Eccellenze,
Carissimi Fratelli in Cristo,
"Grazia a voi e pace da
Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo" (2 Cor 1, 2).
1. È con questo saluto di san
Paolo ai cristiani di Corinto che vi accolgo oggi con gioia, nella speranza di
un futuro di fraternità e di comunione.
Sono profondamente riconoscente a
Sua Beatitudine Christodoulos, Arcivescovo di Atene e di Tutta la Grecia, per
avervi inviati a Roma come messaggeri di pace, dopo l'incontro fraterno che ho
avuto con lui durante il mio pellegrinaggio presso l'Areopago, sulle orme
benedette dell'Apostolo Paolo.
2. La conoscenza personale
reciproca, lo scambio d'informazioni, come pure un franco dialogo sui mezzi per
instaurare relazioni fra le nostre Chiese, costituiscono il requisito
indispensabile per poter progredire in uno spirito di fraternità ecclesiale.
Sono anche la condizione essenziale per mettere in atto una collaborazione che
permetterà ai cattolici e agli ortodossi di offrire insieme una testimonianza
viva del loro patrimonio cristiano comune. Ciò vale soprattutto nella società
di oggi dove l'armonizzazione fra gli stili di vita e il Vangelo sembra scemare,
come sembra anche diminuire il riconoscimento del valore degli insegnamenti
evangelici per ciò che concerne il rispetto dell'uomo, creato a immagine di
Dio, e della sua dignità, come pure la giustizia, la carità e la ricerca della
verità.
3. Nel contesto dell'evoluzione
che caratterizza attualmente il nostro continente, l'ora della collaborazione è
giunta! Tenendo conto della necessità di una nuova evangelizzazione dell'Europa,
che le permetterà di ritrovare pienamente le sue radici cristiane, la
tradizione orientale e quella occidentale, che si fondano entrambe sulla grande
e unica tradizione cristiana e sulla Chiesa apostolica, dovrebbero basarsi sul
carisma luminoso di Massimo il Confessore, che fu una sorta di ponte fra le due
tradizioni, fra l'Oriente e l'Occidente, e che seppe privilegiare la pratica del
sympathos per far fronte alle questioni del mondo. Spetta a noi, anche a
noi, affrontare tali questioni in modo dinamico e positivo e, forti della
speranza che lo Spirito Paraclito infonde in noi, cercare di trovarvi delle
soluzioni.
Il nostro compito è di
trasmettere il patrimonio cristiano che abbiamo ereditato. È dunque sempre più
urgente che i cristiani offrano alla società un'immagine esemplare del loro
comportamento comune radicandosi nella fede; che cerchino insieme di trovare un
rimedio ai gravi problemi etici posti dalle scienze e dalle pratiche che
vorrebbero prescindere da qualsiasi riferimento alla dimensione trascendentale
dell'uomo, o persino negarla. Ciò sottolinea nuovamente, come l'Arcivescovo di
Atene e di Tutta la Grecia e io stesso abbiamo già fatto lo scorso anno, il
nostro dovere di "far il possibile perché siano conservate inviolate le
radici e l'anima cristiana dell'Europa" (Dichiarazione
comune dall'Areopago di Atene, 4 maggio 2001).
4. La Chiesa Ortodossa di Grecia,
per il modo in cui ha preservato la sua eredità di fede e di vita cristiana, ha
una responsabilità particolare in tutto questo. Durante il mio soggiorno ad
Atene, ho ricordato che "il nome della Grecia risuona ovunque venga
predicato il Vangelo... Dall'epoca apostolica fino a oggi, la Chiesa Ortodossa
di Grecia è stata una ricca sorgente dalla quale anche la Chiesa d'Occidente ha
attinto nel campo della liturgia, della tradizione spirituale e dell'ordine
giuridico" (Discorso
all'Arcivescovo di Atene e di Tutta la Grecia, S.B. Christodoulos, 4
maggio 2001). Nella nostra responsabilità, che consiste nel tendere verso quell'ecumenismo
della santità che ci condurrà infine, con l'aiuto di Dio, verso la piena
comunione che non significa né assorbimento né fusione, ma incontro nella
verità e nell'amore (cfr Slavorum apostoli, n. 27), noi dobbiamo
approfondire la nostra collaborazione e lavorare insieme per far risuonare con
forza la voce del Vangelo in questa nostra Europa, dove le radici cristiane dei
popoli devono riprendere vita.
5. In questo periodo che ci
conduce verso la Pasqua, Festa delle Feste, che non potremo purtroppo celebrare
nella stessa data, noi, cattolici e ortodossi, siamo comunque uniti nella
proclamazione del Kerygma della Resurrezione. Questo annuncio che
desideriamo fare insieme darà agli uomini di oggi una ragione per vivere e
sperare; la nostra volontà di ricercare la comunione fra noi potrà così
ispirare alle società civili un giusto modello di convivialità.
6. Ringraziandovi per la vostra
gentilissima visita, vi prego di trasmettere i miei cordiali saluti a Sua
Beatitudine Christodoulos, ai membri del Santo Sinodo e a tutti i fedeli
cristiani della Grecia.
Riprendendo le parole di san
Paolo con le quali si conclude la nostra Dichiarazione comune ad Atene, prego il
Signore affinché guidi il nostro cammino e "possiamo crescere e abbondare
nell'amore vicendevole e verso tutti".
Che la grazia e la pace di Dio vi
accompagnino nella vostra visita e vi permettano di conoscere la carità sincera
e fraterna con la quale la Santa Sede e il Vescovo di Roma vi accolgono!