Aprendo ufficialmente i lavori del X incontro del Coordinamento dei vescovi
Usa e Ue per la Terra Santa, in corso proprio a Gerusalemme, Twal ha
ricordato: “due sono i drammi che ci fanno soffrire maggiormente: l’assenza
di pace e l’emigrazione dei cristiani”. “La pace non arriva nonostante gli
sforzi, le promesse, le visite fatte da tante istituzioni e leader
internazionali - ha spiegato il patriarca. In questi giorni si parla di
un’altra iniziativa americana.
Accetteremo qualunque proposta purché sia rispettosa del diritto e della
dignità umana”. Altro “dramma” segnalato dal patriarca è “l’emigrazione dei
cristiani”. “Non vogliamo aiuti - ha affermato - ma la corresponsabilità
delle Chiese del mondo verso quella madre di Gerusalemme. Dal futuro di
questa città dipenderà quello dell’intero Medio Oriente. Siamo stanchi - ha
concluso - non vogliamo più spargimento di sangue, odio e violenza ma pace e
riconciliazione”.
Da segnalare, anche, che il patriarca Twal accompagnerà Benedetto XVI
nella sua visita alla Sinagoga di Roma, domenica 17 gennaio. I lavori della
mattinata sono poi proseguiti con l’intervento del nunzio apostolico, mons.
Antonio Franco, che ha fatto il punto sui colloqui tra Santa Sede e Israele
circa “il lavoro su un accordo legato all’art.10, paragrafo 2, dell’Accordo
Fondamentale”.
“Dopo l’ultima plenaria, nella prima riunione di lavoro della
Commissione bilaterale permanente - ha affermato mons. Franco - abbiamo
elaborato una lista di argomenti sulle questioni fiscali. Ciascuna
delegazione si è impegnata a presentare i testi che vorrebbe venissero
introdotti. Sono stati chiariti degli equivoci che non ci avevano permesso
di lavorare al meglio. Adesso su queste proposte concrete dovremo discutere,
sperando di arrivare alla prossima plenaria del 27 maggio 2010, in Vaticano,
con dei progressi. Sul futuro il nunzio si è detto “più realista che
ottimista”. Nella sua relazione, il nunzio ha poi ribadito che la Chiesa
“non vuole privilegi, ma poter vivere e proseguire la sua missione qui in
Israele”. In ballo, come è noto, ci sono le esenzioni fiscali, il
finanziamento statale a scuole e ospedali cattolici che servono anche la
popolazione israeliana e alcune proprietà ecclesiastiche, come il Cenacolo.
Su questo punto il nunzio ha dichiarato che “stiamo trattando ma ancora non
siamo arrivati a capire bene le posizioni che speriamo possano essere
chiarite in futuro quando tratteremo specificatamente anche di altre
proprietà della Chiesa prese da entità statali”. “È un lavoro importante in
cui la fiducia reciproca - ha concluso - non esistono agende segrete che
portiamo avanti. Siamo fiduciosi che le cose possano finire bene. Non
negoziamo per proteggerci contro qualcuno ma vogliamo costruire insieme
alcune cose”. I lavori del Coordinamento proseguiranno nel pomeriggio con
sessioni relative ai visti di ingresso e alla descrizione del progetto Kairos mirante alla soluzione del conflitto israelo-palestinese.
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PAPA IN SINAGOGA: CON LUI ANCHE IL PATRIARCA TWAL E IL NUNZIO MONS. FRANCO
“Ci saranno anche i cattolici di Terra Santa ad accompagnare Benedetto XVI
nella sua visita alla sinagoga di Roma”, prevista per domenica 17 gennaio.
È lo stesso patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, a dichiararlo al
SIR, a margine dell’incontro del coordinamento dei vescovi Usa e Ue per la
Terra Santa in corso (fino al 14) a Gerusalemme. Insieme al patriarca Twal
ci saranno, in rappresentanza della comunità cattolica di Terra Santa, anche
il nunzio apostolico, mons. Antonio Franco e il vicario patriarcale per la
Galilea, mons. Giacinto Boulos Marcuzzo. “Andrò con il Papa in sinagoga -
dice il Patriarca - il mio augurio è che questa visita possa aiutare i
nostri rapporti interreligiosi. E’ un gesto che facciamo con il cuore per
dimostrare il nostro rispetto anche alla comunità israeliana. Speriamo che
questo gesto avrà un impatto positivo sull’opinione pubblica israeliana e su
Gerusalemme”.
Secondo il padre David Neuhaus, vicario patriarcale per le comunità
cattoliche di espressione ebraica, “questa visita, che pure non rappresenta
una novità, ha un alto valore simbolico. Ebrei e cattolici - spiega al Sir -
forse non sono ancora abituati a vedere che la Chiesa cattolica andare con
rispetto verso i fratelli ebrei. Significativo il fatto che domenica ci
siano il Patriarca ed il Nunzio, perché indica che anche la Chiesa di Terra
Santa fa parte della Chiesa universale che ha a cuore anche le sorti di
queste comunità mediorientali. Una visita che potrebbe contribuire nel tempo
a far cambiare mentalità alle generazioni future”.
© SIR 11 gennaio 2010