«Entrata in vigore del
Motu proprio Summorum Pontificum»
Maria Guarini, InternEtica 14 settembre 2007
A Roma, in S. Maria
Maggiore, alle ore 8, sulla tomba di S. Pio V, è stata celebrata la Messa Vetus Ordo, nel giorno
in cui entra in vigore il
Motu proprio Summorum Pontificum. E nell'arco della giornata lo
stesso è accaduto in tutte le diocesi (o quasi) del mondo.
[Breve documentazione
dell'evento:
VideoTV realizzato da La RepubblicaTV, che ringraziamo]
|
Con oggi è finita, speriamo per
sempre, quella sorta di “cattività babilonese” che a livello
liturgico tutti i cattolici hanno subito. Se è vero che esiste la
chiesa militante e quella trionfante, ci pare sia altrettanto vero
che esista tuttora anche una chiesa “delirante” che in tutto questo
periodo ha spadroneggiato con i suoi lupi in veste di agnello a
danno di tutto il popolo cristiano, con immenso scandalo. Ma l'ha
detto il Signore: "Non prevalebunt"! Se i nostri legittimi pastori,
di ogni grado, avessero avuto abbastanza fede, non avessero seguito
l’onda per cercare un vano consenso, e non avessero peccato di
codardia davanti alla riforma liturgica mal congegnata e soprattutto
imposta perché da nessuno richiesta, il problema “Messa di san Pio
V” non si sarebbe nemmeno posto. Invece, sono dovuti trascorrere
quarant’anni perché un Sommo Pontefice animato di coraggio e buona
volontà riconcedesse quanto, per sua natura, nessuno avrebbe mai
potuto né dovuto abolire. Né lo richiedeva il Concilio nei termini
in cui è avvenuto.
Non è questione di essere "Tradizionalisti" o "Progressisti", che
sono due etichette che denotano l'ideologizzazione che purtroppo può
entrare anche nelle questioni di Fede; occorre invece realismo ed
apertura ad una Tradizione non sclerotizzata né forzatamente
innovatrice, ma Vivente e Vivificante perché è data dalla Presenza
del Signore nella Sua Chiesa... È anzi auspicabile che nessuno
faccia del
Motu proprio del Papa una bandiera da issare o da abbattere per
la propria militanza nell'uno o nell'altro campo, come se nella
Chiesa ci fossero due schieramenti contrapposti; è invece necessario
che ognuno lo accolga e viva per quello che vuole essere ed è, la
legittimazione di due diverse forme di un rito che sia vera
espressione del 'sensus fidei' cattolico nella piena consapevolezza
della lex orandi lex credendi, che diviene lex vivendi...
Il discorso del latino visto come
un ostacolo appare pretestuoso, intanto perché alcuni giovani ancora
lo studiano e, poi, si acquista dimestichezza coi testi strada
facendo e i messali danno la duplice versione latino-italiano a
fianco. D'altronde, se l'inglese è così diffuso e la maggior parte
delle canzoni vengono seguite e cantate in inglese, non si vede
perché chi è interessato alla Messa dovrebbe avere difficoltà; le
accampano i liturgisti che aborrono il latino per partito preso, ma
in realtà qui a Roma nelle celebrazioni V.O. che si tengono
regolarmente in cinque Chiese della capitale(1),
abbiamo sempre visto molti più giovani che anziani. Cade, secondo
noi, anche l'obiezione della lingua come maggior comprensione della
scrittura, perché la messa è una celebrazione, un rito del quale -
come dicevamo - si acquista dimestichezza strada facendo cercando di
capire e di vivere cosa si celebra, mentre la maggiore comprensione
della Parola data dalla lingua la si può avere da una maggiore
frequentazione della Scrittura, che nutre la vita di fede anche al
di fuori del rito, volendo...
In ogni caso la celebrazione
Vetus Ordo ci fa capire cos'è davvero la Santa e Divina Liturgia
che celebra i Sacri Misteri... ci fa rimanere immersi nel Mistero
che coinvolge e trasforma, perché la Liturgia è Opus Dei e
non dell'uomo e il celebrante è Cristo stesso come Capo
dell'Assemblea... E tutto sommato ci aiuta a vivere con maggiore
consapevolezza e coinvolgimento e interiorizzazione anche le
celebrazioni con il Novus Ordo, perché non si dà un aut
aut, ma un et et...
Nella sostanza non è che torneremo
a celebrare tutte le messe in latino. Tuttavia, sarebbe opportuno
prevedere, anche a cadenze regolari, celebrazioni con il messale
anteriore al Concilio, trovando in questo un aiuto prezioso per
tutti, un invito a riscoprire un modo di pregare che era stato
confinato nel passato, un patrimonio che ha a che fare con la nostra
storia, le nostre origini e soprattutto con la nostra fede. E
ricordiamo che nemmeno Papa Damaso, quando nel IV
secolo, per le Letture inserì i nuovi testi presi dalla Vulgata di S.
Girolamo, volle toccare nulla del rito, che ci è pervenuto sostanzialmente
integro nella 'Vetus'
latina - linguaggio non volgare, ma già ieratico e codificato - nata nell'Africa settentrionale romana del II secolo, quando la
lingua ufficiale della Chiesa era ancora il greco...
É questa una grande occasione, una ricchezza di cui non era giusto
privarsi perché contribuisce ad approfondire il Mistero che è
all'origine della nostra fede. Quindi se ci capiterà di entrare in
chiesa e, con nostro stupore, trovare ancora il sacerdote di spalle
rivolto, come e insieme agli altri fedeli, verso Oriente mentre
prega in lingua latina, non diciamo - come alcuni giornali hanno
affermato, del tutto impropriamente e in base a pregiudizi purtroppo
diffusi - che non è "democratico"... Proviamo, invece, a pensare che
in quel momento si vuole rendere semplicemente più evidente che il
sacerdote è uno che in mezzo al popolo alza le mani con i suoi
fratelli verso Dio, anche lui rivolto verso la Croce, verso il
Risorto, anche Lui in cammino per la salvezza attraverso un rito
antico ma sempre nuovo.
Ringraziamo il nostro Papa
Benedetto e il Signore, che si è servito alla grande di lui!!!
14 settembre 2007
Nasce a Roma la prima Parrocchia
personale in rito antico
Il 23 marzo 2008, in conformità
con il motu proprio
Summorum Pontificum, Benedetto XVI ha istituito una “parrocchia
personale” dedicata ai fedeli rimasti legati al rito
tridentino preconciliare, il “rito straordinario”. È la prima
parrocchia legata al rito tradizionale che nasce in Italia. Si
tratta della centrale chiesa della Ss. Trinità dei Pellegrini
(che sorge nell’omonima piazza a due passi da Ponte Sisto e
dalla vecchia Via Giulia). Sarà gestita dalla Fraternità di San
Pietro, il nuovo parroco sarà l’australiano padre Joseph Kramer.
La messa d’inaugurazione è stata celebrata l'8
giugno scorso. La celebrazione in latino, il sacerdote «versus Deum»
con le spalle ai fedeli e i canti gregoriani: così si è
celebrata la messa per centinaia di anni, così, secondo il rito
di San Pio V, si riprenderà a celebrare tutti i giorni. L'antico
tempio barocco diventerà la prima «parrocchia personale» - che
significa legata a chi la frequenta e non al territorio - di
Roma (e d'Italia), dedicata in esclusiva per i fedeli cattolici
che si riconoscono nel Rito tridentino e nell'uso del Missale
Romanum di san Pio V, i quali potranno partecipare alla
messa in latino e anche ricevere i sacramenti more antiquo:
battesimo, comunione, cresima, matrimonio e funerali. una novità
assoluta: un conto è assistere sporadicamente alla messa
«tradizionale», altro conto è ufficializzare l'esistenza di una
(nutrita) comunità di fedeli legati all'uso preconciliare.
>Cliccare
qui per le informazioni essenziali
>Intervista
al neo Parroco, P. Joseph Kramer
>Intervista,
ad un anno dal Motu proprio, di
Radio Vaticana al Parroco Joseph Kramer
(1) .S Trinità dei Pellegrini, P.za
S Trinità dei Pellegrini
domenica e feste di precetto ore 9 - 10,30
- 18, 30; giorni feriali ore 18,30
. Gesù e Maria al Corso, la domenica alle 10
. S. Maria Maggiore, cappella Cesi -
S. Messa quotidiana alle 7.10 (don
Pertin, diocesano)
Primo sabato del mese, S. Messa alle
ore 11,00
. Chiesa di San Giuseppe a Capo Le Case, via
Francesco Crispi
di fronte via di Capo Le Case - Domeniche e
feste di precetto, ore 11,00
. Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo -
lungo Tevere Vaticano, 1
tutti i giorni : S. Messa ore 7,00 -
Domenica ore 10,30
(sospesa per il commissariamento dei
FI)
. S. Nicola in Carcere
tutti i sabati alle 17,30 - Rosario e Santa
Messa
le domeniche ore 17,30 - Rosario e Santa
Messa
. S. Anna a Via Merulana
ogni domenica e festa di precetto ore 17
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