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Il lavoro del Comitato di coordinamento per la prossima sessione plenaria
della Commissione mista internazionale
[Ortodossi Russi: Kirill, nessun
compromesso con i cattolici]
La nuova fase del dialogo fra cattolici e ortodossi
di Eleuterio F. Fortino
Sotto-segretario del Pontificio Consiglio
per la Promozione dell'Unità dei Cristiani
Il dialogo teologico e le relazioni ecclesiali tra cattolici e ortodossi
continuano con segni positivi, nonostante permanenti e nuove difficoltà.
Dopo la sessione plenaria della Commissione mista internazionale per il dialogo
teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme (Ravenna
2007), si sono sviluppate costruttive relazioni fra Roma e
Costantinopoli, ma anche con il Patriarcato di Mosca e con altre Chiese
ortodosse, con intensità e qualità differenziate.
Nel corso del 2008 il Patriarca ecumenico è stato a Roma per ben tre volte, più
recentemente nel mese di ottobre quando, per la prima volta nella storia (il 18
ottobre)
un Patriarca di Costantinopoli si è rivolto
all'assemblea del Sinodo dei vescovi
della Chiesa cattolica. Il
presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani
si è recato a Mosca dal 21 al 30 maggio, ma anche vescovi cattolici hanno
visitato il Patriarca di Mosca e la Chiesa russa, come gli arcivescovi di
Napoli, di Milano e di Parigi.
Inoltre, lo scambio regolare di delegazioni per le feste patronali di Roma e di
Costantinopoli per la festa dei santi Pietro e Paolo (29 giugno) a Roma e per
quella di sant'Andrea a Costantinopoli, mantengono un canale di contatto e di
coordinamento importante. Nel suo messaggio, consegnato al Patriarca Bartolomeo
per la festa di sant'Andrea, il 30 novembre 2008, Benedetto XVI scriveva:
"Ringrazio Iddio che ci ha resi capaci di approfondire i legami di reciproco
amore fra noi, sostenuti dalla preghiera e da sempre più regolari rapporti
fraterni".
La tensione tra il Patriarcato di Mosca e il Patriarcato ecumenico per la
questione dell'autonomia della Chiesa di Estonia, concessa da Costantinopoli e
non riconosciuta dal patriarcato di Mosca, ha implicazioni anche sui rapporti
più generali tra cattolici e ortodossi. Tuttavia negli ultimi sei mesi hanno
avuto luogo due avvenimenti importanti: il Patriarca di Mosca e il Patriarca
ecumenico hanno concelebrato in due occasioni, in Ucraina per le feste giubilari
del battesimo della Rus' di Kiev (24 luglio 2008) e al Patriarcato ecumenico per
la sinassi dei primati e dei rappresentanti delle Chiese ortodosse, convocata
dal Patriarca ecumenico dal 9 al 12 ottobre 2008.
Il vescovo di Roma nel primo millennio
Nel corso dell'anno 2008, nel contesto generale del dialogo teologico tra
cattolici e ortodossi, ha avuto luogo la preparazione della XI Sessione plenaria
della Commissione mista internazionale che si incontrerà nell'autunno di
quest'anno.
A tale scopo si è proceduto secondo la prassi stabilita all'inizio di questo
dialogo, nella prima sessione plenaria tenuta a Rodi nel giugno del 1980.
Innanzitutto hanno lavorato due sottocommissioni di studio (una di lingua
francese e una di lingua inglese); quindi si è incontrato il Comitato misto di
coordinamento che ha elaborato un progetto da sottoporre per esame e
rielaborazione alla prossima sessione plenaria. Le sottocommissioni sono
composte da otto membri, quattro per parte, mentre il Comitato misto di
coordinamento è composto da dieci membri per parte.
La preparazione è avvenuta in base al mandato della Commissione mista
internazionale (Ravenna 2007) che ha stabilito e formulato il tema nei seguenti
termini: "Il ruolo del vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo
millennio".
Le due sottocommissioni hanno ricercato gli elementi storici, teologici e
canonici emersi nella vita della Chiesa nel primo millennio, cioè nel tempo in
cui la parte orientale e quella occidentale della Chiesa hanno vissuto nella
piena comunione di fede e sacramentale.
La sottocommissione di lingua francese si è incontrata due volte, a Cîteaux (Dijon)
dal 7 all'11 aprile e a Chambésy (Ginevra) dal 15 al 18 luglio. Anche quella di
lingua inglese si è incontrata due volte a Roma, dal 10 al 13 febbraio e dal 22
al 25 giugno.
Il Comitato di coordinamento ha tenuto la sua riunione a Elounda, nell'isola di
Creta, dal 27 settembre al 4 ottobre, ospitato con calorosa fraternità dalla
Chiesa di Creta. Quest'ultima è autonoma nell'ambito del patriarcato ecumenico e
vive nell'atmosfera positiva che imprime il patriarcato ecumenico alle relazioni
con la Chiesa cattolica.
La preparazione nell'incontro di Creta
Il Comitato di coordinamento, in base al suo ben sperimentato metodo di lavoro,
partendo dai due testi preparati dalle sottocommissioni, ha redatto un progetto
di documento organico sull'argomento, sulla scorta degli orientamenti dati dalla
precedente sessione plenaria di Ravenna. Questa aveva specificato le prospettive
di ricerca: "Sulla base di tali affermazioni comuni della nostra fede (contenute
nei primi quattro documenti) della Commissione mista internazionale, dobbiamo
trarre ora le conseguenze ecclesiologiche e canoniche derivanti dalla natura
sacramentale della Chiesa".
Didatticamente essa poneva alcune domande a cui si intende rispondere: in che
modo le strutture istituzionali riflettono visibilmente il mistero della
koinonìa? In che modo la vita della Chiesa manifesta la sua struttura
sacramentale? Qual è la relazione tra l'autorità, inerente a ogni istituzione
ecclesiale e la conciliarità, che deriva dal mistero della Chiesa come
comunione?
Queste indicazioni di lavoro hanno orientato l'elaborazione del progetto di
studio sul tema specifico per la prossima sessione plenaria, su "Il ruolo del
vescovo di Roma nella comunione della Chiesa nel primo millennio" nell'ambito
della tematica "Comunione ecclesiale, collegialità e autorità".
Il progetto elaborato contiene la seguente complessa e ampia tematica: la Chiesa
di Roma, prima sedes; il vescovo di Roma come successore di Pietro; il
ruolo del vescovo di Roma in tempi di crisi nella comunione ecclesiale; influssi
di fattori non teologici.
Nello svolgimento di questi temi sono state considerate le testimonianze
storiche più rilevanti come la Lettera di Papa Clemente ai Corinzi, la Lettera
di sant'Ignazio di Antiochia ai Romani, il pensiero di sant'Ireneo, diversi
appelli a Roma e vari interventi del vescovo di Roma, nonché il ruolo svolto dai
Papi per la difesa dell'ortodossia nei momenti di crisi (arianesimo,
monofisismo, monotelismo) e per l'approvazione dei concili ecumenici. In
particolare è stato considerato il ruolo del Papa nel settimo Concilio ecumenico
di Nicea II (787), relativo alla condanna dell'iconoclasmo e all'affermazione
della legittimità della venerazione delle immagini sulla base dell'evento
dell'incarnazione del Verbo di Dio e della dottrina cristologica.
Questo studio è giunto fino alle soglie del secondo millennio, con
l'individuazione di convergenze e di problematiche che restano aperte. Lo studio
ha così coperto tutto il periodo in cui Oriente e Occidente cristiani hanno
vissuto nella piena comunione nonostante periodi di tensioni e di conflitti.
Nel raccogliere e analizzare questi elementi il Comitato misto di coordinamento
ha mantenuto presente l'orientamento concordato ed espresso nel
Documento di Ravenna del 2007,
in particolare i due punti seguenti: "Il primato, a tutti i livelli, è una
pratica fermamente fondata nella tradizione canonica della Chiesa (1) mentre il
fatto del primato a livello universale è accettato dall'Oriente e
dall'Occidente, esistono delle differenze nel comprendere sia il modo secondo il
quale esso dovrebbe essere esercitato sia i suoi fondamenti scritturistici e
teologici" (Documento
di Ravenna, 43).
Inoltre il Documento di Ravenna affermava che cattolici e ortodossi concordano
che "Roma occupava il primo posto nella Taxis e che il vescovo di Roma è
pertanto il protos (primo) tra i patriarchi", ma rilevava anche
divergenze di interpretazione degli stessi fatti storici. Vi si affermava che
cattolici e ortodossi "non sono d'accordo sull'interpretazione delle
testimonianze storiche di quest'epoca per ciò che riguarda le prerogative del
vescovo di Roma in quanto protos, questione compresa in modi diversi già
nel primo millennio" (Documento di Ravenna, 41).
Ermeneutica comune
Il Comitato misto di coordinamento, a Creta, ha dato avvio a una lettura comune
dei fatti storici, a un inizio di ermeneutica dei dati scritturistici e di esame
delle varie opzioni teologiche. È una condizione essenziale per un vero
progresso in questo campo di ricerca di una comprensione comune tra cattolici e
ortodossi.
Ciò mostra che tale dialogo ha intrapreso un cammino complesso, ma il solo che
potrà chiarire l'orizzonte verso la piena comunione, vissuta nel primo millennio
e perseguita per il futuro, essenziale per la vita e la missione della Chiesa
nel mondo.
Il progetto di documento elaborato a Creta sarà quindi esaminato dalla
Commissione mista internazionale nella sessione plenaria che, ospitata dalla
Chiesa ortodossa, si terrà a Cipro dal 16 al 23 ottobre 2009.
Lo studio sul primato continuerà non soltanto nella prossima sessione. È
previsto che si esaminerà l'evoluzione dell'esercizio del primato nel secondo
millennio.
Il Documento di Ravenna (al punto 45) chiede inoltre che si studi "in che modo
l'insegnamento sul primato universale dei concili Vaticano I e Vaticano II può
essere compreso e vissuto alla luce della pratica ecclesiale del primo
millennio".
Da parte sua, Giovanni Paolo II nell'enciclica sull'impegno ecumenico, aveva già
proposto un dialogo fraterno "per cercare, evidentemente insieme, le forme nelle
quali questo ministero possa realizzare un servizio di amore riconosciuto dagli
uni e dagli altri" (Ut unum sint,
95).
Il dialogo cattolico-ortodosso rimane aperto nella sua nuova fase e in una
prospettiva positiva.
(©L'Osservatore Romano - 19-20 gennaio 2009)
ORTODOSSI RUSSI: METROPOLITA KIRILL, “NIENTE COMPROMESSI CON I CATTOLICI”
“Nei nostri rapporti con le altre confessioni cristiane bisogna capire il
principio di distinzione. Il semplice fatto di comunicare non significa che ci
stiamo sforzando di diventare un’unica entità”. Lo ha detto il metropolita
Kirill, Locum Tenens del Patriarcato di Mosca, dato per il momento per preferito
a succedere alla carica di Patriarca. In un’intervista rilasciata questa
settimana alla pubblicazione russa “Argumenty i Fakty” (Argomenti e fatti),
riguardo alle relazioni con le altre confessioni cristiane, Kirill ha spiegato
che “purtroppo, sono aumentate le differenze di dottrina religiosa e di pratica,
tra l’ortodossia e le altre confessioni”. “Con alcune delle comunità
protestanti, come la Chiesa Luterana della Svezia e la Chiesa Episcopale degli
Stati Uniti - ha spiegato il metropolita - si è giunti ad una rottura completa,
a causa del riconoscimento ufficiale delle relazioni omosessuali”.
Per quanto riguarda i rapporti con la Chiesa Cattolica, il Metropolita Kirill
afferma che le posizioni delle due chiese in campo sociale sono “più vicine”.
“Tuttavia – specifica - siamo consapevoli del gran numero di differenze nella
dottrina e la pratica tra le chiese ortodossa e cattolica, e in questo senso,
non ci possono essere compromessi”.
“Tuttavia – continua - ciò non ci impedisce di essere aperti ed amichevoli con
le persone che hanno punti di vista diversi, e con le quali viviamo nella stessa
società”.
© Copyright Sir
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