Il Papa in Turchia:
si aspetta l'invito del governo

È data ormai per certa la visita di Benedetto XVI a Istanbul a fine novembre. Dopo l’invito del patriarca ecumenico Bartolomeo I, si attende quello del governo. Al centro del viaggio l’ecumenismo, ma anche i rapporti tra Turchia e Europa.


“Per il momento l’agenda del papa non prevede viaggi, ma non è detto che qualcosa non possa cambiare tra 15 giorni od oltre”. Così a Colonia il direttore della sala stampa della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls, rispondeva alla domanda di un giornalista. Una dichiarazione diplomatica che non escludeva alcuna ipotesi su possibili nuovi viaggi del pontefice.

In effetti, in queste ore si sta lavorando concretamente per portare Benedetto XVI a Istanbul, in Turchia. Una visita pastorale che accoglie l’invito del patriarca ecumenico Bartolomeo I, in occasione delle celebrazioni della festa di Sant'Andrea, il 30 novembre prossimo. Stando alle dichiarazioni del portavoce della chiesa ortodossa Dositeos Anagnostopoulos, l’invito era arrivato in Vaticano a maggio, subito dopo l’elezione di Benedetto XVI. A quanto si apprende, il papa sarebbe pronto a partire, ma allo stato attuale manca ancora l’invito del governo turco, una condizione necessaria per qualsiasi spostamento di un pontefice fuori dal Vaticano.

Il passo ufficiale dovrebbe avvenire tra breve, anche perché fonti governative di Ankara hanno fatto sapere che stanno aspettando dettagli più precisi circa il viaggio papale. È certo che anche in un’ottica politica, la presenza di Benedetto XVI avrebbe un significato importante, specie per capire se le posizioni dell’allora cardinale Ratzinger contro l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, saranno in qualche modo confermate attraverso un cambiamento della linea diplomatica di sostanziale neutralità mantenuta negli ultimi anni in materia dalla Segreteria di Stato. A riguardo, non è una caso che a Colonia, durante l’udienza del papa ai rappresentanti di alcune comunità islamiche, Ridvan Cakir, presidente dell'Unione islamo-turca di Germania, abbia chiesto al pontefice di mettere una buona parola per l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, una scelta per favorire il dialogo tra cristianesimo e islam.

A livello ecumenico, invece, il viaggio segnerebbe una nuova tappa nella ricerca dell’unità, anche perché papa Ratzinger può vantare un’antica amicizia con il principale teologo del patriarcato, Ioannis Zizioulas, metropolita di Pergamo. Zizioulas e Ratzinger hanno deciso di far riprendere in autunno i lavori della Commissione del dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, decisa propria da Giovanni Paolo II nel suo viaggio in Turchia del 1979. E sul nodo del primato petrino, hanno elaborato da tempo un ragionevole punto di incontro, alla luce dell’assioma: “Dove c’è l’eucaristia c’è la Chiesa”.

L’annuncio ufficiale del viaggio dovrebbe dunque dovrebbe essere questione di giorni, al massimo di qualche settimana e secondo alunne indiscrezioni giornalistiche, dovrebbe svolgersi nell’arco di tre giorni, dal 28 al 30 novembre: un lasso di tempo significativo che potrebbe essere riempito con gesti e parole capaci di lasciare il segno.
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[Fonte: Korazim.org 30 agosto 2005]

v. anche:  
Il papa agli ortodossi,
29 giugno 2005
Solennità di Pietro e Paolo, festa dell'unità della Chiesa, 29 giugno 2005
Visita in Vaticano del Patriarca ecumenico di Costantinopoli giugno 2004


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