La Bibbia e l'Europa in una riflessione del Card Carlo Maria Martini

"Non rinchiudiamoci in una fortezza europea, specie oggi quando, con l'adesione di dieci nuovi Paesi all'Unione, è riapparso un poco di euro-ottimismo". È stato questo l'auspicio del card. Carlo Maria Martini (77 anni) nel corso di una recente conferenza a in diocesi di Milano della quale è stato arcivescovo per 22 anni.

Nella bibbia le motivazioni per un grande popolo europeo. "Libro del passato dell'intera storia europea, 'grande lessico da cui hanno attinto le letterature', come diceva Paul Claudel, 'alfabeto colorato della speranza', secondo il pittore Marc Chagall, ma anche libro del presente, luce per il vivere quotidiano e forza per superare le difficoltà", ha ricordato l'arcivescovo emerito di Milano che, tuttavia, ha aggiunto, citando più volte Giovanni Paolo II: "Solo un'Europa che non rimuova, ma riscopra le proprie radici cristiane potrà essere all'altezza delle grandi sfide del terzo millennio, la pace, il dialogo tra le culture e le religioni, la salvaguardia del creato. 

La Sacra Scrittura è allora anche il libro del futuro dell'Europa, perché nelle sue pagine riconosceremo sempre di più le nostre radici e vi potremo trovare le motivazioni per camminare insieme come grande popolo europeo". "Proprio l'Europa che ha lasciato dietro di sé le guerre dei secoli passati e ha imparato a conoscerne l'inutilità e la violenza distruttiva può e deve essere per gli altri continenti promotrice e garante di pace. Una pace fragile e sempre da rimettere in cantiere, ma la sola possibile, a livello sociale e politico, in questo mondo".

verso una collaborazione ecumenica… Delineando un quadro internazionale nel quale "l'Europa, con l'accesso all'Ue dei nuovi membri, è più grande e più forte, ma anche dove ciò avviene in una situazione di sofferenza, di pericolo e di crescenti paure per il moltiplicarsi di atti di terrorismo", Martini ha definito il significato della sfida che tali condizioni pongono alla Chiesa: "Riusciremo in questo mondo a coabitare come diversi senza distruggerci a vicenda, ma rispettandoci gli uni gli altri? Riusciremo a superare i blocchi e le tensioni che il moltiplicarsi dei conflitti di interesse tra i grandi possessori dei media, la politica e la finanza stanno producendo nel mondo?", ha continuato. 

È a fronte di tutto questo che la Bibbia, "un testo in cui ciascuno può specchiarsi e ritrovarsi", diviene libro del domani del nostro continente. Ma solo a precise condizioni: "Anzitutto si pone in Europa il dovere di una collaborazione ecumenica fraterna e convinta tra tutte le confessioni cristiane. L'unione delle Chiese può essere segno - ha scandito Martini richiamando Paolo VI - di riconciliazione e speranza per l'intero mondo".

…Ed interreligiosa. Fondamentale anche il ruolo che l'Europa può giocare a livello politico internazionale ha suggerito il cardinale, che ha fatto ampio riferimento "al rapporto che lega le Chiese cristiane al popolo ebraico e alla singolarità di Israele nella storia della salvezza che riguarda ogni nazione". "L'Europa è stata la terra nella quale si è consumata la più terribile persecuzione contro gli ebrei con la Shoà e i campi di sterminio. 

L'Europa del futuro dovrà essere contrassegnata da un'amicizia sempre più profonda con il popolo ebraico, riconoscendo le radici comuni che esistono tra cristianesimo ed ebraismo. Il dialogo con il giudaismo sarà fondamentale per la coscienza cristiana e anche per il superamento delle divisioni tra Chiese. E questo soprattutto in un momento in cui sembra crescere nel mondo lo spirito antisemita e in cui Israele sta vivendo un tempo particolarmente drammatico della sua storia. 

Il conflitto che contrappone ebrei e palestinesi non potrà essere superato se non con l'aiuto e attraverso l'assunzione di responsabilità da parte di tutte le grandi nazioni e, in particolare, dell'Unione europea". Ovvio, in questo contesto, anche il riferimento all'Islam con cui "è necessario instaurare un rapporto fraterno e intelligente, per aprirsi a uno scambio che permetta fiducia reciproca e sostenga le forze islamiche dialoganti, pur nella consapevolezza delle divergenze esistenti tra cultura europea e araba". 

Da qui, la conclusione del Cardinale che ha citato il Papa nel documento "Ecclesia in Europa": "Il futuro della Chiesa e la sua missione a favore della società europea sono legati alla conoscenza, alla familiarità e all'amore per la Sacra Scrittura. Sia però ben chiaro che non intendiamo con questo riferirci semplicemente a un libro. Non sarà una formula a salvarci ma la persona vivente di Cristo che ci parla nelle Scritture".
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[Fonte: SIR n.35 del 12.5.2004]

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