sistina è un vero e proprio intervento davanti al Sinodo, segno della grande attenzione che Benedetto XVI ha voluto riservare al suo ospite.

Bartolomeo ha definito il suo intervento «un evento storico» e ha espresso l'auspicio di arrivare alla «piena unità» tra ortodossi e cattolici, superando le divergenze attuali per convergere «pienamente sul ruolo della primazia e sulla sinodalità nella vita della Chiesa». Il Patriarca ha misurato bene le parole, perché conosce le divisioni nel mondo ortodosso. Non tutti, soprattutto il Patriarcato di Mosca, sono contenti del dialogo sempre più serrato di Bartolomeo alla Chiesa di Roma e alla Santa Sede.

a scorsa settimana nella riunione panortodossa tenuta al Fanar di Istanbul, al di là di un'unità esibita davanti ai media, non sono mancate discussioni. E non è neppure sicuro che si terrà entro il 2009, come vorrebbe Bartolomeo, il Sinodo panortodosso, a cui il Patriarca tiene sommamente, e sul quale invece ci sono resistenze di Mosca, che rivendica per sé il ruolo di primo attore. Tutto in attesa del Concilio panortodosso di cui si parla da quasi tre decenni, ma di cui non vede per ora alcuna prospettiva. In questi mesi Bartolomeo ha messo a segno due importanti gesti, per ribadire la leadership del Fanar nell'ortodossia. Prima il viaggio in Ucraina, dove gli ortodossi sono divisi e dove Mosca ha perso il suo peso dopo la fine dell'Unione sovietica, e adesso la partecipazione al Sinodo. Il Patriarca ha parlato in inglese durante la celebrazione dei Vespri. Sedeva a sinistra dell'altare della Sistina, il Papa a destra. Davanti tutti i padri sinodali. Ha proposto una lunga analisi nella quale ha posto come pilastri dell'impegno nella storia la Parola e l'Eucarestia.

Il Papa alla fine lo ha ringraziato, confermando che essere «ascoltatori della Parola di Dio» significa «con realismo cristiano» affrontare «le sfide le nostro tempo»: «Bisogna andare al cuore dalle Sacre Scritture, mettere la Parola nelle parole e aprire così gli occhi sul nostro mondo, sulla realtà di oggi». Poi Benedetto XVI ha rilevato che i Padri della Chiesa orientale citati da Bartolomeo sono anche i Padri della Chiesa cattolica, e dunque «non possiamo che essere fratelli». Bartolomeo ha centrato il suo discorso su tre sfide, che vanno affrontate insieme: la povertà, il razzismo e la lotta al fondamentalismo. Ha osservato che «come discepoli di Cristo è oggi più imperativo che mai fornire un'unica prospettiva sulla necessità di sradicare la povertà, promuovere equilibri nel mondo globale, combattere il fondamentalismo e il razzismo e sviluppare la tolleranza religiosa in un mondo conflittuale». Il Patriarca ha anche ammonito che «l'ingiustizia sociale, la guerra e l'inquinamento sono il risultato della nostra infedeltà alla Parola di Dio».
Al. Bo.


© Copyright Eco di Bergamo, 19 ottobre 2008

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