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Il Papa a Praga. La fede aiuti a guarire le ferite del comunismo
Salvatore Izzo

[Il Papa non è estraneo a chi incontra ma guarda lontano]
 

In un paese secolarizzato qual è la Repubblica Ceca i cattolici debbono comprendersi "come minoranza creativa che ha una eredità di valori che non sono una cosa del passato ma sono una realtà molto viva e attuale e si devono attualizzare, rendere presente nel dibattito pubblico, nella nostra lotta per un concetto vero di libertà e di pace".

È questo il messaggio che Benedetto XVI ha voluto portare a Praga, come ha chiarito conversando con i giornalisti sull'aereo sul quale viaggiava. Ma c'è anche un messaggio che viene da questa terra di "incontro tra culture diverse attraverso i secoli" e che il Pontefice spiega citando Vaclav Havel, lo scrittore dissidente e primo presidente dopo la caduta del comunismo, che ha poi incontrato in serata al Castello di Praga, per il quale "la dittatura e' basata sulla menzogna", ma "se nessuno mentirà più, allora con la verità verrà alla luce anche la libertà".

"Questi concetti, queste idee maturate nel tempo della dittatura, non devono - si e' raccomandato il Pontefice - essere perse adesso: ora dobbiamo proprio ritornare a questo e nella libertà spesso un po' vuota e senza valori riconoscere che libertà e valori, libertà e bene, libertà e verità vanno insieme, altrimenti si distrugge anche la libertà".

"Senza Dio l'uomo non sa dove andare e non riesce nemmeno a comprendere chi egli sia", ha poi ripetuto il Papa al suo arrivo all'aeroporto internazionale "Starà Ruzyne'", dove gli hanno offerto pane e sale, secondo un'antica tradizione.

"Ora che è stata recuperata la libertà religiosa, faccio appello a tutti i cittadini della Repubblica, perché - ha scandito in risposta alle parole di benvenuto del presidente Vaclav Klaus - riscoprano le tradizioni cristiane che hanno plasmato la loro cultura ed esorto la comunità cristiana a continuare a far sentire la propria voce mentre la nazione deve affrontare le sfide del nuovo millennio".

"La società - ha rilevato nel pomeriggio nell'omelia pronunciata in Cattedrale alla celebrazione dei vespri - reca ancora le ferite causate dall'ideologia atea ed e'spesso affascinata dalla moderna mentalità del consumismo edonista, con una pericolosa crisi di valori umani e religiosi e la deriva di un dilagante relativismo etico e culturale.

In questo contesto - ha spiegato - si rende urgente un rinnovato impegno da parte di tutte le componenti ecclesiali per rafforzare i valori spirituali e morali nella vita della società odierna".
Per il Papa, la storia sofferta della Repubblica Ceca può rappresentare oggi un'opportunità per l'intera Unione Europea, come ha rilevato nell'incontro con le autorità politiche e civili nel Castello di Praga, sottolinenando che nel passato "le sue radici cristiane hanno favorito la crescita di un considerevole spirito di perdono, di riconciliazione e di collaborazione, che ha reso la gente di queste terre capace di ritrovare la libertà e di inaugurare una nuova era, una nuova sintesi, una rinnovata speranza". Ed è proprio di questo spirito che "ha bisogno l'Europa di oggi", che "e' più che un continente: è una casa", dove "la libertà trova il suo significato più profondo proprio nell'essere una patria spirituale".

Nella sua prima giornata a Praga, Benedetto XVI ha tenuto anche a ribadire l'esigenza di un "pieno rispetto della distinzione tra la sfera politica e quella religiosa".

"Una distinzione - ha chiarito - che garantisce la libertà dei cittadini di esprimere il proprio credo religioso e di vivere in sintonia con esso". "La Chiesa non domanda privilegi, ma solo di poter operare liberamente al servizio di tutti e con spirito evangelico", ha dichiarato il Pontefice con un accenno chiaro alle polemiche che hanno preceduto questo viaggio e alle difficoltà di pervenire a un accordo Stato-Chiesa dopo le persecuzioni durate 40 anni.

Difficoltà che il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha potuto constatare di persona nel colloquio con il premier Jan Fisher. E se il Concordato appare ancra un obiettivo irraggiungibile (il Parlamento lo ha respinto nel 2003 e oggi Fisher ha dichiarato che in tempi di crisi economica le priorità sono altre) il Pontefice "auspica di cuore una sempre crescente intesa della Chiesa con le altre istituzioni sia pubbliche che private". Nel suo discorso, il Papa ha lodato l'impegno della chiesa locale su molti fronti, in particolare nell'ambito caritativo con le Caritas.

"La vostra attività pastorale - ha raccomandato - abbracci con particolare zelo il campo dell'educazione delle nuove generazioni. Le scuole cattoliche promuovano il rispetto dell'uomo; si dedichi attenzione alla pastorale giovanile anche fuori dell'ambito scolastico, senza trascurare le altre categorie di fedeli".

Nella centralissima chiesa di Santa Maria della Vittoria, davanti alla quale era stato accolto con grande entusiasmo da una discreta folla, il Papa ha lodato l'impegno della Chiesa Ceca nel sociale, attraverso la Caritas.

E ha denunciato le difficili condizioni dell'infanzia nella Repubblica Ceca. "Quanti bambini non sono amati, né accolti, né rispettati. Quanti sono vittime della violenza e di ogni forma di sfruttamento da parte di persone senza scrupoli", ha lamentato davanti alla celebre statua del Bambino Gesù di Praga, conservata in una teca di cristallo sull'altare, quando ha anche chiesto che "possano essere riservati ai minori quel rispetto e quell'attenzione loro dovuti".

"I bambini - ha osservato - sono il futuro e la speranza dell'umanità". "Ogni essere umano - ha affermato ancora il Pontefice - è figlio di Dio e quindi nostro fratello e, come tale, da accogliere e rispettare. Possa la nostra società comprendere questa realtà". Un'attenzione alla verità universale che, ha ripetuto in serata, "non dovrebbe mai venire eclissata da interessi particolaristici, per quanto importanti essi possano essere, perché ciò condurrebbe unicamente a nuovi casi di frammentazione sociale o di discriminazione, che proprio quei gruppi di interesse o di pressione dichiarano di voler superare". Ed infatti "la ricerca della verità, lungi dal minacciare la tolleranza delle differenze o il pluralismo culturale, rende il consenso possibile e permette al dibattito pubblico di mantenersi logico, onesto e responsabile, assicurando quell'unità che le vaghe nozioni di integrazione semplicemente non sono in grado di realizzare". Da parte loro, ha assicurato il Pontefice, "i membri della comunità cattolica, assieme a quelli di altre Chiese, comunità ecclesiali e religioni, continueranno a perseguire, in questa nazione e altrove, obiettivi di sviluppo che possiedano un valore più umano ed umanizzante".

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