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Calcutta. Sr Nirmala Joshi: Gettiamo via le armi della violenza; la religione è opera di pace

In occasione della festa della Beata Teresa di Calcutta, il 5 settembre, la superiora delle Missionarie della carità lancia un appello a tutti gli indiani per interrompere la catena di violenze in atto nell’Orissa. Anche la Conferenza episcopale italiana lancia per il 5 settembre una giornata di preghiera e digiuno come segno di solidarietà ai cristiani perseguitati.
 

Un appello a tutta l’India perché si interrompa la violenza e “l’abuso della religione” è stato lanciato da Sr Nirmala Joshi, superiora delle Missionarie della carità. Nell’appello consegnato ad AsiaNews, la suora, succeduta a Madre Teresa, chiede di “gettare via le armi dell’odio e della violenza” e di “amarci gli uni gli altri” a esempio della Beata Teresa di Calcutta, per costruire in India e nel mondo “la civiltà dell’amore”.

Le parole di Sr Nirmala giungono dopo la serie di violenze scoppiate contro i cristiani nell’Orissa, dopo l’assassinio del radicale indù Swami Laxamananda Saraswati ad opera di un gruppo di maoisti. Finora il bilancio è di almeno 20 morti, centinaia di feriti, 45 chiese incendiate, centri sociali, ostelli, orfanotrofi, ospedali saccheggiati e distrutti, centinaia di case bruciate. Decine di migliaia di fuggitivi sono ancora nelle foreste o in rifugi approntati dal governo locale (v. foto). La suora chiede il riposo eterno per Swami Laxanananda e per i cristiani trucidati, supplicando “fratelli e sorelle” dell’India a “non usare la religione per dividerci” e a non utilizzare la religione come strumento di violenza.

L’appello di sr Nirmala giunge a pochi giorni dalla festa liturgica della Beata Teresa di Calcutta (5 settembre). Per l’occasione, anche la Conferenza episcopale italiana ha deciso di proporre una giornata di preghiera e digiuno “come segno di vicinanza spirituale e solidarietà ai fratelli e alle sorelle tanto duramente provati nella fede”.


Ecco il testo completo dell’appello di Sr Nirmala:

Cari fratelli e sorelle dell’Orissa e di tutta l’India,

non dimentichiamo la nostra vera identità, quali amati figli di Dio, nostro Padre. Siamo fratelli e sorelle uno dell’altro, qualunque sia la nostra religione, razza, cultura o linguaggio, ricchi o poveri. Nulla ci dovrebbe separare.

Soprattutto, non usiamo la religione per dividerci. L’essenza di tutte le religioni è l’amore, l’amore per Dio e l’amore l’uno per l’altro. La violenza in nome della religione è un abuso della religione.

“La religione è un’opera di amore. Non è fatta per distruggere la pace e l’unità. Le opere dell’amore sono opere di pace. Utilizziamo la religione per divenire un solo cuore pieno di amore nel cuore di Dio” (Beata Teresa di Calcutta).

Cari fratelli e sorelle, in nome di Dio e della nostra umanità creata per cose più grandi – amare ed essere amati eternamente, in nome della nostra nazione e della nostra nobile eredità, in nome dei poveri, dei bambini, e di tutti i nostri fratelli e sorelle che soffrono come vittime di queste insensate violenza e distruzione, faccio questo appello:

preghiamo, apriamo le nostre menti e i cuori alla luce alla luce e all’amore di Dio. Gettiamo via le armi dell’odio e della violenza e indossiamo l’armatura dell’amore. Perdoniamoci gli uni gli altri e domandiamo perdono gli uni agli altri per il male che abbiamo fatto gli uni agli altri e giungiamo ad amarci reciprocamente.

Preghiamo per il riposo delle anime di Swami Laxamananda Saraswati e dei suoi collaboratori e di tutti i nostri fratelli e sorelle che hanno perso la loro vita durante queste violenze. Preghiamo gli uni per gli altri e domandiamo alla nostra Madre, la Beata Teresa di Calcutta, di pregare per noi così che possiamo divenire strumenti di Dio, della sua stessa pace, amore e gioia gli uni per gli altri e costruttori della civiltà dell’amore!

Dio vi benedica,

Sr Nirmala Mc
Superiora generale


[Fonte: AsiaNews 2 settembre 2008]

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