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Il Vaticano si prepara all'incontro tra il Pontefice e i leader musulmani.
Il Cardinale Tauran: “Vogliamo creare una struttura di dialogo permanente”


CITTÀ DEL VATICANO - “Quello che proporrò ai rappresentanti dei 138 leader musulmani, che nel frattempo sono diventati 241, è creare una struttura di dialogo, come un canale che rimarrà sempre aperto e dove ci si potrà ritrovare. È ciò che vorrei proporre, in modo che questo dialogo sia appunto un'opportunità continua, strutturata, per evitare una certa superficialità''.

È questa l'importante affermazione rilasciata, in un'intervista all'agenzia cattolica Zenit, dal Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Tauran ha parlato del prossimo incontro con i leader islamici che si dovrebbe svolgere all'inizio di marzo in Vaticano.

Sotto li profilo dei temi da affrontare vi sono stati alcuni problemi nel lavoro preparatorio perché le priorità dei musulmani e della Santa Sede erano differenti. ''Chiaramente - ha spiegato in proposito il Cardinale francese - non posso prevedere le intenzioni dei musulmani quando verranno qui a discutere con noi, ma ritengo che potremo condividere delle convinzioni comuni: ad esempio, l'adorazione del Dio unico, la sacralità della vita umana, la dignità della famiglia, le preoccupazioni per l'educazione dei giovani.

Ed in seguito, naturalmente, bisognerà discutere di altri problemi, come ad esempio, l'interpretazione dei diritti dell'uomo, come definiti dalle convenzioni internazionali, o il principio della reciprocità che è molto importante nel contesto della libertà religiosa. Credo che questi siano problemi di cui potremo parlare''. Ancora sul rischio che una certa forma di dialogo interreligioso diventi strumento di azione politica per alcuni Stati, il porporato ha risposto: ''La strumentalizzazione è sempre possibile. Ma io credo che sia necessario evitare sia la separazione del religioso dalla politica in modo ermetico, sia la loro confusione''.

''Io credo che sia necessario - ha detto ancora Tauran - insistere sul concetto di distinzione.  Senza dubbio è possibile separare le Chiese dallo Stato, ma non si può separare le Chiese dalla società; ciò è impossibile e lo sappiamo per esperienza. Quindi e' importante che vi sia una distinzione ed una collaborazione, poiché, in fondo, il governo ed un responsabile religioso si occupano della stessa persona, che è allo stesso tempo un cittadino ed un fedele. Quindi, fatalmente vi e' una cooperazione ed una distinzione delle competenze, ma cooperazione per il bene comune e per il bene di questa persona''.

Infine sul significato del dialogo interreligioso con i leader islamici, il Cardinale Tauran ha spiegato: noi non diciamo: ''tutte le religioni si equivalgono. Noi diciamo: tutti coloro che cercano Dio hanno la stessa dignità. Questo è il dialogo interreligioso, non è assolutamente un sincretismo. Ciò significa: tutti coloro che sono alla ricerca di Dio hanno la stessa dignità, quindi devono godere della stessa libertà, dello stesso rispetto''.


[Fonte:
Petrus 12 febbraio 2008]

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