Con una lettera indirizzata a Benedetto
XVI attraverso la nunziatura apostolica di Madrid, la Giunta Islamica
di Spagna ha chiesto al Papa che la cattedrale di Cordova, costruita
all'interno di una delle più celebri moschee del mondo, diventi un
tempio dove cristiani e musulmani possano pregare ciascuno secondo la
propria religione.
In questi giorni si è appreso della grande delusione dei musulmani
spagnoli: chiedevano di poter celebrare la preghiera del venerdì nella
cattedrale di Cordoba. La risposta del vescovo è stata un "no" chiaro.
Ma cerchiamo di capire il background storico. Questa cattedrale era la
grande basilica dedicata al martire San Vincenzo. Quando i musulmani
invasero Cordoba nell''agosto 711 e tre mesi dopo entrarono nella
chiesa fortificata di San Acislo, dove la nobiltà si era rifugiata,
pregarono in un primo tempo in una parte della cattedrale di San
Vicente. Ma nel 750 circa il governatore Yusuf b. 'Abd al-Rahman
al-Fihri espropriò la chiesa e ne fece la moschea-cattedrale (jami')
di Cordoba. Sotto il califfo Al-Hakam (796-822) fu poi costruita la
grande moschea sul luogo della chiesa, che fu ampliata più volte nel
secolo seguente.
Il 1236 è l'anno della riconquista, da parte di Ferdinando III. La
moschea viene riconsacrata come cattedrale e alcune cappelle sono
sistemate all'interno della moschea. Nel 1523 il vescovo Manrique
decide di erigere una chiesa rinascimentale-barocca nel centro della
moschea e Carlo V (1500-1558) interviene per impedire la distruzione
della moschea. Delle 1300 colonne della moschea, ne rimangono 850.
Da allora, tutto rimase tranquillo: la moschea-cattedrale,
amministrata da un consiglio presieduto dal vescovo è visitata da un
milione di turisti all'anno. Il popolo chiama il santuario mesquita,
mentre il nome ufficiale è cattedrale. Fino a una decina di anni fa,
non c'erano stati problemi, poi alcuni spagnoli convertiti all'islam
hanno cominciato a rivendicare il diritto di pregare nell'ex-moschea.
Nel marzo 2004 Mansur Escudero, segretario del Consiglio islamico
spagnolo, in un raduno tenutosi a Roma al Segretariato per le
relazioni interreligiose, ha chiesto che la cattedrale sia aperta ai
due culti, musulmano e cristiano. Da allora, appoggiato dalla giunta
socialista, non ha smesso di intervenire in questo senso, affinché
questo santuario «sia un monumento ecumenico».
La Chiesa locale ha sempre chiaramente rifiutato questa scelta: già al
tempo del vescovo Infantes Florido (1978-1996) e poi del suo
successore Javier Martinez (1996-2004) fino all'attuale Juan José
Asenjo Pelegrina (dal 2004). Quest'ultimo ha spiegato che questa
ipotesi «genererà confusione tra i fedeli» e «non contribuirà a una
coabitazione pacifica tra i credenti». E ha aggiunto: «Noi, cristiani
di Cordoba, desideriamo vivere in pace con i credenti di altre
religioni, ma non vogliamo essere sottomessi a delle pressioni
continue che non contribuiscono alla concordia».
A questo punto vorrei fare alcune considerazioni :
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A conoscenza mia, non c'è mai stato un
caso di condivisione di un santuario, se non quando i musulmani hanno
preso con la forza una cattedrale (mai una chiesetta!) permettendo ai
cristiani di usare un angolo della loro chiesa finché non ne abbiano
costruita un'altra.
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Perché qualcuno chiede proprio questo santuario? Per motivi
storici. Ma questo sarebbe un precedente gravissimo per i musulmani: i
cristiani potrebbero chiedere l'uso di centinaie di chiese trasformate
in moschee, cominciando con Santa Sophia (Aya Sofia) e si sa quanto i
turchi hanno avuto paura che il Papa visitasse recentemente Aya Sofia
proprio per questo motivo.
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Chi chiede questa condivisione? I
convertiti all'islam. Spesso sono loro, e non i musulmani di nascita,
che rivendicano, essendo più "papisti del Papa".
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I poteri politici spesso appoggiano
unilateralmente le rivendicazioni dei musulmani, anche se non è di
loro competenza. Forse per guadagnare i voti dei musulmani e per
combattere la Chiesa.
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Riprenderei ciò che diceva monsignor Michael Fitzgerald all'agenzia
Asia News (aprile 2004): bisogna «accettare la storia» senza volersi
«prendere delle rivincite», allo stesso modo in cui i cattolici non
rivendicano edifici passati sotto l'islam.
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Infine, è ovvio che c'è un progetto d'islamizzazione dell'Europa,
visto come la risposta alle "decadenza" dell'Europa. Progetto che non
è dei musulmani nel loro insieme, ma di un gruppo di islamisti,
finanziati dall'ufficio di propaganda (Da'wa) di tutti i Paesi
musulmani ricchi e appoggiati dai convertiti e da certi politici.
L'Europa sarà capace di riconoscere ciò che è vero in questo giudizio
e di proporre altre strade di riforma più conformi alla sua tradizione
millenaria?
v. anche:
No del Vaticano a Chiese
usate come Moschee: il caso di Cordoba