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SAE (Segretariato Attività
Ecumeniche): Dal 23 luglio a Chianciano si riflette su Chiese, Identità e
Laicità"
"Declinare la fede oggi, con tutti i
problemi e i condizionamenti che il viverla nella storia comporta": su
questi temi si rifletterà durante la 43ª Sessione di formazione ecumenica,
promossa dal Segretariato attività ecumeniche (Sae), a Chianciano Terme, dal 23
al 29 luglio 2006, come spiega il presidente del Sae, Meo Gnocchi. "Abbiamo
scelto il tema 'Chiamati alla fede nei giorni della storia. Chiese, identità,
laicità - aggiunge Gnocchi - per esaminare alcuni problemi molto sentiti come
la questione identitaria e quella della laicità". Come sempre, durante la
Sessione, si alterneranno momenti di ascolto, di lavoro in gruppi di studio e di
preghiera, che vedranno protagonisti cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei,
musulmani. In realtà, osserva il presidente del Sae, "oggi, da un lato, il
cammino ecumenico segna un po' il passo su alcuni temi, soprattutto quelli
ecclesiologici; dall'altro non mancano segni di speranza, come dimostra il fatto
che il dialogo continua, malgrado le difficoltà. È importante, comunque,
accogliere ed incoraggiare una sensibilità ecumenica nelle comunità
ecclesiali". Un segno di "speranza" per il cammino ecumenico in
Italia è anche costituito dal fatto che il 18 ottobre, nell'ambito del IV
Convegno ecclesiale nazionale di Verona che avrà per tema "Testimoni di
Gesù risorto speranza nel mondo", ci sarà la preghiera ecumenica con
riflessioni spirituali di esponenti di Chiese ortodosse e Comunità ecclesiali
protestanti.
Giuseppe Ruggeri, “Nessuna alleanza tra
fede e religione civile, pluralismo radicale”
“La sfida principale per i cristiani oggi
impone loro di non cedere alla nostalgia di
alleanze tra fede e religione civile, ma di
percorrere in maniera creativa la strada di un
pluralismo radicale”. Lo ha detto, oggi,
Giuseppe Ruggieri dello Studio teologico di
Catania, trattando il tema “Il Nome e i nomi”,
nella prima giornata dei lavori della 43ª
Sessione di formazione ecumenica del Sae
(Segretariato attività ecumeniche), sul tema
“Chiamati alla fede, nei giorni della storia.
Chiese, identità, laicità”, che si è aperta
oggi a Chianciano Terme (Si). “I cristiani -
ha affermato Ruggieri - non sono chiamati solo
ad essere miti e tolleranti, ma anche ad
annunciare la salvezza alle nazioni nel nome di
Gesù Cristo, nella convinzione che il Nome
assoluto di Dio sia al di sopra di tutti i nomi
relativi usati dagli esseri umani e al tempo
stesso che ogni nome, e dunque ogni religione,
possa essere una strada per giungere a Dio”.
Dodici i gruppi di studio in cui si
articoleranno i lavori del convegno, dal
rapporto tra cristianesimo e potere a quello tra
Regno di Dio e storia, dal rapporto tra mistica
e laicità alla religione come fonte di
conflitto o di pace, dalla pedagogia del dialogo
interreligioso alla bioetica, dalla storia del
sionismo alla rappresentazione della fede sugli
schermi cinematografici. Oggi pomeriggio è in
corso una tavola rotonda dal titolo “Cercate
prima il regno di Dio e la sua giustizia”, con
il valdese Fulvio Ferrario, il cattolico Piero
Stefani e l’ortodosso Vladimir Zelinsky.
Negro (KEK), “Ampliare la
partecipazione all'Assemblea di Sibiu”
“Ritrovare in Cristo luce
nuova per il cammino di riconciliazione tra i cristiani d’Europa e riscoprire
il dono di luce che il vangelo di Cristo è per l’Europa”: sono questi gli
obiettivi del processo che porterà alla 3ª Assemblea ecumenica europea di
Sibiu, come ha spiegato, ieri sera, Luca Maria Negro, segretario per le
comunicazioni della Conferenze delle Chiese europee (Kek), ai partecipanti alla
43ª sessione di formazione ecumenica del Sae, in corso a Chianciano Terme fino
al 29 luglio. Dopo aver ricordato le prime due tappe di questa sorta di “pellegrinaggio”
europeo verso Sibiu (l’incontro ecumenico di Roma e l’incontro preparatorio
nazionale per l’Italia di Terni), Negro ha fornito alcuni dati riguardanti l’Assemblea
vera e propria: 2100 delegati ufficiali più 400 persone tra staff, invitati e
giornalisti; 9 forum in cui saranno articolati i lavori. Negro ha, quindi,
spiegato che si stanno studiando formule per favorire una partecipazione più
ampia della base nel week-end finale”. “I gruppi – ha suggerito Negro -
possono organizzare pellegrinaggi in proprio andando in città e villaggi vicini
per trasferirsi a Sibiu il sabato; agli abitanti di Sibiu, poi, abbiamo chiesto
di ospitare una o due persone per una notte”.
Romita (Teologo Cattolico), “Non possono
esserci comportamenti etici diversi tra i cristiani”
È vero che le diverse visioni
etiche delle confessioni cristiane dividono, come proposto, ieri, da un relatore
della tavola rotonda su fedi e proposte etiche, nell’ambito della 43ªsessione
di formazione del Sae, in corso a Chianciano? “Le diverse visioni etiche –
risponde don Angelo Romita, teologo cattolico, direttore dell’Istituto
ecumenico di Bari - per me costituiscono un ostacolo, nel senso che se noi siamo
di Cristo e Cristo vive in noi non può suggerirci comportamenti etici opposti.
Se la vita inizia dal primo concepimento e anche la scienza ci dà atto che l’embrione
è già vita, l’aborto non può essere per un cristiano lecito e per un altro
no, perché la vita non è nostra, ma di Dio”. Più che parlare di divisione
in base all’etica, per don Romita, “per le Chiese è una sfida”. I
cristiani sono in cammino e le scorciatoie, talvolta prese, in realtà fanno
affaticare di più. Invece, il passo lento assicura un cammino più lungo.
Dobbiamo saper attendere, ma concludere che l’etica può essere lasciata ai
cristiani secondo il proprio modo di sentire, porre questo come un principio
dottrinale per cui diventa accettabile una diversità di comportamento etico,
non credo sia corrispondente alla volontà del Signore”. “Quando San Paolo
scrive ai cristiani – aggiunge don Romita – indica un’inequivocabile
condotta di vita”.
Bein Ricco (Valdese), occorre una “laicità
inclusiva”
“Il concetto di laicità non
è un’idea platonica fuori dal tempo, ma un divenuto nella storia”: partendo
da questa riflessione, Elena Bein Ricco, saggista valdese, ha aperto i lavori
della tavola rotonda sul tema “Quale laicità?”, promossa questa mattina
nell’ambito della 43ª sessione del Sae, in corso a Chianciano Terme. “Il
modello classico di laicità, basato sulla separazione tra Stato e Chiesa – si
è chiesta Bein Ricco - che sposta le convinzioni etiche e religiose nel
privato, è ancora valido?”. Per la saggista valdese, in realtà, “il
modello classico della laicità è messo in crisi per l’emergere di alcuni
fenomeni nuovi: la trasformazione delle democrazie di oggi in società
multiculturali, multietniche e multireligiose e il ritorno sulle scene delle
religioni, che chiedono maggiore visibilità e che, talvolta, assumono la forma
del fondamentalismo”. Per Bein Ricco, “se vogliamo evitare che le religioni
diventino cause di conflitti, dobbiamo far sì che si possano confrontare nel
dibattito pubblico, facilitando l’abbattimento di stereotipi e l’eliminazione
di intolleranze”. Anche le emergenti questioni di bioetica “esigono una
regolamentazione giuridica, che fa saltare la rigida divisione tra sfera
pubblica e dimensione privata”. Del modello classico di laicità, per la
valdese, va salvaguardato “il garantire i diritti di tutti senza privilegiare
nessuno”, mentre va corretto “il confinare le convinzioni morali e religiose
fuori dallo spazio pubblico”.
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