L'Ecumenismo e il dialogo interreligioso approvato dal Sinodo Valdese 1998


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70. Che dire in conclusione? Il Documento sinodale sull'ecumenismo del 1982 terminava così: "Lo Spirito soffia dove vuole e l'Evangelo non è incatenato: esso è realmente all'opera in tutte le confessioni (ed anche fuori). Questo dato di fatto, elementare ma fondamentale, rende il dialogo ecumenico non solo possibile ma necessario, ed è la vera ragione della speranza ecumenica". Tali parole possono valere come conclusione anche di questo nostro più ampio documento sull'ecumenismo. Oggi di nuovo le facciamo dunque nostre, illuminandole con la luce che proviene dalla visione di un profeta d'Israele, che ha scolpito nella coscienza della comunità di fede l'attesa viva e l'invocazione ardente dello Spirito Santo che apre i nostri sepolcri - quelli delle nostre sconfitte, delle nostre infedeltà, del nostro scetticismo e della nostra incredulità - ci tira fuori dalle nostre tombe e ci restituisce alla vita e alla speranza (Ezechiele 37,1-14). Ma questa risurrezione del popolo è immediatamente seguita dalla sua unificazione. Il profeta è invitato da Dio a prendere due pezzi di legno, a scrivere su uno "per Giuda" e sull'altro "per Giuseppe" e ad accostarli l'uno all'altro "per farne un solo pezzo di legno, in modo che siano uniti nella tua mano" (Ezechiele 37,15-17). E quando gli israeliti chiederanno al profeta di spiegar loro il senso di quel gesto, egli risponderà dicendo: "Così parla il Signore, l'Eterno: Ecco, io prenderò il pezzo di legno di Giuseppe, ch'è in mano d'Efraim, e le tribù d'Israele che sono a lui associate, e l'unirò a questo che è il pezzo di legno di Giuda, e ne farò un solo legno, in modo che saranno una cosa sola nella mia mano" (Ezechiele 37,18-19). La visione descritta dal profeta Ezechiele, adempiuta in Gesù Cristo e promessa alla fede fino al giorno della sua manifestazione - essere una cosa sola nella mano di Dio - è quella che anima il movimento ecumenico e accende la nostra speranza, dandoci la certezza che essa non è vana.

Torre Pellice 28 agosto 1998

                Commissione consultiva per le relazioni ecumeniche della Tavola Valdese

 

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1 Dall'Appello alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, WA 6,407 s. Versione italiana in Scritti politici di Martin Lutero, UTET, Torino 19783, 130,132.
2 Una recente riflessione ecumenica su Maria è contenuta nel volume, curato dal "Gruppo di Dombes", Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose, Magnano (Bi), 1998.
3 Oscar Cullmann, L'unità attraverso la diversità, Queriniana Brescia 1987
4 Usiamo, per designare lo sterminio di sei milioni di ebrei ad opera dei nazisti, il termine ebraico Shoah (catastrofe) da preferirsi a quello, assai diffuso, di "olocausto" che esprime l'idea di una consumazione totale (e questa era esattamente il proposito nazista), ma rischia di introdurre una dimensione "sacrificale" del tutto fuorviante.
5 Come, ad esempio, quelli della Chiesa Riformata Olandese del 1970 su "Israele: popolo, terra e stato" o della Chiesa Evangelica della Renania del 1980 o della 199a assemblea generale delle Chiese Presbiteriane degli USA del 1987.
6 Ad esempio il rapporto "La chiesa e il popolo ebraico" presentato da Fede e Costituzione nel 1967 o le "Considerazioni ecumeniche sul dialogo ebraico-cristiano" del Comitato esecutivo, 1982.
7 Citato da J.-C. Basset nella presentazione del fascicolo En dialogue sur la voie de Buddha, in "Bulletin du Centre Protestant d'Etudes" di Ginevra, giugno 1994, p. 1.
8 Cfr. The San Antonio Report. Your Will Be Done: Mission in Christ's Way - 1989, WCC Publications, Ginevra 1990, pp. 31-33.

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